giovedì 10 dicembre 2009

Benedetto XVI all'ambasciatore cubano: progressi in tema di libertà religiosa nell'Isola. Il disgelo con gli Usa una chance di progresso (R.V.)


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Il Papa: "Nella città vivono – o sopravvivono – persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. E’ un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà. C’è invece in ogni uomo il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto" (Atto di Venerazione alla Madonna Immacolata)

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Benedetto XVI all'ambasciatore cubano: progressi in tema di libertà religiosa nell'Isola. Il disgelo con gli Usa una chance di progresso

Il disgelo con gli Stati Uniti, il miglioramento della libertà religiosa, la crisi economica mondiale che l’embargo ha reso più acuta e che richiede sia affrontata “su solide basi etiche” per la difesa dei diritti di tutti: sono gli elementi principali constatati da Benedetto XVI nella sua disamina della situazione di Cuba, affrontata nel discorso rivolto al nuovo ambasciatore dell’Isola caraibica presso la Santa Sede, Eduardo Delgado Bermudéz. Il Papa lo ha ricevuto stamattina in Vaticano per la presentazione delle Lettere credenziali. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Circa dodici anni fa, in un contesto internazionale molto diverso, l’auspicio di Giovanni Paolo II risuonò nei Caraibi e nel mondo: "Che Cuba si apra con tutte le sue meravigliose possibilità al mondo e il mondo si apra a Cuba ". Un decennio dopo, Benedetto XVI ha potuto constatare che quell’auspicio si è trasformato in un percorso in parte compiuto - “tra aspettative e difficoltà” - dall’Isola e i suoi abitanti. Cuba, ha riconosciuto il Papa, “ha raggiunto un ruolo decisivo, in particolare nel contesto economico e politico dei Caraibi e dell'America Latina”. Ma, rispetto al 1998, sono soprattutto le aperture registrate con il vicino gigante nordamericano ad aver schiuso la possibilità di una storia diversa dal passato:

“Alcuni segnali di un disgelo nei rapporti con i vicini Stati Uniti farebbero presagire nuove opportunità per un approccio reciprocamente vantaggioso, nel pieno rispetto della sovranità e del diritto degli Stati e dei loro cittadini”.
Oggi, ha osservato Benedetto XVI, Cuba si segnala per la sua collaborazione con molte nazioni “in settori vitali come l'alfabetizzazione e la salute” e nella promozione della cooperazione e la solidarietà internazionale”. E questo nonostante l’attuale scenario internazionale costringa i governi - ha affermato il Pontefice - a “porre rimedio alle gravi conseguenze della crisi finanziaria, senza trascurare le esigenze fondamentali dei cittadini”: “Come molti altri Paesi, anche il suo subisce le conseguenze della crisi globale che, unita agli effetti devastanti delle calamità naturali e dell’embargo economico, colpisce soprattutto le persone e le famiglie più povere. In questa complessa situazione si manifesta una volta di più l’urgente necessità di una economia che, costruita su solide basi etiche, ponga la persona e i suoi diritti, il suo benessere materiale e spirituale, al centro dei suoi interessi”.

Impegnata “con grande intensità” da mesi nei preparativi per la celebrazione, nel 2012, del quarto centenario della scoperta e della presenza dell'immagine benedetta della Madonna della Carità, Madre e Patrona di Cuba, la Chiesa caraibica è una istituzione, ha assicurato il Papa, che “si sente vicina alla popolazione” e che “vuole contribuire con il suo aiuto modesto ed efficace”. Il “rafforzamento della cooperazione raggiunto con le autorità nel suo Paese”, ha constatato Benedetto XVI, ha permesso “la realizzazione dei grandi progetti e l'assistenza alla ricostruzione, in particolare durante le calamità naturali”. In questo clima positivo, ha auspicato il Papa:

“Spero continuino a moltiplicarsi i segnali concreti di apertura per l'esercizio della libertà religiosa, come è stato fatto negli ultimi anni, come ad esempio la possibilità di celebrare la Messa in alcune carceri, di realizzare processioni religiose, di provvedere alla riparazione e alla restituzione di alcuni templi e alla costruzione di alcune case religiose, o la possibilità di disporre di tutele sociali per sacerdoti e religiosi. Così la comunità cattolica può esercitare più liberamente il suo compito pastorale specifico”.

Le antiche radici cristiane, ha proseguito il Papa, hanno donato a Cuba “uno straordinario patrimonio spirituale e morale che ha contribuito in modo decisivo a creare l'‘anima’ cubana, dandole un carattere e una personalità propria”, insegnandole quei valori morali e spirituali, come il rispetto per la vita dal concepimento alla morte naturale che, ha ribadito il Pontefice, “rendono l'esistenza umana più degna”. Dunque, sarebbe auspicabile, ha concluso Benedetto XVI, che il dialogo con le autorità cubane, in modo analogo ad altre nazioni, porti alla definizione di un quadro normativo per il “corretto e mai interrotto rapporto tra il Vaticano e Cuba”, che garantisca un adeguato sviluppo della vita e dell'attività pastorale della Chiesa in quella nazione”: “In questo senso, il servizio principale fornito alla Chiesa cubana è l'annuncio di Gesù Cristo e il suo messaggio di amore, di perdono e di riconciliazione nella verità. Una popolo che percorre questo cammino di armonia è un popolo che nutre la speranza di un futuro migliore”.

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