giovedì 29 gennaio 2009

Lefebvriani, la nota di Massimo Franco: Il tentativo difficile di ridimensionare un caso gestito male


Vedi anche:

Il post di denuncia di un/a amico/a anonimo/a. Lo riporto in evidenza nel blog perchè tutti leggano: dai fedeli alla curia!

Facciamo un po' di dietrologia...

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Domenica don Floriano Abrahamowicz ha contestato il decreto di revoca della scomunica (Il Giornale)

Le parole del Papa non sono servite a nulla. Il Rabbinato di Gerusalemme annulla l'incontro cattolici-ebrei

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Rapporti Cattolici-Ebrei, il Papa è sempre stato molto chiaro. Ma c’è chi fa finta di non capire (Tornielli)

Il Papa: «No al negazionismo. Sono vicino agli ebrei» (Tornielli)

Secondo il rabbino Laras il Papa avrebbe dovuto parlare prima. E quando?

Secondo Mineo la revoca della scomunica ai Lefevbriani avrebbe causato problemi anche con la comunità islamica

Polemiche in Germania: gli ebrei tedeschi disertano le cerimonie nella Giornata della Memoria (Caracciolo)

Intervista negazionista di Williamson: comunicato del Distretto tedesco della Fraternità di San Pio X

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Card. Bertone: Williamson episodio doloroso, polemiche chiuse

Se i liberali difendono una scomunica (Polito)

Le garanzie del Concilio: analisi di Angelo Scelzo

UDIENZA GENERALE: I VIDEO

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Il Papa: "Preghiamo perché i pastori della Chiesa acquisiscano sempre più sentimenti paterni, insieme teneri e forti, nella formazione della Casa di Dio, della comunità, della Chiesa" (Catechesi udienza generale)

Le parole del Papa sulla Shoah e la remissione della scomunica ai Lefebvriani: il commento di Salvatore Izzo

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Le parole di gioia del Papa per l'elezione del Patriarca Kirill

Le parole del Papa sulla Shoah

Le parole del Papa sulla revoca della scomunica ai vescovi lefebvriani

Don Vitiello: Unire il mondo cattolico non significa non essere dalla parte degli ebrei (Vivenzio)

Mons. Bromuri: Sui vescovi lefebvriani molti commentatori e giornalisti incapaci di fare distinzioni (Sir)

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Lefebvriani, Lezione del Papa «laico» ai teorici del dialogo (Il Tempo)

Il testo integrale della lettera che Mons. Fellay ha inviato al Papa a proposito delle dichiarazioni negazioniste di Williamson

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

Il tentativo difficile di ridimensionare un caso gestito male

Israele riconosce il «grande passo» di Benedetto XVI. Resta l'imbarazzo

Massimo Franco

Lo sforzo di rimarginare la ferita è vistoso. E il «grande passo avanti» che le parole dette ieri da Benedetto XVI rappresentano per il Rabbinato d'Israele, sono il segno che il tentativo è stato compreso.
Dopo le affermazioni indegne del vescovo Richard Williamson, tese a confutare l'orrore dei lager nazisti, il Papa ha lanciato il suo monito contro «l'oblìo, la negazione e il riduzionismo». Ma rimane una perplessità per il modo in cui è stata preparata la riconciliazione fra Vaticano e lefebvriani; e per la sottovalutazione del contesto nel quale avveniva.
Impressiona un pontefice costretto più volte, negli ultimi tempi, a spiegare le posizioni della Santa Sede.

La tesi benigna è che esista una difficoltà di comunicare correttamente le decisioni prese Oltre Tevere; quella maligna è che i problemi nascano da una certa estemporaneità. Sarebbero la conseguenza di un governo vaticano sorpreso da «un fatto anomalo, improvviso e inaspettato» come il caso Williamson, nelle parole del Segretario di Stato, cardinale Tercisio Bertone; e dunque esposto a malintesi, incomprensioni e tensioni.

Benedetto XVI ha dovuto usare tutto il suo grande prestigio per arginare i contraccolpi. Sia L'Osservatore Romano, sia il portavoce padre Federico Lombardi hanno dato l'interpretazione autentica della strategia vaticana verso Israele; e dichiarato che il dialogo fra Chiesa cattolica ed ebraismo va proseguito «con frutto e serenità». Il fatto che la diocesi di Ratisbona, in Germania, abbia messo al bando il lefebvriano britannico Williamson, accentua l'impressione di un incidente non voluto. Sono state alcune coincidenze temporali a renderlo particolarmente grave: il 50˚ del Concilio Vaticano II, osteggiato dai seguaci di monsignor Lefebvre; e le posizioni di alcuni di loro sulla Shoah, lo sterminio degli ebrei negli anni del nazismo.

