martedì 26 maggio 2009
Il pellegrinaggio all'abbazia di Montecassino e alle tombe di san Benedetto e santa Scolastica (Osservatore Romano)
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CASSINO E MONTECASSINO (24 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG
Il pellegrinaggio all'abbazia di Montecassino e alle tombe di san Benedetto e santa Scolastica
Pellegrino di pace tra memoria e attualità
dal nostro inviato Nicola Gori
"Pax".
Questa parola scritta sulla scalinata che accoglie i visitatori che giungono all'abbazia di Montecassino, ben sintetizza il pellegrinaggio apostolico di Benedetto XVI al monastero benedettino, compiuto domenica pomeriggio 24 maggio.
Accolto dall'abate Pietro Vittorelli, con il tradizionale rito benedettino della lavanda delle mani, il Papa ha iniziato la sua visita con un momento conviviale, condividendo la mensa con gli abati e le abbadesse provenienti da tutto il mondo. Ha poi incontrato la comunità monastica e alcuni organizzatori del viaggio.
La visita ha assunto così il carattere di un ritorno a un luogo familiare, a un ambiente carico di significati e di valori, che rimandano immediatamente la memoria alle radici cristiane dell'Europa. Un luogo simbolico per la storia dell'occidente cristiano fondato nell'anno 529, dove Benedetto XVI, tra il 7 e l'11 febbraio 2000, rilasciò una lunga intervista al giornalista tedesco Peter Seewald, dalla quale nacque il volume Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio, pubblicato nel 2001.
Un santuario ospitale, accogliente, nel quale l'allora cardinale Ratzinger amava trascorrere dei periodi di riposo e di preghiera. La sua prima visita ufficiale risale al 13 giugno 1992, l'ultima, prima di essere eletto Papa, il 7 novembre 2004, quando presiedette la celebrazione eucaristica con i membri della Pontificia Accademia delle Scienze.
Questa domenica 24 maggio, è arrivato a Montecassino come pellegrino di pace per riconoscere l'influsso esercitato da san Benedetto sulla cultura e sui valori spirituali europei. Il Pontefice ha presieduto i secondi vespri dell'Ascensione, nella basilica dell'abbazia, dopo esservi giunto processionalmente al canto delle Laudes regiae, attraverso il chiostro denominato dei "benefattori", il cui nome deriva dalle statue di sedici dei maggiori benefattori dell'abbazia: Papa Gregorio magno, Zaccaria, Vittore iii, Benedetto xiii, che consacrò la basilica, Carlo Magno, Carlo iii, Roberto il Guiscardo. Sulla porta della basilica sono ben visibili le scalfiture provocate da schegge di bombe.
Dopo il canto d'ingresso O laudanda sancti Benedicti, l'abate Vittorelli ha rivolto al Papa un breve saluto a nome di tutti i benedettini sparsi nel mondo.
Terminato il canto dei salmi in latino, Benedetto XVI ha tenuto l'omelia.
Il Papa si è quindi inginocchiato in preghiera davanti alla tomba di san Benedetto e santa Scolastica, che si trovano nel sepolcro dietro l'altare maggiore della basilica. Un monaco ha dato lettura del rogito in latino dell'avvenimento.
Il documento è stato firmato dal Papa, dall'abate Vittorelli, dal Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini e da un protonotario apostolico. Alla conclusione dei vespri, il Pontefice è stato salutato dai cardinali Law, Ruini, De Giorgi, Vallini, Levada, Lajolo, Farina, dagli abati e dalle abbadesse presenti alla celebrazione.
Attraverso la suggestiva "Loggia del Paradiso" - così chiamata perché un tempo c'era la vasca di abluzione o Paradisium - Benedetto XVI ha raggiunto il chiostro cinquecentesco disegnato dal Bramante e restaurato dopo la guerra, ospitante da un lato la statua di san Benedetto, rimasta intatta nonostante il terribile bombardamento, e dall'altro quella di santa Scolastica ricostruita secondo l'originale.
Nel chiostro sottostante, l'attendeva, per salutarlo, il personale di servizio dell'abbazia. Subito dopo, il Pontefice si è trasferito in auto al vicino cimitero militare polacco dove sono sepolti 1.052 caduti del ii Corpo del generale Anders.
Sul piazzale centrale, il Papa ha letto una preghiera per i caduti di tutte le guerre e di tutte le nazioni e ha acceso una lampada votiva che ha deposto al centro del sacrario. È stato l'ultimo atto di una giornata vissuta tra memoria e futuro nella riaffermazione del valore della pace.
(©L'Osservatore Romano - 25-26 maggio 2009)
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