venerdì 1 maggio 2009

Il Papa tra i terremotati: lo speciale del Sir


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Il Papa tra i terremotati

Ventitre giorni fa il terremoto ha portato a L’Aquila e dintorni morte e dolore. Il 28 aprile, malgrado il maltempo, la visita di Benedetto XVI ha portato uno spiraglio di luce. Tanta l’attesa da parte della gente che non è andata delusa come dimostrano i numerosi momenti toccanti che hanno scandito l’incontro del Papa con le popolazioni colpite dal sisma.

Il futuro non è crollato.

“E’ vero il nostro presente è crollato come le pareti della Casa dello Studente”, ma il Papa è venuto “a ricordarci che il nostro futuro non è crollato perché siamo feriti ma continuiamo a credere in un Signore che è risorto.
Abbiamo sperimentato il momento della croce ma ora attendiamo la resurrezione, che è per sempre”. Sono parole di don Luigi Epicoco, parroco dell’Università, che ricorda: “Una delle categorie più colpite da questa tragedia sono i 30mila studenti universitari e il cui futuro, data l’inagibilità di molte sedi universitarie, è in bilico”. Papa Benedetto XVI, dopo la sosta alla basilica di Collemaggio, si è fermato in via XX settembre, davanti ai resti della Casa dello Studente crollata durante il sisma. Dopo un breve colloquio con un vigile del fuoco che gli ha fornito spiegazioni sul crollo dell’edificio davanti ai resti dell’edificio, il Pontefice ha incontrato dodici studenti, sei ragazzi e sei ragazze, tutti residenti nel centro storico, alcuni proprio nella Casa. Li ha salutati ad uno ad uno, chinandosi verso di loro per stringerne le mani, ascoltando con attenzione quanto avevano da dirgli.

Un incontro commovente.

“È stato un incontro commovente: il Santo Padre ha voluto sapere personalmente da ognuno di noi cosa studiavamo e il motivo per cui eravamo a L’Aquila. Come un Padre ha rafforzato i suoi figli incoraggiandoci a non abbandonarci al dolore e invitandoci a tenere fissa la strada verso Colui che ci salva”. Così ha raccontato al Sir il suo incontro con Benedetto XVI davanti alla Casa dello studente Stefano Calvano, studente di fisica. “Il Papa – ha continuato Calvano – è rimasto molto colpito davanti alle macerie della Casa dello studente e, vedendo che tra di noi c’erano molti studenti di ingegneria, ci ha affidato la ricostruzione della città perché tragedie come questa non ricapitino più”. Don Epicoco, che ha accompagnato i dodici ragazzi all’incontro con il Pontefice, ha sottolineato: “Il Papa si è interessato ai ragazzi e alla loro salute e ci ha detto che stava pregando per ciascuno di noi e che avrebbe continuato a farlo. Ci ha detto di non mollare ma di continuare ad essere forti e saldi nella fede”.

Ha dato coraggio.

Nonostante la pioggia tanta la gente che è corsa all’incontro con Benedetto XVI. “La visita del Papa è una grande dimostrazione di affetto che ci conforta, dandoci coraggio nell’affrontare le difficoltà. Anche se nevicasse noi saremo qui a dirgli il nostro grazie per la sua vicinanza”, ha spiegato al Sir Artido Scassa, di Roio, frazione de L’Aquila. “La visita del Papa – ha osservato don Pablo Scaloni, sacerdote che da una decina di giorni lavora nelle tendopoli al fianco dei parroci – dimostra la presenza della Chiesa come madre. Una Chiesa non solo presente con l’assistenza materiale ma pronta a correre a confortare i suoi figli che vivono nella sofferenza. Nei giorni scorsi ho visto nelle tendopoli molta gioia per questo arrivo. La gente ha voglia di esserci”. “Dal terremoto ci sono giorni in cui piangiamo e giorni in cui ridiamo ma questa è stata una giornata bellissima. Il Papa è venuto a risollevarci e a dirci di andare avanti per ricostruire il nostro futuro”, ha detto al Sir, Caterina Cerosa, che vive nella tendopoli di Fossa.

Una rosa per la Madonna di Roio.

