venerdì 30 ottobre 2009

Il Papa: fiducia a Teheran ma garantisca le libertà


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Il Papa: fiducia a Teheran ma garantisca le libertà

Papa Benedetto XVI ha esortato a dare fiducia all'Iran, proprio nel giorno in cui Teheran sembra aprire all'Occidente sulla trattativa nucleare.
La grande tradizione spirituale di quel Paese è «motivo di speranza per un'apertura crescente e una collaborazione fiduciosa con la comunità internazionale», ha osservato Ratzinger, ricevendo nel palazzo apostolico il nuovo ambasciatore iraniano, Ali Akbar Naseri, per la presentazione delle lettere credenziali.
«La Santa Sede desidera consolidare le sue relazioni con la Repubblica Islamica d'Iran», ha aggiunto, ricordando tuttavia al suo interlocutore come tra i diritti universali «la libertà di religione e la libertà di coscienza» abbiano un «posto fondamentale, perché da esse derivano tutte le altre libertà».
Di qui l'auspicio che le autorità iraniane sappiano «rafforzare e garantire per i cristiani la libertà di professare la loro fede». Ratzinger si è augurato «che si sviluppi un dialogo fiducioso e sincero tra le istituzioni del Paese al fine di migliorare la situazione delle comunità cristiane e le loro attività nel contesto della società civile, così come di far crescere il loro senso di appartenenza alla vita nazionale».
Il nuovo ambasciatore iraniano, un teologo abituato alle prediche in moschea, ha elogiato «le posizioni comuni» della Santa Sede e dell'Iran «nella lotta contro l'ateismo, il materialismo, l'idolatria, i mali morali e sociali, l'oppressione, l'ingiustizia», nonché – a suo dire – «l'atteggiamento critico verso le politiche aggressive e oppressive di nefasti sistemi prevaricatori».
Il diplomatico ha più volte sottolineato la necessità che le religioni abramitiche, ovvero Islam e Cristianesimo (ha omesso l'ebraismo) trovino terreni comuni.
Al Papa ha chiesto collaborazione contro la diffusione dell'islamofobia in Occidente, dovuta a «tendenziosità politiche», ed ha indicato l'esempio dell'Iran dove i cristiani «hanno sempre goduto di rispetto e in quanto tali godono di tutti i diritti derivanti dalla loro cittadinanza».
Benedetto XVI ha però chiesto più garanzie, in particolare per il personale religioso: che sia in numero sufficiente e possa spostarsi facilmente nel Paese al fine di garantire il servizio ai fedeli cristiani.
Di nucleare ha parlato Naseri. Il neo ambasciatore ha ribadito a Benedetto XVI che il suo Paese rispetta le indicazioni dell'Aiea, le norme internazionali e «le giuste posizioni miranti al bando totale degli armamenti atomici a livello mondiale e nella cruciale regione del Medio Oriente».
«Oggi – ha commentato a sua volta Ratzinger senza entrare nel merito – tutti dobbiamo auspicare e sostenere una nuova fase di cooperazione internazionale, più saldamente fondata su principi umanitari e sull'aiuto effettivo a quanti soffrono, meno dipendente da freddi calcoli di scambio e da benefici tecnici ed economici».

© Copyright Eco di Bergamo, 30 ottobre 2009

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