martedì 3 novembre 2009

Le "esternazioni" del Presidente della Conferenza Episcopale tedesca...(Messainlatino)

Clicca qui per leggere l'ultima "performance televisiva" di Robert Zollitsch.
Povera Chiesa...povera la mia Chiesa!

8 commenti:

SERAPHICUS ha detto...

Un'affermazione eretica,nient'altro:

“Anche dopo la morte ho ancora una volta la possibilità, se mi rivolgo a Dio, se prendo le distanze da quanto ho fatto di male, per riprendere effettivamente il cammino verso l’Assoluto, la strada della Promessa, la via del Cielo”.

Anonimo ha detto...

Poveri i cattolici tedeschi, Raffa.
Sono soppravvissuti a stento alla "teologia" di Kueng e ora rischiano di essere spazzati via dalle esternazioni di Zollitsch.
Spero nell'intervento del card. Levada. Spero ...
Alessia

Anonimo ha detto...

Sicuramente ci sarà chi applaudirà a questa terribile eresia. Comodo, eh Zollitsch, in vita faccio tutto ciò che voglio, non mi pento, tanto il Signore DOPO è lì pronto a raccogliere le mie lacrime di coccodrillo. Cattivo, pessimo maestro.
Alessia

Anonimo ha detto...

A parte che forse bisognerebbe sapere quello che ha detto veramente e come lo ha detto (una virgola può cambiare un sacco di cose), in ogni caso siete sicuri quando gridate all'eresia? Ho letto tutta l'intervista, e francamente tanto eretica non mi sembra. Del Noce e Von Balthasar, tanto per citare due non propriamente considerati oggi "progressisti" e, in ogni caso, sicuramente stimati da Ratzinger, erano perfino andati oltre. E poi, parlando più in generale: trovo onestamente un po' presuntuoso questo voler continuamente dare "patenti" a questo o a quello. Il Vangelo ci insegna a non giudicare, e la pietà cristiana è la ricchezza più preziosa della fede.

Alessandra Mirabella ha detto...

Un'altra "bella notizia":http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_03/crocifisso-aule-scolastiche-sentenza-corte-europea-diritti-uomo_e42aa63a-c862-11de-b35b-00144f02aabc.shtml

sam ha detto...

Anonimo, in questo Blog il relativismo è bandito.
Il Vangelo ci invita a non giudicare, ma anche a discernere la menzogna e la falsa profezia.

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

393 A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. “Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte” [ San Giovanni Damasceno, De fide orthodoxa, 2, 4: PG 94, 877C].

1013 La morte è la fine del pellegrinaggio terreno dell'uomo, è la fine del tempo della grazia e della misericordia che Dio gli offre per realizzare la sua vita terrena secondo il disegno divino e per decidere il suo destino ultimo.

1021 La morte pone fine alla vita dell'uomo come tempo aperto all'accoglienza o al rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo [Cf ⇒ 2Tm 1,9-10 ].

1022 Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre.

1035 La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, “il fuoco eterno”.

1470 In questo sacramento, il peccatore, rimettendosi al giudizio misericordioso di Dio, anticipa in un certo modo il giudizio al quale sarà sottoposto al termine di questa vita terrena. E' infatti ora, in questa vita, che ci è offerta la possibilità di scegliere tra la vita e la morte, ed è soltanto attraverso il cammino della conversione che possiamo entrare nel Regno, dal quale il peccato grave esclude. Convertendosi a Cristo mediante la penitenza e la fede, il peccatore passa dalla morte alla vita “e non va incontro al giudizio” ( ⇒ Gv 5,24 ).

1014 La Chiesa ci incoraggia a prepararci all'ora della nostra morte (Dalla morte improvvisa, liberaci, Signore”: antica Litania dei santi), a chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi “nell'ora della nostra morte” (Ave Maria) e ad affidarci a san Giuseppe, patrono della buona morte:
In ogni azione, in ogni pensiero, dovresti comportarti come se tu dovessi morire oggi stesso; se avrai la coscienza retta, non avrai molta paura di morire. Sarebbe meglio star lontano dal peccato che fuggire la morte. Se oggi non sei preparato a morire, come lo sarai domani?
[Imitazione di Cristo, 1, 23, 1]

Laudato si, mi Signore,

per sora nostra Morte corporale,

da la quale nullo omo vivente po' scampare.

Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali!;

beati quelli che trovarà

ne le tue sanctissime voluntati,

ca la morte seconda no li farrà male [San Francesco d'Assisi, Cantico delle creature].

Anonimo ha detto...

Per Sam. (a proposito mi chiamo Matteo ma non ho capito come si fa a "firmare") Guarda che, in quello che scrivevo, il "relativismo" non c'entra nulla. Ma proprio nulla. Paradossalmente c'è più relativismo nell'affermare "il relativismo è bandito da questo blog" che in quello che ho scritto io. Dell' "inferno vuoto" - quale sintesi del Dio infinitamente giusto e infinitamente misericordioso - ne parlava von Balthasar, così come Del Noce, e nessuno mai, giustamente, li ha tacciati di eresia. Il problema, a mio modestissimo avviso, è che troppo spesso prendiamo la dottrina come mera precettistica, che non ha "anima". E se alle fede cristiana - con tutti i suoi dubbi, i suoi tormenti, le sue umanissime contraddizioni - togliamo l'anima, diventa un credo come tutti gli altri. Il cristianesimo è differente proprio in questo, ed in questo è anche molto più "faticoso" di qualunque ogni altra religione, nel senso che ti impegna a scegliere minuto per minuto, giorno dopo giorno.
Quel che molte volte vedo su questo blog, lo dico con il massimo rispetto per tutti, è che si tende a prendere come categoria il bianco e il nero. Però - lo si può chiedere a qualunque teologo - "il tuo dire sia sì sì, no no" non esclude i grigi del mondo terreno. Non confondiamo le verità di fede con la dottrina: lo stesso Benedetto XVI, in moltissime occasione (per esempio anche nella prefazione del suo libro su Gesù) ha messo in chiaro di parlare "non come papa", offrendosi al dibattito, al confronto e perfino alla critica. Ecco, dico solo che dovremmo cercare di non metterci un passo avanti a Benedetto XVI, e imparare dalla sua umiltà e "pietà".
ciao a tutti
Matteo

Michele ha detto...

@Matteo:
Von Balthasar non ha parlato mai di inferno vuoto e/o inesistente: quella fu una volgarizzazione giornalistica. Qui sono riportate le sue parole:

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/200421

Su Del Noce non so.
Ad ogni modo, von Balthasar era un teologo e Del Noce un laico, mentre Zollitsch è un vescovo, cioè un testimone pubblico della fede, e suo dovere è insegnare la dottrina cattolica come è nel Catechismo, non formulare ipotesi teologiche. Se è questo che vuol fare, lo faccia da teologo privato e non, come pare abbia fatto, da vescovo.

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