sabato 22 novembre 2008

Il Papa nomina "revisore dei conti" l'economista coreano Hong-Soon Han che al Sinodo criticò la gestione del denaro da parte degli ecclesiastici(Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo questo articolo di Salvatore Izzo (Agi) su una nomina controcorrente e coraggiosa del Papa.
R.

PAPA: BILANCI S.SEDE A ECONOMISTA COREANO CHE CRITICO' GESTIONE

(AGI) - CdV, 22 nov.

Salvatore Izzo

Al Sinodo dello scorso ottobre si era distinto tra gli "auditores" per una forte richiesta di moralizzare la Chiesa Cattolica riguardo all'uso del denaro.
E ora il Papa ha deciso di nominarlo "revisore generale della Prefettura degli Affari Economici", un dicastero che in Vaticano ha la funzione della Corte dei Conti. Si tratta dell'economista coreano Thomas Hong-Soon Han, docente di politica internazionale alla Hankuk University di Seoul e gia' membro del Pontificio Consiglio per i Laici.
"I capi della Chiesa - aveva detto alla presenza di Benedetto XVI - devono fare un serio esame degli stili di vita e dei beni in seno alla Chiesa alla luce della Parola di Dio e prendere ogni possibile misura per promuovere la dottrina sociale".
Professore di economia presso il "College of Business and Econoics" di Seoul, Han e' intervenuto alla XIV Congregazione generale del Sinodo, lo scorso 14 ottobre. "Abbiamo bisogno - aveva detto ancora - di educatori competenti nel campo della dottrina sociale e nello studio della Parola di Dio" e dunque "la Chiesa dovrebbe investire risorse umane e finanziarie nella formazione di educatori".
In particolare, per il prof. Han la Chiesa, "nel concludere contratti commerciali, deve garantire che contengano principi di giustizia, retribuzioni sufficienti per vivere e buone condizioni di lavoro.
Purtroppo - aveva lamentato - i precedenti della Chiesa non sempre sono stati all'altezza".
Di qui l'auspicio che "il Sinodo promuova uno stile di vita biblico proprio di una Chiesa che rende testimonianza e promuove una formazione performativa dei laici".
Parole molto dure, ma evidentemente tanta franchezza ha convinto Papa Ratzinger.
Personaggio di punta nel mondo accademico, nella societa' civile e nella comunita' cattolica sudcoreana, il prof. Han e' tra i sostenitori di un processo graduale e morbido per la riunificazione delle due Coree. "Noi - ha spiegato in un'intervista al mensile 'Popoli' - vogliamo anzitutto cominciare a parlarci e, gradualmente, avviare relazioni economiche. Dal punto di vista politico ed economico e' chiaro che entrambi i Paesi dovranno sacrificare qualcosa. Per questo e' importante insistere sugli aspetti culturali di questo processo di riavvicinamento, valutare fino a che punto teniamo veramente al dialogo.
E' come se fossimo due coniugi che hanno divorziato e un giorno decidono di provare a ritornare insieme: ci vuole tempo, non e' una cosa che si improvvisa. Siamo alla primissima tappa, per quanto importante: e' l'inizio dell'inizio. Un altro obiettivo che ci dobbiamo porre - ha spiegato - e' la 'coreanizzazione' dei problemi coreani: la riunificazione e' un problema coreano che va perseguita nel contesto della comunita' internazionale ma non esclusivamente".
In Corea, poi, il prof. Han e' tra i laici piu' impegnati nella difesa della vita: collaboratore da Seul dell'agenzia AsiaNews, espressione del Pontificio Istituto Missioni Estere, ha denunciato che nel mondo "il 50 per cento degli aborti avviene in Asia e molti di essi sono aborti selettivi; viene portata avanti una spregiudicata ricerca scientifica che non ha regole etiche; infine il fenomeno della corruzione a tutti i livelli. Al cristianesimo, che rappresenta l'1 per cento della popolazione asiatica - ha affermato - rimane la sfida della testimonianza ma anche la possibilita' di non fermarsi a denunciare ma di proporre soluzioni concrete e possibili partecipando ai pubblici dibattiti e dentro un'alleanza con le altre religioni".
Infine, sul fronte del dialogo interreligioso, il nuovo "revisore generale" della Prefettura degli Affari Economici sostiene che il Cattolicesimo e il Confucianesimo condividono idee e valori "rilevanti" per l'economia, in quanto sostengono entrambi "la responsabilita' sociale d'impresa".
Le due visioni, ha scritto, si "completano a vicenda".

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