mercoledì 28 gennaio 2009

La lettera dei Lefebvriani: «Uomini di buona volontà, perdonateci» (Ambrogetti)


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BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

Riceviamo e pubblichiamo:

La lettera dei lefebvriani: «Uomini di buona volontà, perdonateci»

Angela Ambrogetti

E arriva una richiesta di perdono.
Dopo giorni di dibattito rovente tra cattolici ed ebrei che lasciava prevedere una seria crisi nel dialogo intrapreso dopo il concilio Vaticano II, ieri sera la santa Sede ha pubblicato una lettera di monsignor Bernard Fellay, Superiore della Fraternità San Pio X: «Domandiamo perdono al Sommo Pontefice e a tutti gli uomini di buona volontà, per le conseguenze drammatiche di tale atto». Riferimento alle dichiarazioni negazioniste di Williamson di cui «riconosciamo l’inopportunità». Ma senza rinnegarle.

La nota dei lefebvriani afferma anzi che «non possiamo che constatare con tristezza che esse hanno colpito direttamente la nostra Fraternità discreditandone la missione». E che «è evidente che un vescovo cattolico non può parlare con autorità ecclesiastica che su questioni che riguardano la fede e la morale. La nostra Fraternità non rivendica alcuna autorità sulle altre questioni».
Insomma il perdono sembra sia chiesto per la «inopportunità» delle affermazioni, non tanto per il loro contenuto. «Le affermazioni di monsignor Williamson - si legge ancora nel testo di Fellay - non riflettono in nessun caso la posizione della nostra Fraternità. Perciò io gli ho proibito, fino a nuovo ordine, ogni presa di posizione pubblica su questioni politiche o storiche».
Immediata la replica del rabbino di Roma, Riccardo Di Segni: «Vorrei sapere con molta chiarezza qual è il pensiero dei lefebvriani sulle affermazioni del Concilio Vaticano II a proposito degli ebrei. Mi sembra che il termine inopportuno sia assolutamente improprio rispetto all’enormità della Shoah».

Intanto monsignor Williamson sul suo blog Dinoscopus (http://dinoscopus.blogspot.com/) esulta per la revoca della scomunica: «Nessuno può più dire che i cattolici impegnati nella difesa della tradizione sono “fuori della Chiesa”». E il decreto di revoca «non impegna la società a null’altro che a cominciare discussioni». Williamson negli anni ha commentato fatti come l’11 settembre alla luce degli antisemiti “Protocolli di Sion”. E ora racconta che nel 2000 i lefevriani avevano posto due condizioni per il dialogo: la messa preconciliare e il ritiro della scomunica. Anche per questo i vescovi svizzeri hanno pubblicato una nota. In molti nella diocesi di Sion, dove si trova Ecȏne, erano rimasti interdetti dopo l’annuncio. Perfino il vescovo locale ha appreso la notizia dai giornali.
Monsignor Kurt Koch, presidente della Conferenza episcopale elvetica ha definito «intollerabile» la negazione della Shoah e ha chiesto ai lefebvriani di riconoscere esplicitamente il concilio Vaticano II e la dichiarazione conciliare “Nostra aetate” sui rapporti con l’ebraismo. Il decreto «è l’espressione della volontà del Papa di riassorbire lo scisma con una comunità che conta nel mondo alcune centinaia di migliaia di fedeli e 493 preti. Si è tuttavia prestata poca attenzione – sottolinea ancora la nota dei vescovi svizzeri - al fatto che questi quattro vescovi rimangono sospesi a divinis. Non è loro permesso, pertanto, di esercitare il loro ministero episcopale». Insomma, «la revoca della scomunica non è la riconciliazione o la riabilitazione, ma l’apertura della strada verso la riconciliazione».
Un cammino che si prospetta quindi lungo e complesso. Koch aggiunge: «Noi vescovi svizzeri, preghiamo i membri delle comunità ebraiche svizzere di scusare le irritazioni di questi ultimi giorni. Coloro che conoscono Benedetto XVI e il suo atteggiamento positivo nei confronti dell’ebraismo sanno che non può tollerare gli sbandamenti indifendibili di monsignor Williamson».

© Copyright Il Secolo XIX, 28 gennaio 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, ti segnalo questo articolo dal controverso sito di Maurizio Blondet:
Il vescovo e il rabbino di Domenico
Savino
http://www.effedieffe.com/
Puoi leggerlo sotto la colonna free
Alessia