martedì 26 maggio 2009

Il Papa a Montecassino: «Tradurre la solidarietà in gesti concreti» (Mazza)


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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CASSINO E MONTECASSINO (24 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

La lezione di Benedetto

Il Papa a Montecassino: «Tradurre la solidarietà in gesti concreti»

DAL NOSTRO INVIATO A MONTECASSINO

SALVATORE MAZZA

Montecassino e San Benedetto.
La vita monastica, la sua ispirazione, la sua scansione, come paradigma per ogni cristiano.
La preghiera, «sentiero silenzioso» che ci porta a Dio; il lavoro, da «umanizzare» e, nella attuale situazione «critica», richiede che tutti si impegnino alla ricerca di «valide soluzioni»; e la cultura, che oggi significa soprattutto impegno per l’educazione dei giovani e «attenzione all’uomo fragile, debole, alle persone disabili e agli immigrati».
Il ritorno a Montecassino di Benedetto XVI, la prima volta da Papa, nove anni dopo la sua ultima visita privata, in quella che può considerarsi l’epicentro del monachesimo occidentale, è stata domenica l’occasione per tornare a sottolineare quanto è davvero fondamentale nella vita. Con al centro l’invocazione per la pace, «dono di Dio affidato all’impegno umano», e il forte appello a tradurre la solidarietà «in gesti concreti» verso «quanti vivono in una precarietà preoccupante, ai lavoratori in cassa-integrazione o addirittura licenziati».
Nella Messa celebrata al mattino in Piazza Miranda – che proprio da domenica è divenuta ufficialmente Piazza Benedetto XVI – il Pontefice ha evidenziato come «la ferita della disoccupazione che affligge questo territorio» deve indurre «i responsabili della cosa pubblica, gli imprenditori e quanti ne hanno la possibilità, a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie».
Davanti alle circa ventimila persone presenti in piazza, in una giornata tersa e caldissima, papa Ratzinger, nel ricordare appunto «quanto sia critica la situazione di tanti operai», ha osservato che «umanizzare il mondo lavorativo è tipico dell’anima del monachesimo, e questo è anche lo sforzo della vostra comunità che cerca di stare a fianco dei numerosi lavoratori della grande industria presente a Cassino e delle imprese ad essa collegate». Al termine della Messa, preceduta dai saluti del sindaco Bruno Scittarelli e dall’abate di Montecassino e ordinario della diocesi Pietro Vittorelli, Benedetto XVI ha quindi guidato la recita del Regina Coeli: «Oggi, in questa terra segnata dal carisma benedettino – ha detto nella riflessione che ha preceduto la recita della preghiera mariana – mi è data l’occasione per sottolineare, ancora una volta, che la pace è in primo luogo dono di Dio, e dunque la sua forza sta nella preghiera».
Ma si tratta, appunto, di un dono «affidato all’impegno umano», e «anche l’energia necessaria per attuarlo si può attingere dalla preghiera. È pertanto fondamentale coltivare un’autentica vita di preghiera per assicurare il progresso sociale nella pace». E «ancora una volta la storia del monachesimo ci insegna che una grande crescita di civiltà si prepara nel quotidiano ascolto della Parola di Dio, che spinge i credenti ad un sforzo personale e comunitario di lotta contro ogni forma di egoismo e di ingiustizia».
Non è mancato poi un pensiero al 24 maggio, memoria liturgica della «Beata Vergine Maria, aiuto dei cristiani, che è venerata con grande devozione – ha sottolineato Benedetto XVI – nel Santuario di Sheshan a Shanghai », ricorrenza per questo da egli stesso designata come Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. «Il mio pensiero – ha detto a tale riguardo – va a tutto il Popolo cinese. In particolare saluto con grande affetto i cattolici in Cina e li esorto a rinnovare in questo giorno la loro comunione di fede in Cristo e di fedeltà al successore di Pietro. La nostra comune preghiera ottenga un’effusione dei doni dello Spirito Santo, affinché l’unità fra tutti i cristiani, la cattolicità e l’universalità della Chiesa siano sempre più profonde e visibili». Lasciata la piazza, prima si salire al monastero, il Papa ha fatto tappa alla nuova 'Casa della carità', un ex ospedale sulla via Casilina riconvertito per iniziativa dell’Abbazia e, con l’aiuto della Regione Lazio, destinata all’accoglienza di persone bisognose di aiuto, poveri e immigrati. Benedetto XVI, presenti l’abate di Montecassino e il presidente della regione Lazio Piero Marrazzo, ha scoperto una targa a ricordo dell’evento e ha poi benedetto e inaugurato la struttura.

© Copyright Avvenire, 26 maggio 2009

2 commenti:

mariateresa ha detto...

trovo questo contributo di Accattoli interessante

http://www.luigiaccattoli.it/blog/?page_id=1494

Il mio pensiero però è più malizioso del suo.Sono troppi gli episodi avvenuti. Troppi. Quindi non mi sento di assolvere i media e limitarmi a dire che hanno solo esagerato. Ma ne abbiamo già parlato.Ho apprezzato la ricostruzione.

Scenron ha detto...

http://www.tempi.it/opinioni/006806-recensire-ratzinger

=D