martedì 4 novembre 2008

Dialogo Islam-Cristianesimo. Al via il Forum in Vaticano (Il Sole 24 Ore)


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Dialogo Islam-cristianesimo. Al via il Forum in Vaticano

Comincia questa mattina, 4 novembre, e durerà fino a giovedì 6 novembre il primo seminario organizzato dal Forum Cattolico-Musulmano (Catholic-Muslim Forum), istituito dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e da esponenti musulmani. Il gruppo islamico si presenta con un alto profilo accademico e intellettuale, con esponenti sciiti, sunniti, del sufismo. ci saranno anche Tariq Ramadan, promotore del boicottaggio di Israele alla Fiera del Libro di Torino, e l'italiano Yahya Pallavicini, vicepresidente della Coreis italiana.
Il cardinale Tauran, che presiede l'incontro, in due interviste alla Radio vaticana e a La Croix, ha spiegato la cornice dell'evento. «Siamo condannati al dialogo», ha spiegato, e l'incontro non è un «inizio», perchè «noi dialoghiamo con l'Islam da più di 1400 anni».
Può però essere una «tappa importante». «Non bisogna aver paura di denunciare le violazioni dei diritti dell'uomo, quali che siano, - ha chiarito Tauran - in modo che sia la verità e non la forza a prevalere, che la forza del diritto prevalga sul diritto della forza». Mons. Celata, sempre ai microfoni di Radio vaticana, alla domanda sul perché nonostante tutto, i rapporti con i musulmani rimangano tesi, ha risposto che «sarebbe però interessante vedere sempre se l'origine di queste tensioni è data da elementi religiosi o piuttosto da influssi e condizionamenti di natura diversa, di tipo sociale, di tipo economico, di tipo ideologico, politico, di strumentalizzazione che si possa fare da una parte e dall'altra».

Il seminario ha per tema 'Amore di Dio; amore del prossimo', che sarà sviluppato secondo due linee di approfondimento: il primo giorno sarà dedicato ai 'fondamenti teologici e spirituali', mentre il secondo giorno sarà centrato su 'dignità della persona umana e mutuo rispetto'. Su ciascuno di questi due sotto-temi sarà presentata una relazione da parte cattolica ed una da parte musulmana, che saranno di base per i successivi dibattiti.
Per il terzo giorno è prevista l'Udienza del Santo Padre ai partecipanti al Seminario. Nel pomeriggio, alle ore 16.30, presso la Pontificia Università Gregoriana, avrà luogo una sessione pubblica durante la quale sarà resa nota la Dichiarazione comune approvata al termine delle sessioni. Inoltre, interverranno sul Seminario un rappresentante musulmano ed uno cattolico, i quali potranno rispondere ad eventuali domande attinenti allo stesso Seminario. Parteciperanno all'incontro, per ciascuna parte, 29 persone tra esperti, autorità religiose e consiglieri".

