venerdì 1 maggio 2009

Nel 2008 Papa Ratzinger fra gli aborigeni dell’Australia: «Conosco le ingiustizie che avete subito» (Scavo)


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NEL 2008 Ratzinger fra gli aborigeni dell’Australia: «Conosco le ingiustizie che avete subito»

DI NELLO SCAVO

La spettacolare Via Crucis tra i grattacieli, le danze di benvenuto, e poi il volto di­pinto di bianco del ragazzo che sul vascello svelava a Benedetto XVI le antiche leggende della baia di Sydney.
Quella del 2008 in Australia è certamente stata una Giornata mondiale della gio­ventù nel segno del popolo abo­rigeno.
«All’epoca dello sbarco dell’e­sploratore britannico Cook gli a­borigeni non venivano neanche considerati umani», disse il ve­scovo ausiliare di Sydney, Anthony Fisher, che aveva gui­dato l’organizzazione della Gmg. In quelle parole risuona il la­mento di un popolo decimato, umiliato, disorientato dai so­prusi e poi confuso dall’alcol e dalle droghe fatte arrivare dalla terraferma e che oggi funestano le comunità più remote.
Al suo arrivo a Sydney, il Papa venne preso in custodia proprio dai capi aborigeni.
Tra essi Allen Madden, 59 anni, 'il custode del­la regione', chiamato ad acco­gliere Benedetto XVI sulla ban­china del porto, insieme con gli altri anziani della comunità.
Al Pontefice venne consegnato il message stick, il bastone tradi­zionale degli aborigeni con scrit­to «La Nazione Dorowa augura al Papa un sicuro e fortunato viaggio attraverso questa terra». Proprio rispondendo alla calo­rosa accoglienza ricevuta, papa Ratzinger disse di sentirsi « profondamente commosso di trovarmi nella vostra terra, sa­pendo delle sofferenze e delle in­giustizie che essa ha sopportato, ma cosciente anche del risana­mento e della speranza ora in at­to, con legittimo orgoglio di tut­ti i cittadini australiani».
Non a caso, prendendo a esempio la cultura aborigena, il Pontefice confidò ai giovani «le preoccu­pazioni per la non violenza, lo sviluppo sostenibile, la giustizia e la pace, la cura del nostro am­biente sono di vitale importan­za per l’umanità».

© Copyright Avvenire, 30 aprile 2009

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