Tra i fedeli radunati nel piazzale della caserma di Coppito, circa 3 mila secondo l’arcidiocesi, c’erano anche quelli di Roio che al termine del Regina Caeli si stringono attorno alla statua della loro Madonna, davanti alla quale il Santo Padre ha deposto una rosa d’oro. “La rosa è un fiore bellissimo – afferma il parroco, don Osman Prada – ma prima di arrivare ai petali si passa dalle spine. Come noi che stiamo vivendo giorni di dolore ma guardiamo con speranza al futuro”. Il santuario della Madonna di Roio è inagibile dal giorno del sisma. “Pochi giorni dopo – ha precisato il parroco – siamo entrati con i Vigili del fuoco per recuperare la statua. Le due statue dei santi, accanto alla Vergine, erano cadute mentre quella della Madonna è rimasta in piedi. Quando l’abbiamo portata nel mezzo del campo la gente, vedendola, ha iniziato a piangere e a pregare. Per questo in tanti abbiamo voluto essere qui per vivere questo momento di gioia con il Santo Padre”.

Il saluto delle autorità.

Non è mancato il saluto delle autorità civili. “La popolazione aquilana è entusiasta per la Sua presenza. Soprattutto ha apprezzato il modo in cui Lei ha condiviso la partecipazione al dolore che alberga in questo bellissimo territorio. Lei, infatti, non è qui unicamente come Pontefice, come capo della Chiesa apostolica di Roma. È qui anche come Padre. Padre di tutti noi. Come quel Padre che dà coraggio ai figli, aiutandoli a superare la paura della tragedia che li ha travolti”. Sono state le parole Massimo Cialente, sindaco de L’Aquila.

Il grazie dell’arcivescovo e della diocesi.

A poche ora dalla conclusione della visita, l’arcivescovo de L’Aquila mons. Giuseppe Molinari, insieme al clero e a tutta l’arcidiocesi, ha espresso il ringraziamento al “Santo Padre per il gesto di intensa paternità e grande attenzione dimostrata nei confronti della popolazione colpita dal terremoto”. “La visita del Santo Padre – afferma mons. Molinari in una nota - è stata per tutti un evento pieno di speranza e le sue parole hanno riacceso nei cuori la speranza. La popolazione dell’Aquila non dimenticherà mai questa attenzione amorosa del Supremo Pastore in un momento ancora tanto drammatico e che ha provocato lutti, feriti e distruzioni”. L’arcivescovo manifesta inoltre gratitudine a Benedetto XVI “per il dono del Sacro Pallio (da lui indossato nel giorno solenne dell’inizio del suo pontificato) al Papa San Celestino V, il cui corpo è nella Basilica di S. Maria di Collemaggio”, per rosa d’oro “onata alla Madonna di Roio, la statua della Vergine venerata nel nostro Santuario diocesano”, e “er la consistente offerta in denaro all’arcivescovo e all’arcidiocesi, segno della vicinanza personale e spirituale del Santo Padre. Insieme con il dono del Santo Padre sono stati fatti pervenire anche i doni delle Suore Brigidine di Roma e del Corpo delle Guardie Svizzere”. “Conserveremo sempre nel cuore – prosegue il presule - questo giorno e questa visita. Qualcuno è venuto ad asciugare le nostre lacrime e a confortare i nostri dolori. E questo Padre ed Amico è lo stesso vicario di Cristo e Successore di Pietro, che ci ha manifestato così la vicinanza di tutta la Chiesa Universale”. “Possano le parole della fede e della speranza donate dal Santo Padre essere un primo fecondissimo seme di un mondo nuovo che si intravede già dietro le rovine del terremoto” è l’auspicio conclusivo dell’arcivescovo, che assicura: “Noi, aquilani, continueremo a dire tutta la nostra gratitudine al Santo Padre, a pregare per Lui. E siamo certi che il Santo Padre non ci dimenticherà, ma ci porterà sempre nel cuore”.

Da Onna un messaggio di solidarietà e fiducia

“Siamo immensamente grati per la vicinanza che ci ha mostrata. Crediamo con tutto il cuore che la Sua venuta tra noi, questo Suo sostare in mezzo alle nostre ferite e al nostro dolore, sia un passaggio benedetto dal Signore, del quale il Signore si serve per portare conforto, speranza, aiuto. Ed anche guarigione”. Lo ha detto l’arcivescovo de L’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, nel suo saluto a Benedetto XVI in visita ai terremotati. “Sono venuti tanti fratelli e sorelle tra noi, in questi giorni – ha aggiunto mons. Molinari –. E non li ringrazieremo mai abbastanza per la loro incredibile e commovente solidarietà. Sono venuti anche rappresentanti delle istituzioni e della politica. E ci hanno mostrato tanta solidarietà e ci hanno fatto tante promesse. Beatissimo Padre, noi vorremmo che Lei pregasse insieme a noi, oggi, perché questa solidarietà continui nel tempo e le promesse vengano mantenute”.

