martedì 26 maggio 2009

Quando il Papa fa politica economica (Accattoli)


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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CASSINO E MONTECASSINO (24 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

Quando il Papa fa politica economica

di Luigi Accattoli

[26 maggio 2009]

Caro direttore, l'altro ieri il Papa e ieri il cardinale Bagnasco sono tornati a battere sull'occupazione, della quale avevano parlato la settimana scorsa i cardinali Poletto a Torino, Tettamanzi a Milano, Sepe a Napoli.
E c'è da scommettere che i prossimi giorni udremo nuove voci, essendo questa la settimana di preparazione immediata alla grande colletta per soccorrere le vittime della crisi economica, che si farà domenica in tutte le chiese d'Italia.
Ciò che colpisce negli appelli del Papa e del cardinale Bagnasco è la puntualità dei richiami.
Benedetto ha parlato di «precari », «lavoratori in cassa-integrazione», «licenziati» e giovani che «fanno fatica a trovare una degna attività lavorativa». Bagnasco è andato più nel dettaglio, nominando i «posti di lavoro flessibili», gli «ammortizzatori troppo modesti» di cui dispone la «fascia dei precari», il «lavoro stabilizzato» che inizia a essere intaccato dai «licenziamenti». Come mai gli uomini di Chiesa si avventurano nello specifico del fenomeno occupazione e non si limitano ad appelli in termini generali? Per spiegare la puntualità dimostrata dai vescovi nei loro interventi occorre tener presente l'insegnamento che ricevono dalle iniziative di soccorso che stanno mettendo in opera.
Per il Papa dietro alla concretezza dei suoi interventi c'è il lavoro che sta conducendo per la pubblicazione di un'enciclica sociale.
Il cardinale Sepe ha fondato a Napoli una "Banca dei poveri", donando il proprio stipendio di un anno e parte dei risparmi personali per avviare un fondo che concederà "microcrediti" ai bisognosi. Il cardinale Tettamanzi ha dato vita a Milano - contribuendovi anch'egli con una donazione personale - a un Fondo Famiglia-Lavoro che ha raccolto 4,3 milioni di euro in poco più di quattro mesi. Iniziative analoghe sono state prese dai vescovi un poco ovunque ma c'è soprattutto quella che hanno avviato sul piano nazionale che li sta istruendo in materia di crisi economica: la "colletta" finalizzata all'istituzione di un «fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà», denominato "Prestito della speranza", che si terrà domenica prossima, 31 maggio, giorno di Pentecoste. Con quel fondo i vescovi intendono soccorrere con piccoli prestiti le famiglie che re- stano senza lavoro e che hanno almeno tre figli a carico. Si tratta dell'iniziativa di intervento sociale di maggiore impegno da quando esiste la Cei nella forma attuale. È una mossa audace: hanno calcolato che per essere efficace e rispondere ai suoi obiettivi il fondo abbisogna di un investimento di trenta milioni di euro. Esso dunque metterà alla prova la tenuta economica e la capacità organizzativa della Conferenza episcopale, guadagnandogli la gratitudine di chi viene oggi a trovarsi nell'estrema necessità.
C'è infine l'istruttoria condotta dal Papa in vista dell'annunciata enciclica sociale che viene preparando da anni e che ora sta aggiornando alle esigenze della crisi economica. A quanto si sa,essa dovrebbe sollecitare i responsabili politici ed economici della comunità internazionale a muoversi in due direzioni principali, per far fronte al dramma dei più poveri di tutto il mondo, di quelli cioè che vivono in condizioni di fame e che si teme che possano aumentare di un centinaio di milioni a causa dell'attuale crisi. La prima direzione è quella di approntare meccanismi di governo globale o mondiale dell'economia, in modo che si prendano decisioni non puramente finalizzate agli interessi dei paesi del benessere, ma tendenti a garantire una qualche opportunità per tutti i popoli. La seconda direzione è quella di "mettere i poveri al primo posto"- come ebbe a dire Papa Benedetto il 1° gennaio scorso - tendendo a realizzare una "solidarietà globale" che privilegi investimenti mirati al rilancio economico che abbiano come primi destinatari i più bisognosi. È sullo sfondo di quelle indicazioni ancora in elaborazione che diviene comprensibile quanto il Papa ha sollecitato domenica a Cassino, quando ha invitato a «ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie».Vi sono economisti che sostengono con argomenti macroeconomici la possibilità di contribuire al rilancio dell'economia mondiale con investimenti di soccorso ai più bisognosi e il Papa sollecita a "cercare" in quella direzione.

© Copyright Liberal, 26 maggio 2009 consultabile online anche qui.

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