giovedì 29 gennaio 2009

Card. Castrillón Hoyos: «Contatti solo con Fellay. Quell'intervista ci era ignota» (Vecchi)

Castrillón Hoyos Il «mediatore» con la fraternità Pio X

«Contatti solo con Fellay Quell'intervista ci era ignota»

Il cardinale La piena comunione arriverà, nelle nostre conversazioni il leader ha riconosciuto teologicamente il Concilio

CITTÀ DEL VATICANO

«Guardi, noi eravamo in dialogo con le autorità della fraternità Pio X. Abbiamo sempre parlato con monsignor Fellay, il superiore. E fino all'ultimo momento di tale dialogo non abbiamo saputo assolutamente niente di questo Williamson, non se ne è mai parlato, penso proprio che nessuno ne fosse a conoscenza».
Il cardinale Darío Castrillón Hoyos, presidente della Pontificia Commissione «Ecclesia Dei», ha condotto le trattative con i lefebvriani verso la revoca della scomunica.
Il giorno prima che fosse resa pubblica, sabato scorso, nelle agenzie internazionali sono rimbalzate le parole e poi il video dell'intervista tv nella quale il vescovo antisemita negava l'esistenza delle camere a gas e della Shoah. Molti si sono chiesti perché non si sia fatto qualcosa, «congelato» il provvedimento o altro. Ma a quel punto, dice il cardinale, era già tutto fatto: «Quando ho consegnato il decreto firmato a monsignor Fellay non sapevamo niente dell'intervista, era stato giorni prima».
E a quel punto? «Evidentemente, a quel punto, il decreto era già in mano agli interessati. Preferisco non entrare nei dettagli, perché vanno al di là delle mie competenze. Ma noi abbiamo fatto quello che si doveva fare». Di una cosa è certo: «La piena comunione arriverà.
Nelle nostre conversazioni, monsignor Fellay ha riconosciuto il Concilio Vaticano II, lo ha riconosciuto teologicamente.
Restano solo alcune difficoltà... ».
Magari sulla Nostra Aetate, la dichiarazione che ha rappresentato una svolta nel rapporto con gli ebrei? «No, quello non è un problema. Si tratta di discutere aspetti come l'ecumenismo, la libertà di coscienza...».
Meno male che nel frattempo ha parlato il Papa: «Le parole del Santo Padre hanno messo in chiaro il pensiero della Chiesa anche rispetto a quel crimine orrendo che è la Shoah».
G. G. V.

© Copyright Corriere della sera, 29 gennaio 2009

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Saro' caustico. Qui i problemi sono due.
Uno e' con gli ebrei, ma e' relativo. Uno CHE MI SEMBRA PIU' GRAVE E' LA COMUNIONE DELLA CHIESA.
Non mi sembra che tutta la comunita' San Pio X fosse pronta alla revoca della scomunica. Ora che si fa, se ne scomunica di nuovo una parte?
Ci vorra' del tempo.......ma un giorno si capira' come e' potuto succedere tutto questo pasticcio.
Qui c'e' una concatenazione di errori (ricorrenze "sbagliate" ecc.) che non si era mai vista che io ricordi: nella diplomazia vaticana...

Anonimo ha detto...

ps: quando parlo di comunione con la chiesa: parlo innanzitutto dell'ACCETTAZIONE DEL CONCILIO VATICANO II!!!

Anonimo ha detto...

Il grande problema della comunità di san Pio X è che non sanno cosa sia la comunione ecclesiale. Putroppo anche dentro la chiesa cattolica ci sono esempi di non totale comunione, ma lì ognuno fa di testa sua. Prima di rientrare in comunione con Roma dovranno oltre riconoscere il CVII anche fare un grande sforzo di comunione e totale obbedienza verso il santo padre. Marco