giovedì 29 gennaio 2009

Bertone: Il Concilio asse portante del Magistero di Benedetto XVI (Osservatore Romano)


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Il cardinale Bertone per i sessant'anni del Circolo di Roma

Il Concilio asse portante del magistero di Benedetto XVI

La fedeltà ai testi del Concilio è l'orientamento che deve guidarne la recezione, affinché esso porti frutti nuovi di santità e di rinnovamento sociale. Lo ha ribadito il cardinale Tarcisio Bertone in una conferenza per i sessant'anni del Circolo di Roma, illustrando mercoledì pomeriggio, 28 gennaio, le linee portanti del magistero di Benedetto XVI.
Nel palazzo diaconale di Santa Maria in Cosmedin, sede dell'associazione, il segretario di Stato ha respinto le tesi di una rottura tra Chiesa preconciliare e Chiesa postconciliare secondo le quali i testi non sarebbero la vera espressione dello spirito del Vaticano ii, ma il risultato di compromessi per raggiungere l'unanimità.
"Alcuni - ha spiegato - ritengono il Concilio una specie di Costituente, che elimina una costituzione vecchia e ne crea una nuova. Ma questo è assurdo - ha replicato - perché la costituzione essenziale della Chiesa viene dal Signore e ci è stata data affinché noi possiamo raggiungere la vita eterna e, partendo da questa prospettiva, siamo in grado di illuminare anche la vita nel tempo e il tempo stesso". Dunque Benedetto XVI va ascritto a pieno titolo nel novero dei Pontefici che hanno detto no all'ermeneutica "della discontinuità" e sì a quella "della riforma", come fu presentata da Giovanni xxiii all'apertura del Vaticano ii e confermata da Paolo vi nel discorso di conclusione.
In proposito Bertone ha ricordato che fu proprio monsignor Giovanni Battista Montini, nel 1949, quando era sostituto alla segreteria di Stato, a fondare il Circolo di Roma. L'associazione, che ha lo scopo di favorire conoscenza e cooperazione fra personalità del mondo culturale e diplomatico, promuove iniziative che mirano al riavvicinamento tra cristiani in spirito ecumenico e organizza riunioni tra persone di varie nazionalità per discutere di proposte nate da una concezione spirituale della vita.
Affrontanto il tema della conferenza affidatogli, il segretario di Stato ha definito il Pontificato di Joseph Ratzinger un'opera in costruzione, poiché tre anni e alcuni mesi sono ancora pochi per tracciare un bilancio, anche se bastano per intuirne i motivi di fondo. Innanzitutto, dunque, lo straordinario evento ecclesiale che è stato il Vaticano ii, attorno al quale si sono cristallizzate due interpretazioni contrastanti: quella della discontinuità e della rottura, che spesso si è avvalsa della simpatia dei media e di una parte della teologia moderna, ha causato confusione; e quella della riforma e del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa che il Signore ha donato, la quale silenziosamente ma sempre più visibilmente ha portato frutti. Essa permette di cogliere anche la visione della missione della Chiesa in Papa Ratzinger, il quale ha saputo riprendere con profondità di dottrina e saggezza pastorale quanto il Concilio afferma nella Lumen gentium e nella Gaudium et spes.
Forte della fedeltà al Vaticano ii, per il segretario di Stato, questo Pontefice è soprattutto servitore dell'unità. La sua incessante tensione verso la riconciliazione all'interno della Chiesa cattolica e l'ecumenismo affondano le radici nell'omelia pronunciata in occasione dell'inaugurazione del Pontificato, con il richiamo a ricucire i fili strappati della rete di Cristo, che è la Chiesa: ecco cosa ha motivato i suoi interventi tendenti alla riconciliazione e all'unità dei cattolici come la lettera ai cinesi, il motu proprio Summorum Pontificum e il recentissimo gesto verso i seguaci di Lefebvre; ecco la chiave di lettura del costante anelito verso l'unità di tutti i cristiani, obiettivo già caro al Giovanni Paolo ii e che vede Benedetto XVI impegnato in un sereno e paziente dialogo con esponenti delle Chiese ortodosse e delle altre confessioni e comunità ecclesiali.
Il porporato ha evidenziato come in tutto questo sia centrale il riferimento a Cristo. In un'epoca in cui proliferano pubblicazioni su Gesù con visioni contrastanti, alcune delle quali riprendono persino antiche teorie esoteriche, Benedetto XVI invita a conoscere il Cristo nella sua verità storica, per poterlo incontrare nel suo mistero di salvezza.
A questo mira il libro Gesù di Nazaret, del quale si attende il preannunciato seguito: esso dice tutta la passione che il Pontefice nutre per il Gesù dei Vangeli, figura storicamente affidabile e convincente per ogni uomo di qualsiasi cultura che si avvicini ai racconti evangelici senza pregiudizi.
Ma per dialogare con la modernità occorre che la fede del cristiano sia solida; essa non può essere ridotta a un mero sentimento privato. Si comprende perciò l'importanza che nel magistero del Papa rivestono il fondamento razionale della fede e il rapporto che esiste tra fede e ragione.
Il segretario di Stato ha poi accennato ai principali documenti del Pontificato ratzingeriano, le encicliche Deus caritas est e Spe salvi e l'esortazione apostolica postsinodale Sacramentum caritatis, e agli altri temi di carattere etico e sociale che in esso affiorano di continuo: la dignità umana, la difesa della vita, la tutela della famiglia fondata sul matrimonio. Concetti che stanno alla base di ogni dialogo sui valori della civiltà e sui rapporti interculturali. Perciò il tema del dialogo tra le culture e tra le religioni emerge come una priorità. L'attenzione del Papa manifesta una particolare sensibilità nei confronti dell'ebraismo - basti pensare alle parole pronunciate all'udienza generale del mattino stesso - e dell'islam, come testimoniato per esempio dalla vista in Turchia.
Analizzando poi strategia e geografia dei viaggi internazionali, Bertone ha rievocato quelli memorabili per le Gmg a Colonia nel 2005 e l'anno scorso a Sydney, in cui Benedetto XVI è sembrato avere un'unica preoccupazione: confidare alle nuove generazioni il segreto duraturo della felicità che è Cristo, mettendo in guardia dalle insidie del nichilismo e delle mode passeggere della società edonista.
Con i grandi della terra - come è accaduto negli Stati Uniti d'America, all'Onu, in Turchia e in Francia, ma anche in Brasile e a Valencia - il Papa si è rapportato con l'attitudine semplice e cordiale di chi è portavoce d'un messaggio di speranza.
Pellegrino a Lourdes e al Santuario di Mariazell, egli ha invitato l'umanità a ricorrere al sostegno della Vergine. Questa cifra mariana si può scorgere anche nelle visite pastorali alle parrocchie di Roma e in Italia: Bari, Manoppello, Verona, Vigevano e Pavia, Assisi, Loreto, Velletri, Napoli, Savona e Genova, Santa Maria di Leuca e Brindisi, Cagliari e Pompei.
Infine il cardinale Bertone ha posto l'accento sulla profonda spiritualità che anima questo Pontificato, con i richiami costanti al primato dello spirito, della preghiera, della Parola di Dio nei vari incontri di Benedetto XVI con sacerdoti e laici.

(©L'Osservatore Romano - 30 gennaio 2009)

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