lunedì 20 luglio 2009

Il Canavese accoglie Benedetto XVI (Scalvenzo)


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Il Canavese accoglie Benedetto XVI

di Annarita Scalvenzo

Un cielo incredibilmente terso e azzurro, un sole splendente mitigato da una leggera brezza ed una giornata di rara perfezione, hanno fatto da cornice alla visita di Sua Santità Benedetto XVI a Romano Canavese.
Fin dal primo mattino, i fedeli hanno raggiunto il piccolo centro alle porte di Ivrea, paese natio del Cardinal Tarcisio Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede ed al quale si deve questa venuta del Papa in Canavese. Ottima l’organizzazione che ha consentito alla gente di distribuirsi nei diversi punti allestiti con maxi schermi e alle autorità religiose e civili ed ai residenti di accedere a piazza Ruggia per assistere alla santa messa celebrata dal Cardinale Bertone e all’Angelus di Benedetto XVI.
«Una famiglia di fedeli che si è dilatata a comprendere tutta la parrocchia di Romano e il Canavese per vivere in modo speciale il giorno del Signore Risorto – ha detto il Vescovo di Ivrea, Monsignor Arrigo Miglio, aprendo la celebrazione -. Ma con il Santo Padre, nell’imminenza del suo arrivo, è la Chiesa universale che viene a noi».
La funzione, animata dai canti della Corale della Pastorale Giovanile, ha avuto il suo momento culminante nell’omelia del Cardinale Bertone, omelia che ha raccolto molti argomenti importanti, che sono poi ritornati anche nel saluto di benvenuto al Santo Padre da parte di Monsignor Miglio e nel discorso dello stesso Benedetto XVI.
Il Papa, ha detto Bertone, ha fatto l’onore di visitare il Canavese nell’Anno Sacerdotale che egli stesso ha istituito e che punta l’attenzione sulla figura del Pastore, su colui che viene chiamato dal Signore per guidare il suo popolo.
Il Cardinale ha invitato tutti a pregare affinché cresca il numero delle vocazioni in Canavese, una terra che – come ricorderà poco dopo anche il Papa – è già stata molto generosa ed a pregare affinché i giovani abbiano il coraggio di ascoltare la chiamata del Signore e seguirla.
Bertone ha ricordato un giorno del lontano 1949, «Quando ho detto ai miei genitori, papà Pietro e mamma Pierina, della mia intenzione di seguire la strada del sacerdozio». Una famiglia, quella del Cardinale Bertone, al centro di questa giornata, famiglia che come sottolineerà Benedetto XVI ha accolto il grande dono della vocazione e famiglia che domenica ha accolto il Cardinale e il Santo Padre per il pranzo domenicale nella casa natale di piazza Sarti, a poche decine di metri dalla piazza della chiesa parrocchiale.
L’arrivo di Benedetto XVI, previsto per le 11.30 nell’area ex Olivetti di Scarmagno dove il Papa è giunto in elicottero dalla residenza estiva di Les Combes nella vicina Valle d’Aosta, è stato annunciato da un volo radente di elicotteri dell’invalicabile servizio di sorveglianza che ha cinto il piccolo paese in un assedio inespugnabile. Il Papa ha poi raggiunto la chiesa parrocchiale a bordo di una berlina scura, dalla quale ha salutato la folla che si è assiepata lungo le vie.
«Grazie per il regalo di questa giornata, un dono ancora più grande perché giunge in questi pochi giorni di vacanza»: così il Vescovo di Ivrea ha salutato Benedetto XVI, non nascondendo la preoccupazione e la trepidazione per il lieve incidente domestico occorso al Papa all’alba di venerdì scorso.
Il Santo Padre, accolto da una folla festante, ha subito rivolto un saluto speciale al Cardinale Bertone, «Il mio primo collaboratore» e poi ha voluto rivolgere un «Grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno dimostrato vicinanza, affetto e simpatia», al personale medico di Aosta, «Che mi ha trattato con diligenza e simpatia e, speriamo, con successo finale».
Un ringraziamento a Monsignor Miglio, a Monsignor Bettazzi e al sindaco di Romano, Oscarino Ferrero, per i bellissimi doni ricevuti. Prima di recitare l’Angelus, Benedetto XVI ha ripreso ancora una volta il tema delle vocazioni ed ha invitato tutti a pregare la Vergine Maria, alla quale sono dedicati tanti santuari del Gran Paradiso e della pianura ed in particolare una preghiera alla «Madonna del Monte Stella, che veglia su di voi e che indichi la via della Speranza».

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