venerdì 27 novembre 2009

Incontro Papa-artisti: L’arte addestra all’amore e sfida le leggi del contraccambio (Lodovici)


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L’arte addestra all’amore e sfida le leggi del contraccambio

GIACOMO SAMEK LODOVICI

Il discorso rivolto sabato da Benedetto XVI agli artisti suggerisce molti commenti, data la sua grande profondità.
Aggiungiamo un ulteriore tassello alle riflessioni già svolte su queste colonne, considerando un altro dei passaggi importanti di questo suo intervento.
Per il Papa c’è una « seducente ma ipocrita bellezza » che « ridesta la brama, la volontà di potere, di possesso, di sopraffazione sull’altro » .
« L’autentica bellezza, invece, schiude il cuore umano […] al desiderio profondo di conoscere, di amare» .
In effetti, la grande arte figurativa suscita nel fruitore una contemplazione ammirata e disinteressata, perciò ci insegna a guardare e ad amare la realtà senza volercene impadronire, senza volerla consumare e usare. Con buone ragioni un filosofo come Schopenhauer diceva che durante l’esperienza estetica si verifica nell’uomo una sospensione della sua volontà di potere ed egli diventa « puro occhio del mondo » : smette di percepire le cose come utili o nocive in rapporto ai suoi desideri, si immerge nell’oggetto bello, cosicché non è più focalizzato su se stesso, bensì sull’oggetto contemplato, è talmente concentrato e proiettato sull’opera d’arte che dimentica se stesso; così i suoi desideri sono sospesi, almeno per un certo tempo.
Pertanto, l’educazione al bello e l’esperienza estetica ( e, similmente, la contemplazione della natura) sono particolarmente propizie sia alla conoscenza della verità sul bene e sul giusto, i quali spesso divergono dall’utile, sia all’amore. Infatti, la prima espressione aurorale dell’amore, la sua prima attivazione, è una commozione disinteressata, è uno stupore, è un destarsi all’amabilità dell’altro, un apprezzamento e una confermazione del suo valore, un’ammirazione che fa uscire l’altro dall’anonimato. Per san Tommaso il primo momento dell’amore è proprio una reazione di apprezzamento, è una confermazione del valore dell’amato, quasi come dirgli: ' È bene che tu sia, grazie perché esisti'. Perciò è molto simile all’atteggiamento estetico, dato che la risposta primaria che il soggetto esprime davanti al bello è appunto l’ammirazione disinteressata, l’apprezzamento. Quest’ammirazione che è l’origine dell’amore è ben diversa dal mero accorgersi dell’esistenza di una persona, ed è ben di più che non avere nulla in contrario nei suoi confronti. Piuttosto, grazie.

© Copyright Avvenire, 27 novembre 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ti segnalo questa intervista al Patriarca di Mosca:

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=OFSKJ

Antonio