sabato 25 aprile 2009

Se in Germania la teologia è «fai da te» (Rodari)


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Se in Germania la teologia è «fai da te»

Paolo Rodari

apr 25, 2009 il Riformista 3 Comments

L’avevamo lasciato un anno fa allorquando, a poche ore dalla nomina a presidente della Conferenza episcopale tedesca al posto del dimissionario Karl Lehmann, affermò - in continuità con le idee del suo predecessore - di essere disponibile a discutere il celibato dei preti e di essere favorevole al riconoscimento delle coppie omosessuali.
E quanto al celibato dei preti, giacché la questione è grossa, aveva spiegato che comunque eventuali cambiamenti non si sarebbero potuti fare «senza convocare prima un Concilio». Convocare un Concilio: è un leit-motiv nell’ala aperturista della Chiesa, un leit-motiv che prende il nome di Vaticano III.
Lui è l’arcivescovo di Friburgo, Robert Zollitsch, appunto il capo dei vescovi tedeschi.
E le ultime sue dichiarazioni al limite dell’ortodossia sono state concesse a una tv tedesca giusto pochi giorni fa.
Zollitsch, in sostanza, ha negato pubblicamente il fatto che la morte di Cristo sia una morte sacrificale: «Cristo - ha detto - non è morto per i peccati della gente come se Dio avesse preparato un’offerta sacrificale, un capro espiatorio». Piuttosto, Gesù ha offerto «solidarietà» con i poveri e i sofferenti. «È questa la grande prospettiva - ha continuato il presule -, questa tremenda solidarietà».
Qui, chi lo intervistava, ha giustamente voluto approfondire: «Dunque lei non descriverebbe più la cosa quasi come se Dio avesse donato Suo Figlio, perchè gli uomini erano talmente peccatori? Non lo descriverebbe più così?».
E Zollitsch ha risposto: «No».
La sostanza è chiara. Per Zollitsch Dio si è unito all’uomo per solidarietà.
Diversamente, invece, la pensa il Catechismo della Chiesa cattolica.
L’articolo 613 descrive la morte di Cristo come «contemporaneamente il sacrificio pasquale che compie la redenzione definitiva degli uomini per mezzo dell’Agnello che toglie il peccato del mondo e il sacrificio della Nuova Alleanza che di nuovo mette l’uomo in comunione con Dio riconciliandolo con lui mediante il sangue versato per molti in remissione dei peccati».
E ancora: «Questo sacrificio di Cristo è unico: compie e supera tutti i sacrifici. Esso è innanzitutto un dono dello stesso Dio Padre che consegna il Figlio per riconciliare noi con lui. Nel medesimo tempo è offerta del Figlio di Dio fatto uomo che, liberamente e per amore, offre la propria vita al Padre suo nello Spirito Santo per riparare la nostra disobbedienza».

© Copyright Il Riformista, 25 aprile 2009 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.

4 commenti:

SERAPHICUS ha detto...

Sono contento che questa faccenda si discute ormai in tutto il mondo cattolico, e non solo in una parte (germanica) di questo. Sono contento che in questo modo diventa possibile vedere e comprendere i "pensieri" di persone che si vantano tanto ad essere i difensori del "Concilio", che persone del genere pretendono da altri che "si accetti il Concilio", mentre loro sono arrivati al confine dell'apostasia (che probabilmente hanno già varcato almeno con la punta di un piede).

"Teologia fai da te"? Troppo buono il Rodari. Non è una teologia "fai da te". E' l'operare di uno che ha perso il senso della sua responsabilità di vescovo, che in un tempo difficile, travagliato, pieno di ostacoli, in un tempo che necessiterebbe fermezza nella fede e nel suo annuncio autentico, crea confusione, lontananza, distogliendo dalla via della verità.

Sono altrettanto contento che ora si leggono con attenzione i paragrafi 612, 613 e 614 del CCC. Paragrafi che esprimono un nucleo fondante e fondamentale.

SERAPHICUS

euge ha detto...

Condivido e sottoscrico.!

Forse, aggiungo io, sarebbe il caso che la CDF da troppo tempo latitante, cominciasse a prendere in mano queste situazioni che rischiano di spandersi a macchia d'olio.

Anonimo ha detto...

Condivido che le dichiarazioni di Zoellitsch siano orami da considersi apostasia. La CDF dovrebbe intervenire, e non solo lei, prendendo anche misure disciplinari, con seguito certo di critiche da parate dei cattolici "adulti".
Ritengo pero' che la Chiesa debba temere piu' l'ira di Dio che quella dei suoi nemici.

gianniz ha detto...

Grazie Seraphicus per il tuo commento. E' veramente da sottoscrivere.
Volesse il cielo che fosse giunta l'ora! L'ombra dello "spirito del Concilio" ha veramente coperto, oscurato e distorto tutto. Dentro il campo è cresciuta la zizzania, sono cresciuti i rovi. Il seme caduto tra i sassi è forse il minore dei problemi.
Ringrazio Dio per il dono di Papa Benedetto. C'entra come i cavoli a merenda? Non proprio. Penso che la sua Sapienza, la sua mitezza, la sua pazienza, ma anche la sua determinazione, in questo momento siano indispensabili, in questa situazione! Lo Spirito sa. Ed è andato dove doveva.
Spero anche, a questo punto, che quelli tra i Lefebvriani che amano la Tradizione in modo "puro" (speriamo tutti) siano capaci di accantonare la tentazione della superbia e che accolgano l'invito del Santo Padre. Il loro posto è "dentro" la barca.
Se ci devono stare tutti... che ci siano veramene tutti.
Non solo qualcuno.