giovedì 16 aprile 2009

L'incontro tra Francesco e Innocenzo III raccontato da san Bonaventura (Osservatore Romano)


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L'incontro raccontato da san Bonaventura

Nella Legenda maior, san Bonaventura narra l'incontro tra Francesco e Innocenzo III.

Giunto alla curia romana e introdotto al cospetto del sommo Pontefice, espose il suo proposito, chiedendo umilmente e vivamente che gli fosse approvata la suddetta regola di vita. Il Vicario di Cristo, Papa Innocenzo III, uomo davvero illustre per sapienza, ammirando nell'uomo di Dio la purezza di un animo semplice, la fermezza nel proposito e l'infiammato ardore di una volontà santa, si sentì incline a concedere un benigno assenso. Tuttavia non volle approvare subito ciò che chiedeva il poverello di Cristo, perché ad alcuni cardinali sembrava qualcosa di nuovo e arduo per le forze umane. Tra i cardinali, però, c'era un uomo degno di venerazione, il signore Giovanni di San Paolo, vescovo di Sabina, amante di ogni santità e sostegno dei poveri di Cristo che, infiammato dal divino Spirito, disse al sommo Pontefice e ai suoi fratelli: "Se respingiamo la richiesta di questo povero come una cosa nuova o troppo ardua, dato che in realtà chiede soltanto che gli sia approvata una forma di vita evangelica, dobbiamo stare attenti a non offendere il Vangelo di Cristo. Infatti, se uno dice che nell'osservanza della perfezione evangelica e nel voto di praticarla vi è qualcosa di nuovo e irrazionale o di impossibile, è colpevole di bestemmia contro Cristo, autore del Vangelo". Dopo queste parole, il successore dell'apostolo Pietro, rivoltosi al povero di Cristo, disse: "Figlio, prega Cristo affinché per mezzo tuo ci mostri la sua volontà, e quando l'avremo conosciuta con maggiore certezza, potremo accondiscendere con più sicurezza ai tuoi pii desideri".
Il servo di Dio onnipotente, affidandosi totalmente alla preghiera, con le sue devote orazioni ottenne per sé le parole che avrebbe dovuto dire e per il Papa la disposizione d'animo. Infatti, dopo aver raccontato, così come Dio gliel'aveva suggerita, la parabola di un ricco re che con gioia aveva sposato una donna bella e povera, e dei figli avuti da lei, così somiglianti al re che li aveva generati da dover essere allevati alla sua mensa, soggiunse la spiegazione: "Non c'è da temere che i figli ed eredi dell'eterno Re muoiano di fame, perché essi, nati a immagine di Cristo Re per virtù dello Spirito Santo da una madre povera, è necessario che siano generati dallo spirito di povertà in una religione poverella. Se, infatti, il Re dei cieli promette ai suoi imitatori il regno eterno, quanto più provvederà per loro quelle cose che elargisce indifferentemente ai buoni e ai cattivi". Il Vicario di Cristo, avendo ascoltato con attenzione questa parabola e la sua interpretazione, restò pienamente ammirato e riconobbe senza ombra di dubbio che, in quell'uomo, aveva parlato Cristo.

(©L'Osservatore Romano - 16 aprile 2009)

San Bonaventura, " Vita di San Francesco - Legenda maior", Paoline Edizioni 2009...clicca qui.

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