lunedì 24 novembre 2008

Il Catholicos di Cilicia degli Armeni, Aram I, è a Roma, da ieri a giovedì, per incontrare Benedetto XVI (Radio Vaticana)


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Il Catholicos di Cilicia degli Armeni, Aram I, è a Roma, da oggi a giovedì, per incontrare Benedetto XVI

Il Catholicos di Cilicia degli Armeni, Aram I, è a Roma da oggi (ieri) a giovedì 27 novembre per incontrare Benedetto XVI. In programma due momenti diversi di incontro. La visita avviene in un contesto di buone relazioni, confermate anche dalle numerose visite dei Catholicos sia di Etchmiadzin che di Cilicia.

Il programma della visita prevede significativi momenti di preghiera. Benedetto XVI e Aram I si incontreranno due volte.

Alle ore 11.45 di lunedì 24 novembre, nel Palazzo Apostolico, il Papa riceverà il Catholicos.

In precedenza, alle ore 9.30, Aram I visiterà la Basilica vaticana, pregherà davanti alla tomba di Giovanni Paolo II e poi davanti alla statua di San Gregorio l’Illuminatore che si trova in una nicchia esterna della Basilica. Il secondo incontro avverrà mercoledì 26 alle ore 10.30 in occasione dell’udienza generale. Per quanto riguarda il programma degli altri impegni: lunedì 24, alle ore 17, Aram I sarà nella Basilica di San Paolo fuori le Mura per una breve liturgia. Martedì 25 parteciperà, alle ore 19.30, ai Vespri nella Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, memoriale dei martiri del ventesimo secolo, e a un incontro di preghiera a Santa Maria in Trastevere. Inoltre sono previste conversazioni con il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, il segretario, il sotto-segretario e gli officiali della sezione orientale del dicastero. Il Catholicos sarà anche ricevuto dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Un evento di rilievo, poi, sarà la visita alla Pontificia Università Urbaniana dove, martedì alle ore 11, Aram I terrà la lectio magistralis sul tema: "The Christians in the Middle East".
Ricordiamo che lo stesso Aram I è venuto a Roma a gennaio 1997 per incontrare Giovanni Paolo II. Bisogna, inoltre, ricordare che la Chiesa armena è distinta in due Catholicossati, quello di Etchmiadzin e quello di Cilicia. Si tratta di una distinzione che ha motivi storici, ma in ogni caso tutti gli armeni costituiscono una sola Chiesa.

Sul significato della visita, Filippa Hitchen ha intervistato il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani:

R. – Certamente è una visita di cortesia, ma al contempo molto più di una visita di cortesia, perché la Chiesa armena in Cilicia fa parte della famiglia delle Chiese orientali ortodosse e noi siamo in dialogo con loro. Per questo, la visita ha anche un significato ecumenico. In secondo luogo, Aram I è una persona molto stimata nel contesto dell’ecumenismo. In terzo luogo, con lui possiamo discutere anche della situazione del Libano che un tempo era un Paese cristiano mentre ora la maggioranza della popolazione non è più cristiana; le Chiese, però, e soprattutto i leader delle Chiese hanno in Libano un’influenza politica molto importante e quindi si apre il dialogo sulla pace in Medio Oriente.

D. – Un altro tema importante: il Catholicos viene anche per venerare la memoria dei martiri del cosiddetto genocidio degli Armeni. Secondo lei, cosa può fare la Santa Sede? Qual è la posizione della Santa Sede riguardo a questa grande ferita?

R. – Certamente è una ferita nella coscienza e nel cuore di tutti gli armeni e la posizione della Santa Sede è stata espressa da Giovanni Paolo II quando fece visita in Armenia: lui ha visitato il memoriale delle vittime del genocidio e il Papa ha usato anche questo termine, malgrado esso non piaccia ai turchi. Non si tratta del termine: è un fatto che ci siano state moltissime vittime e quindi questa è una memoria che ha bisogno di guarire. Io non so se la Santa Sede possa fare qualcosa per migliorare i rapporti tra Turchia e Armenia, ma nondimeno questa è una cosa molto importante per la pace in Medio Oriente. La Chiesa cattolica deve essere dapprima con le vittime, questo è un principio importante per il nostro agire.

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