«È un atteggiamento scettico, che troviamo tra i cristiani come anche fra i musulmani. Ma è proprio questa la ragione per cui noi vogliamo continuare su questa strada». Così Ibrahim Kalin, che fa da portavoce per la delegazioni musulmana giunta a Roma per il vertice cattolico-musulmano, ha risposto all'Osservatore Romano, che a proposito del forum ha parlato di «ragionevole speranza. Anche se è d'obbligo una sana dose di realismo».
Fondamentale per Kalin - direttore della Seta Foundation di Ankara, oltre che docente alla Georgetown University - è «superare la diffidenza» e «andare oltre la tolleranza».
«Noi - ha sottolineato - non ci tireremo indietro rispetto a questi impegni». Quanto allo scetticismo diffuso anche tra i musulmani nei confronti dell'iniziativa «Una parola comune», si giustifica - ha spiegato Kalin - in particolare con le parole pronunciate da Benedetto XVI due anni fa a Ratisbona.
«Ma noi vogliamo - ha concluso - mantenere un atteggiamento positivo».
Che vi sia un comune impegno ad evitare fraintendimenti e «incidenti» prima delle tre giornate di lavoro serrato del forum lo dimostra la consegna al silenzio condivisa dai componenti della delegazione musulmana che ieri sera hanno partecipato al conferimento dei premi della britannica Amss (Associazione sociologi musulmani):il Lifetime Achievement Award all'iraniano Seyyed Hossein Nasr, docente alla George Washington University, e il Building Bridges Award al progetto «Una Parola Comune». Una iniziativa, quest'ultima, «estremamente appropriata e tempestiva - ha detto Anas Al-Shaikh-Ali, presidente dell'Amss -. Abbiamo bisogno di stabilire una fiducia reciproca tra noi, la tolleranza non basta. Dobbiamo conoscere e apprezzare l'altro, avere fiducia in lui». «Vogliamo essere positivi - ha concluso - e per questo ci vuole molto coraggio».
La lista di partecipanti al seminario cattolico-musulmano non è ancora nota. A quanto si apprende, tuttavia, la delegazione islamica, guidata dal mufti della Bosnia-Erzegovina Mustafa Ceric, ha perso, "per ragioni di età e di salute", sei membri: il siriano Shaykh Said Ramadan al-Buti, il mufti egiziano Ali Gumua, il direttore dell'Isesco Abd al-Aziz Uthman Al Twaijri, il principe della Nigeria Bola Ajibola, il predicatore yemenita Shaykh Habib Ali al-Jiffri e lo sceicco Ezzedin Ibrahim, consigliere per gli Affari religiosi del presidente degli Emirati Arabi Uniti. E' prevista, invece, la presenza dell'islamologo Tariq Ramadan. I cattolici, guidati dal card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, avrà tra i suoi membri i gesuiti Samir Khalil Sami e Christian Troll (ma non i confratelli Thomas Michell e Daniel Madigan) e il preside del Pontificio istituto di studi arabi e islamistici (Pisai) Miguel Angel Ayuso Guixot (ma non il nunzio apostolico in Egitto Michael Fitzgerald).
Le opinioni sull'incontro sono disparate. "La cosa importante è che malgrado tutte le difficoltà, malgrado le crisi che a volte avvengono, ci parliamo", spiega il card. Tauran. "I rapporti tra cattolici e musulmani dipendono molto dalle situazioni politiche nei paesi nei quali l'islam è religione maggioritaria", spiega: "Quando dei leader delle società occidentali fanno opzioni politiche che i musulmani giudicano contrarie ai loro interessi, dicono: sono i cristiani che ci attaccano, sono i cristiani che ci provocano. Questo rende tesi i rapporti". "Ci auguriamo che le iniziative di dialogo con il mondo musulmano, nella scia aperta da Giovanni Paolo II e continuata da Benedetto XVI, contribuiscano ad affermare sempre più decisamente che nel nome di Dio non si può uccidere e odiare, ma sempre amare e rispettare ogni persona umana", ha detto di recente il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, citando, in particolare, le persecuzioni di cristiani in India e Iraq.
"Il problema - per padre Samir - è mettersi d'accordo davvero su cosa sia un luogo di culto, da non confondersi con un luogo di guerriglia e di lotta". Il gesuita denuncia il "disprezzo", nel mondo musulmano, "verso gli apostati - come quando è avvenuto il battesimo di Magdi Cristiano Allam - che vengono visti come dei traditori, invece che cercatori della verità". Tariq Ramadan, da parte sua, sottolinea: "Non si tratta di creare una nuova alleanza tra religioni contro l'ordine 'secolarizzato' o 'immorale', ma piuttosto di contribuire in maniera costruttiva ai dibattiti in modo che le logiche economiche o di guerra non distruggano ciò che resta di umanità negli esseri umani. Il nostro dialogo costruttivo riguardo ai valori e le finalità comuni è molto più importante e imperativo delle nostre rivalità sul numero di fedeli, il proselitismo e la competizione sterile sul possesso esclusivo della Verità".
Queste iniziative di dialogo islamo-cattolico sono nate dopo la controversa lezione tenuta da Ratzinger all'università bavarese di Regensburg (Ratisbona) nel 2006. Per Ramadan le parole di Ratzinger "avranno avuto senza dubbio conseguenze più positive che negative nel lungo termine". Dopo una prima, critica lettera scritta da alcuni accademici, imam e intellettuali musulmani di vari paesi subito dopo Ratisbona, al Papa e ad altri leader cristiani arrivò una seconda missiva che proponeva di promuovere insieme, cristiani e musulmani, la pace mondiale. Inizialmente firmata da 138 intellettuali (si aggiunsero, poi, molte altre adesioni), l'iniziativa va sotto il nome di 'Una parola comune'.
I promotori furono ricevuti a marzo scorso in Vaticano per un primo incontro con Tauran e il suo entourage. In quell'occasione fu fissato un più ambizioso confronto, quello della prossima settimana. Un comunicato congiunto pubblicato allora stabilì che all'incontro partecipino ventiquattro esponenti musulmani e ventiquattro cattolici.
Il tema affrontato è, come si diceva, 'Amore di Dio, amore del prossimo'. Il primo giorno si discuterà della questione dei fondamenti teologici e spirituali, il secondo giorno di dignità umana e rispetto reciproco. All'incontro si discuterà anche di un Forum cattolico-musulmano per affrontare insieme questioni di rilievo per entrambe le religioni.

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