giovedì 26 novembre 2009

Il Messaggio del Papa per l'Anno giubilare della Chiesa vietnamita: un evento per rinnovare l'annuncio del Vangelo (Radio Vaticana)


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Il Messaggio del Papa per l'Anno giubilare della Chiesa vietnamita: un evento per rinnovare l'annuncio del Vangelo

“Rinnovare l’annuncio del Vangelo” in Vietnam per “costruire una società giusta, solidale ed equa”: è l’appello che il Papa lancia nel suo Messaggio per l’Anno giubilare della Chiesa vietnamita, aperto martedì scorso a So Kien, nell’arcidiocesi di Hanoi. L’evento celebra il 350.mo dei Vicariati apostolici del Tonchino e della Cocincina e il 50.mo dello stabilimento della gerarchia ecclesiastica nel Paese. Il servizio di Sergio Centofanti:

In un Paese in cui “il quotidiano mette talvolta alla prova la fede”, le parole di Benedetto XVI vogliono aprire alla speranza. Invita i vescovi a testimoniare “con coraggio e perseveranza la grandezza di Dio e la bellezza della fede in Cristo”. Il Pontefice esorta i religiosi e le religiose a vivere “la radicalità evangelica e chiede ai fedeli laici di “impegnarsi più a profondamente e attivamente nella vita e nella missione della Chiesa”: l’obiettivo è quello di un annuncio più incisivo della Buona Novella per portare alla società i “valori evangelici della carità, della verità, del diritto e della giustizia” promuovendo il dialogo, il rispetto reciproco e la collaborazione. “L'Anno Giubilare – spiega - è un tempo di grazia favorevole alla riconciliazione con Dio e col prossimo”. E in questo senso esprime la necessità di “riconoscere le mancanze del passato e del presente, commesse contro i fratelli nella fede e i concittadini, chiedendone perdono”. Benedetto XVI esorta quindi ad attingere la speranza e il coraggio dall’esempio luminoso dei martiri vietnamiti: nel giorno della loro memoria, il 24 novembre, si è aperto l’Anno Santo a So Kien, luogo dove sono conservate le loro reliquie. Invoca infine la protezione della Madonna di La Vang assicurando la sua “preghiera quotidiana” per tutti i fedeli vietnamiti. Ma sull’apertura delle celebrazioni giubilari a So Kien, dove erano presenti decine di migliaia di persone, ascoltiamo la testimonianza di una religiosa francescana vietnamita, suor Elisabetta, Missionaria di Maria. L’intervista è di Romilda Ferrauto:

R. - C’était grandiose, parce-que tous les diocèses …

“E’ stato grandioso, perché tutte le diocesi hanno contribuito con canti e danze e soprattutto scene che raccontano la persecuzione. Davvero per la Chiesa intera del Vietnam è stata una festa grande. Abbiamo voluto rivolgere uno sguardo al passato per vedere come il cristianesimo sia arrivato fino a noi attraverso molte difficoltà e sofferenze: per tre secoli ci sono state persecuzioni come nei primi tempi del cristianesimo a Roma. Ebbene, il Vietnam oggi può dire: nonostante tutto …”.

D. - Ma per i cattolici del Vietnam la loro vita quotidiana continua ad essere limitata da restrizioni…

R. - Bien sur, il y en a beaucoup. …

“Sì, ce ne sono molte. Ma lei sa che noi siamo anche un po’ permeati di confucianesimo, che è anche un po’ rassegnazione, forse anche un po’ troppa rassegnazione. Eppure, questa rassegnazione fa sì che i cattolici vivano nella pazienza. Come è detto nella Lettera di San Paolo ai Romani: niente può separarci dall’amore di Cristo: non la sofferenza, la persecuzione né la spada, nulla e nessuno può separarci dall’amore di Cristo. E questa consapevolezza è molto forte in tutte le difficoltà attraversate dalla Chiesa in Vietnam”.

D. - Abitualmente diffidenti nei riguardi di ogni manifestazione pubblica di fede, le autorità vietnamite hanno tuttavia voluto unirsi ai festeggiamenti, e i cattolici sperano che ne nasca un miglioramento delle relazioni bilaterali:

R. - Après les petits mots de notre archevêque de Saigon pour …

“Dopo le brevi parole del nostro arcivescovo di Saigon per l’inaugurazione dell’Anno Santo, ci sono stati gli auguri presentati dal governo: è stupefacente! Ma Dio fa tante di quelle cose stupefacenti, come non puoi nemmeno immaginare! Bisogna dire che il regime, nonostante sia comunista, è molto cambiato, ci sono state molte aperture: i cattolici e i seguaci delle altre religioni possono esprimersi, anche se vi sono sempre delle difficoltà: ci sono sempre i soldati in giro, per una questione di sicurezza. Ma ciò non toglie nulla al fatto che ci sono stati gli auguri del governo!”

D. - Ospiti d’eccezione, il cardinale Etchegaray e il cardinale Ving-Trois sono venuti per sostenere questa Chiesa che continua ad esistere nonostante le sofferenze…

R. - Le Vietnam, actuellement, connait cette floraison …

“Il Vietnam conosce, attualmente, un fiorire del cristianesimo: è una Chiesa molto vivace. Parliamo ad esempio dei religiosi: siamo oltre 14 mila in tutto il Vietnam con almeno 140 Congregazioni; siamo 12 mila religiose mentre il ramo maschile conta 2.500 persone. Le vocazioni dunque si moltiplicano: uomini e donne, nonostante tutte le difficoltà – sociali e politiche – accettano di dedicare la loro vita a Cristo”.

D. - Ma se sembra che le autorità vietnamite vogliano giocare la carta della pacificazione, le tensioni non mancano in seno alla Chiesa stessa: gli anni di regime comunista hanno lasciato tracce profonde …

R. - Des difficultés internes, vraiment, ça existe: malgré toute cette démonstration …

“Sì, in effetti, le difficoltà interne alla Chiesa esistono: nonostante tutte le manifestazioni, nella Chiesa stessa con tutti gli avvenimenti che ci sono stati con il governo, la situazione è molto complessa! Noi cerchiamo di vivere in termini fraterni. Noi religiosi cerchiamo di fare quel che è possibile per portare pace e concordia, soprattutto comprensione. Il Santo Padre lo sa!”.

D. - Una Chiesa martire, che però vuole sperare e che conta sulle preghiere della Chiesa universale:

R. - La force et le sang des martyrs …

“La forza e il sangue dei martiri ci sostengono molto. Penso che continueremo a vivere la nostra fede nella consapevolezza che la Chiesa ci sostiene: la Santa Sede, tutta la Chiesa universale! Continuate a sostenerci, a pregare per noi e a venire a trovarci!”.

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