mercoledì 27 maggio 2009
Il Papa: tradisce il Concilio chi lo esalta come punto di rottura con la Tradizione della Chiesa (Izzo)
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CASSINO E MONTECASSINO (24 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG
Riceviamo e con grande piacere e profonda gratitudine pubblichiamo questo bellissimo commento di Salvatore Izzo al monumentale discorso del Papa all'apertura del convegno della diocesi di Roma.
R.
PAPA: TRADISCE CONCILIO CHI LO ESALTA COME PUNTO DI ROTTURA
(AGI) - CdV, 26 mag.
Salvatore Izzo
Dopo il Concilio Vaticano II, che "ha portato buoni frutti", c'e' stata una "corrente interprativa che appellandosi a un presunto ’spirito del Concilio’ ha intesostabilire una discontinuita’ con la Tradizione della Chiesa, travalicando ad esempio i confini oggettivamente esistenti trala gerarchia e il laicato, guardando alla Chiesa con un taglio orizzontale che escludeva il riferimento a Dio, in aperto contrasto con la dottrina cattolica".
Lo afferma Benedetto XVI nella sua prolusione al Convegno Ecclesiale della diocesi di Roma, dedicato quest’anno alla corresponsabilita’ nella vitadella Chiesa.
"Il Concilio - ha spiegato il Papa - non e’ stato una rottura che ha dato vita a un’altra Chiesa ma un vero e profondo rinnovamento e crescita di un unico soggetto che si sviluppa".
Ricordando come questa stessa denuncia sia stata al centro del suo primo discorso alla Curia Romana il 22 dicembre del 2005, il Papa rileva che a causa di tale interpretazione, "in relata’ opposta allo spirito del Vaticano II", negli anni che sono seguiti a quell’evento "non sempre si e’ avuto l’incremento e sviluppo desiderati, ma un affievolimento dell’impegno, tavolta stanchezza, quasi stallo".
Tanto che "il Sinodo del 1987 sul ruolo del laicato ha osservato che le pagine luminose del Concilio su questa materianon furono sufficientemente tradotte e realizzate", leggendo "le comuni responsabilita’ e dimensioni del popolo di Diosecondo idea sociologica e politica". "E la nostra diocesi di Roma - si chiede il Pontefice - a che punto sta?
In che misura viene favorita la corresponsabilita’?". Per il Papa teologo, e’ intanto "una scelta apprezzabile dedicare tempo alla verifica del cammino percorso". In concreto, sottolinea Benedetto XVI e’ importante" dare a ogni movimento e istanza il suo spazio" ma soprattutto guardare ai lontani: "troppi battezzati vivono ancora ai margini della vita della Chiesa e se non mancano le difficolta’ma non possiamo consolarci della conservazione dell’esistente".
"San Paolo - ricorda - ci ha chiarito che non c’e’ piu’ circonciso e incirconciso ma Cristo e’ tutto in tutti. Questoha abbattuto il muro delle differenze tra le culture. In Cristo diventiamo popolo di Dio, dal Papa fino all’ultimo bambino battezzato".
"Il futuro del cristianesimo e della Chiesa a Roma dipende anche dall'impegno e della testimonianzadi ciascuno di noi", scandisce ancora il Pontefice invitando i laici della Capitale a "sperimentare in piccoli gruppi nelle famiglie, come avvenuto nella missione cittadina" promossa dal card. Camillo Ruini.
"Il mandato di evangelizzare - infatti - spetta a tutti, anche se molta strada resta da percorrere perche’ troppi battezzati non si sentono parte della comunita’ ecclesiale evivono ai margini di essa. Pochi sono ancora i laici in proporzione al numero degli abitanti di ciascuna parrocchia".Per questo, "occorre rinnovare lo sforzo per una formazione piu’ attenta e puntuale" dei laici.
"Tocca a voi parroci -raccomanda il Papa - promuovere la crescita spirituale apostolica di quanti sono gia’ attivi in parrocchia". "Siate buoni samaritani - conclude - pronti a curare le ferite deivostri fratelli".
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