I contatti per riportare i «ribelli» nell'alveo dell'ortodossia duravano da tempo. Ed era chiara la volontà di chiudere il cerchio prima che si affacciasse la seconda generazione lefebvriana, meno sensibile al richiamo dell'unità. Ma la scelta del momento ed il modo si sono rivelati come minimo controproducenti. La sensazione è che adesso sia la Santa Sede sia il governo israeliano vogliano ridimensionare per quanto è possibile l'accaduto; e ridurre le conseguenze negative che può avere. È stata anche ipotizzata una visita del Pontefice alla Sinagoga di Roma.
Formalmente, rimane ancora in piedi lo stesso progetto di un viaggio papale in Terra Santa. Ma ieri David Rosen, consulente del Gran Rabbinato di Israele, ha avvertito che il «fatto importante, buono e utile» venuto da Benedetto XVI potrebbe non bastare. Il caso Williamson lascerebbe un alone di ambiguità tale da oscurare la condanna «commovente e impressionante» dell'antisemitismo, pronunciata da Giovanni Paolo II. Bertone gli ha replicato difendendo Benedetto XVI; e archiviando l'«episodio dolorosissimo». Se non della realtà, quella di Bertone è la fotografia di una speranza.

© Copyright Corriere della sera, 29 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Raffaella di avermi risposto. Concordo con te che ol caso è stato gestito male, ma ti domando: a chi può giovare una situazione del genere con Papa perennemente screditato? Centra forse Pio XII? Oppure il viaggio in Terra Santa? Questo Papa è scomodo per qualcuno?
Cordiali saulti Sandra Spina

Raffaella ha detto...

Non so se c'entri la beatificazione di Pio XII o il viaggio in Israele, ma e' sicuro che il Papa abbia "pestato molti piedi" importanti in questi anni.
Inoltre la sua chiarezza fa paura in un mondo che ha sembra avere perso la speranza.
I media non possono attaccare la sua intelligenza o la sua integrita'. Cercano allora di screditare i suoi atti o di sminuirne la portata.
R.

Anonimo ha detto...

Domanda interessante: "A chi può giovare?"

Ormai è molto difficile non cadere nella tentazione di dietrologie.

Fatto stà: pare che ci sia l'assoluta incapacità da parte di chi di dovere di gestire questa situazione. Purtroppo la politica mediatica della Santa Sede è del tutto lacunosa, senza una vera gestione, una vera capacità. Questo succede quando persone non competenti devono confrontarsi con una situazione veramente difficile.

Ora: pare che tutto sia costruito ad arte, e che gli autori siano da cercare in varie sedi. Purtroppo l'incapacità gestionale fa sì che avversari di ogni genere possono giuocare il loro giuoco con estrema facilità. Ecco perché è importante avere l'opportunità anche attraverso questo blog di potersi creare una visione d'insieme rispetto a ciò che sta accadendo.

Comunque sia: ci si avvicina sempre di più ad una situazione romanzesca.

Ha ragione chi pensa che qualcuno vuole "eliminare" una persona scomoda.

Situazione triste. Ora il lavoro è ancora più difficile, e purtroppo faccende come queste rubano parecchio tempo.

mariateresa ha detto...

rientro adesso e trovo proprio un bel clima. cari amci come non è vero che ci si abitua a tutto! Io ancora non mi sono abituata a questo dagli addosso.
E' dall'inizio di pontificato che questo era nell'aria.Diciamo la verità, ma per la soluzione finale, secondo alcuni auspicata, è necessario maturare un clima. E piano piano l'hanno maturato. mi dispiace di parlare così , molto, ma la mia sincera impressione è questa.Il clima giusto si crea quando non uno o un gruppo ti sta addosso, ma tutti insieme. L'intervista del prete disgraziato di Treviso era lì da chissà quanto tempo e altre sono di sicuro in pentola. Questa è una campagna orchestrata. Un minchione lo capisce.I fatti e anche i non fatti, come avvenuto nel recente passato, vengono presi e direzionati dove si vuole andare a colpire e nel tempo opportuno. Io dico che questo è troppo per un uomo solo.
In questo blog Raffaella ha tirato le somme dell'anno appena trascorso.Limitiamoci a quelle. Non vi basta?
Io non voglio adesso fare un trattato, anche perchè arrabbiata come sono, posso dire delle cavolate e prendere fischi per fiaschi, tirerò un bel respiro e ci penserò sopra.
Non ho nemmeno voglia di dare le colpe a questo o a quell'altro, c'è tempo per questo. Io dico che aspetto Avvenire al varco e l'Osservatore Romano e padre Lombardi. E non solo.

Anonimo ha detto...

Cari amici, è chiaro che si avverte come "scomoda" una personalità come quella di Papa Benedetto, chiara, limpida e rigorosa, la quale non può che concepire il messaggio cristiamo in tutta la sua integrità e assolutezza, senza cedere a compromessi, ad annacquamenti, e a tentazioni sincretistiche e relativistiche. Ma purtroppo tutto ha un costo, anche questa svolta (che io personalmente condivido) rispetto alla linea complessiva del Pontificato di Giovanni Paolo II. Ebbene, i costi vanno affrontati, si pagano, e intanto continuiamo il cammino fiduciosi in lui, la nostra guida donataci il 19 aprile 2005. Questo ragionamento , come per incanto, ha fatto svanire nel nulla gli inconsistenti dilemmi di Massimo Franco come questo "Chiesa: cattiva comunicazione o estemporaneità delle iniziative"? Alla fine questo ritrovato rigore nella Chiesa non potrà che prevalere sugli starnazzamenti vari, e la Chiesa non potrà che guadagnarne in forza coerenza e prestigio. Carla