mercoledì 15 aprile 2009

Il Papa: "Lasciamoci illuminare dallo splendore del Signore risorto"


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Voci dal terremoto. Cristo ha messo le tende ad Onna (Brasioli)

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Corrado Augias fa il teologo ma dimentica il catechismo (Socci)

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Un Papa di lungo periodo (Le Figaro)

200 MILA FEDELI IN PIAZZA S. PIETRO E DINTORNI PER IL MESSAGGIO URBI ET ORBI DEL PAPA (Izzo)

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FESTIVITA' PASQUALI 2006-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

BENEDETTO XVI: LA RESURREZIONE DI GESÙ È UN “EVENTO STORICO”, NON “UN MITO”

“Anche quest’anno – le parole di Benedetto XVI - a Pasqua risuona immutata e sempre nuova, in ogni angolo della terra, questa buona notizia: Gesù morto in croce è risuscitato, vive glorioso perché ha sconfitto il potere della morte. Questa è la vittoria della Pasqua”. Come espressione sintetica del “credo” pasquale, il Papa ha citato la prima lettera di san Paolo ai Corinzi, in cu l’apostolo spiega ai fedeli che “Cristo morì per i nostri peccati”e “secondo le Scritture”. L’espressione “secondo le Scritture”, per il Papa, “ci fa comprendere che la morte del Figlio di Dio appartiene al tessuto della storia della salvezza, ed anzi che tale storia riceve da essa la sua logica ed il suo vero significato”, perché “fino ad allora rimane un enigma il cui esito rimane insicuro”, ha aggiunto a braccio. “Nel mistero pasquale – ha ricordato il Papa –si compiono le parole della Scrittura, ossia è un avvenimento che porta in sé un logos, una logica: la morte di Cristo testimonia che la Parola di Dio si è fatta sino in fondo carne, storia umana”. Il fatto, inoltre, che Cristo morì “per i nostri peccati” significa che “intercedendo per i colpevoli ha potuto recare il dono della riconciliazione degli uomini tra loro e degli uomini con Dio: la sua è dunque una morte che mette fine alla morte; la via della Croce porta alla Risurrezione”.
“Lasciamoci illuminare dallo splendore del Signore risorto”,l’esortazione finale del Santo Padre ai fedeli, ai quali ha augurato “ancora una volta Buona Pasqua”. “Accogliamolo con fede e aderiamo generosamente al suo Vangelo – ha proseguito il Pontefice - come fecero i testimoni privilegiati della sua risurrezione; come fece, diversi anni dopo, san Paolo che incontrò il divino Maestro in modo straordinario sulla via di Damasco”. “Non possiamo tenere solo per noi l’annuncio di questa Verità che cambia la vita di tutti”, ha ammonito Benedetto XVI, che ha concluso la catechesi dell’udienza generale di oggi “con una esclamazione che amava ripetere Silvano del Monte Athos: ‘Gioisci, anima mia. È sempre Pasqua, perché Cristo risorto è la nostra risurrezione!’”. Di qui l’invito papale “a coltivare in noi, e attorno a noi, questo clima di gioia pasquale, per essere testimoni dell’Amore divino in ogni situazione della nostra esistenza”.

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