“Il Signore non vi abbandona”.

“Cari amici, la mia presenza tra voi vuole essere un segno tangibile del fatto che il Signore crocifisso è risorto e non vi abbandona; non lascia inascoltate le vostre domande circa il futuro, non è sordo al grido preoccupato di tante famiglie che hanno perso tutto: case, risparmi, lavoro e a volte anche vite umane”. Lo ha sottolineato Benedetto XVI, a Onna, uno dei centri più colpiti dal sisma. Certo, ha osservato il Papa, la “risposta concreta” del Signore “passa attraverso la nostra solidarietà, che non può limitarsi all’emergenza iniziale, ma deve diventare un progetto stabile e concreto nel tempo”. Di qui l'incoraggiamento a “tutti, istituzioni e imprese, affinché questa città e questa terra risorgano”. Non è mancata “una parola di conforto circa i vostri morti: essi sono vivi in Dio e attendono da voi una testimonianza di coraggio e di speranza. Attendono di veder rinascere questa loro terra, che deve tornare ad ornarsi di case e di chiese, belle e solide”. Secondo il Papa, “è proprio in nome di questi fratelli e sorelle che ci si deve impegnare nuovamente a vivere facendo ricorso a ciò che non muore e che il terremoto non ha distrutto: l’amore. L’amore rimane anche al di là del guado di questa nostra precaria esistenza terrena, perché l’Amore vero è Dio. Chi ama vince, in Dio, la morte e sa di non perdere coloro che ha amato”.

Coraggio, dignità e fede.

“La Chiesa tutta – ha chiarito - è qui con me, accanto alle vostre sofferenze, partecipe del vostro dolore per la perdita di familiari ed amici, desiderosa di aiutarvi nel ricostruire case, chiese, aziende crollate o gravemente danneggiate dal sisma”. “Ho ammirato il coraggio, la dignità e la fede – ha aggiunto - con cui avete affrontato anche questa dura prova, manifestando grande volontà di non cedere alle avversità”. Il Santo Padre, infatti, si rende “ben conto che, nonostante l’impegno di solidarietà manifestato da ogni parte, sono tanti e quotidiani i disagi che comporta vivere fuori casa, o nelle automobili, o nelle tende, ancor più a causa del freddo e della pioggia. Penso poi ai tanti giovani costretti bruscamente a misurarsi con una dura realtà, ai ragazzi che hanno dovuto interrompere la scuola con le sue relazioni, agli anziani privati delle loro abitudini”. “La mia preghiera – ha sostenuto il Papa – è per voi. Il Signore ci aiuterà. Siamo insieme. Grazie per la vostra fede, il vostro coraggio, la vostra speranza”.

Simbolo di rinascita.

“Ho nel cuore per tutte le vittime di questa catastrofe: bambini, giovani, adulti, anziani, sia abruzzesi che di altre regioni d’Italia o anche di nazioni diverse”. Con queste parole il Papa si è rivolto ai fedeli delle zone terremotate che hanno gremito il piazzale della Guardia di Finanza di Coppito, ultima tappa della visita in Abruzzo. Per il Pontefice è stato “assai toccante pregare davanti alla Casa dello studente, dove non poche giovani vite sono state stroncate dalla violenza del sisma. Attraversando la città, mi sono reso ancor più conto di quanto gravi siano state le conseguenze del terremoto”. Il Piazzale della Guardia di Finanza di Coppito, “luogo consacrato dalla preghiera e dal pianto per le vittime”, è diventata, a giudizio di Benedetto XVI, “il simbolo della vostra volontà tenace di non cedere allo scoraggiamento” e della “ferma intenzione di ricostruire la città con la costanza caratteristica di voi abruzzesi”. Comunque, ha evidenziato il Papa, “il tragico evento del terremoto invita la comunità civile e la Chiesa ad una profonda riflessione”. In particolare, “come comunità civile occorre fare un serio esame di coscienza, affinché il livello della responsabilità, in ogni momento, non venga mai meno”. Solo “a questa condizione, L’Aquila, anche se ferita, potrà continuare a volare”. Durante la sua visita in Abruzzo, nella basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila il Pontefice ha reso omaggio alla tomba di Celestino V, deponendo sull’urna il proprio pallio pontificio. Le spoglie del Papa simbolo della spiritualità abruzzese, erano state portate via per motivi di sicurezza a seguito del sisma e sono state ricollocate in basilica proprio in occasione della visita di Benedetto XVI.

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