martedì 28 luglio 2009
Dialogo sulle nomine dei vescovi cinesi. È disgelo col Vaticano (Galeazzi)
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Riceviamo e con grande piacere e vera gratitudine pubblichiamo questa bella notizia:
Retroscena
Aumenta la collaborazione tra le Chiese
Dialogo sulle nomine dei vescovi cinesi
È disgelo col Vaticano
Si deve decidere il leader dell’episcopato e di cinque diocesi
È stata posticipata al 2010 in segno di apertura verso Roma
GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Il governo cinese «apre» al Vaticano sospendendo la nomina del presidente dei vescovi «patriottici».
È stato rimandato di sei mesi il «conclave» di Pechino nella speranza che si raggiunga la storica intesa tra Roma e Pechino, almeno su alcune delle questioni più discusse.
Secondo quanto appreso da «La Stampa», si sono appena conclusi colloqui ad alto livello con la controparte cinese e ora, in segno di apertura, il governo ha deciso di posticipare al 2010 l’assemblea dalla quale usciranno le nomine più importanti.
Oltre al nuovo leader dell’episcopato, sono in ballo le cinque diocesi di Taizhou nella regione di Zhejiang, Sanyuan nella Shaanxi, Hohhot nella Mongolia Interna, Wuhan e Haimen nella Jiangsu. In pratica Pechino rinuncia a scegliere i vescovi in attesa dell’intesa con la Santa Sede. Attraverso fonti vicine al governo cinese è stato riferito alla diplomazia pontificia che «per allargare la possibilità di scelta dei candidati, la convocazione è stata rimandata al 2010». Il motivo ufficiale è la celebrazione del 60esimo della fondazione del Paese, alla quale sarà invitata «una rappresentanza di personalità nel campo religioso» (inclusi i vescovi fedeli a Roma delle diocesi di Hong Kong e Macao). Secondo gli statuti della Chiesa cattolica cinese controllata dal governo, l’assemblea nazionale viene convocata ogni 5 anni. In casi speciali può essere anticipata o posticipata. Dopo la morte del vecchio leader, il vescovo Fu Tie Shan nell’aprile 2007, le autorità hanno imposto di rinviare l’assemblea nazionale dell’Associazione Patriottica e il Collegio dei vescovi per l’elezione dei nuovi presidenti. Adesso la scelta del governo di bloccare tutto in attesa dell’accordo con Roma arriva nei Sacri Palazzi come un segnale incoraggiante.
Ad aprire nuovi scenari tra Roma e Pechino, e quindi anche di un eventuale attesissimo viaggio di Benedetto XVI in Cina, è stata la lettera di due anni fa ai cattolici cinesi, in cui Joseph Ratzinger rivendica la nomina dei vescovi cattolici da parte del Papa e critica i metodi dell’Associazione Patriottica, ma esprime anche la volontà di dialogo con il governo. In campo cattolico è scoppiata una discussione sulla Lettera tra il cardinale Zen di Hong Kong e altri, in particolare padre Heydrickx (missionario belga, considerato «comprensivo» verso le ragioni cinesi, al contrario di Zen).
Secondo il primo la Lettera del Papa non invita affatto i cattolici «clandestini» a emergere e cioè a unirsi ai cattolici riconosciuti, cosiddetti «patriottici»; secondo Heydrickx, invece, impone loro di abbandonare la clandestinità e inserirsi nelle organizzazioni ufficiali.
Dopo la pubblicazione della lettera non ci sono state più ordinazioni illegittime (e cioè non autorizzate dal Vaticano) di vescovi patriottici né ordinazioni di vescovi clandestini (cioè contro la volontà del governo). Tutte le ordinazioni, compresa quella del vescovo di Pechino Li Shan, sono avvenute con il gradimento di entrambe le parti (senza un accordo formale, ma grazie a un «modus vivendi» di fatto). Sono previsti altri scambi informali e riservati tra le due parti. I cinesi chiedono la fine delle relazioni diplomatiche tra Vaticano e Taiwan e la «non interferenza» negli affari interni della Cina, mentre da parte vaticana si respingono le interferenze dell’Associazione Patriottica sulla Chiesa cattolica in Cina e si chiede che il Papa possa nominare liberamente i vescovi cattolici. Quattro mesi fa il vicepresidente dell’Associazione Patriottica, Liu Bainian, aveva annunciato la convocazione dell’Assemblea nazionale e del Collegio dei vescovi nella seconda metà del 2009.
© Copyright La Stampa, 28 luglio 2009
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