lunedì 20 luglio 2009

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Un'accoglienza particolare per un ospite d'eccezione

dal nostro inviato Nicola Gori

"Non scoraggiatevi!".
È giunto dritto al cuore delle centinaia di persone che affollavano la piccola piazza Ruggia di Romano Canavese, il grido del Papa rivolto a quanti - intere famiglie, singoli individui e soprattutto giovani - soffrono per gli effetti della crisi economico-finanziaria, in questo piccolo centro della provincia di Torino dove Benedetto XVI si è recato domenica 19, per un gesto molto significativo nei confronti del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, nativo del luogo. Un appuntamento al quale il Papa non ha voluto rinunciare nonostante il piccolo incidente occorsogli nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 luglio.
Benedetto XVI è arrivato in elicottero alle 11.45 nell'ex area Olivetti, in località Scarmagno. A fare gli onori di casa, il cardinale Tarcisio Bertone. Con lui monsignor Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea.
Decine di palloncini bianchi e gialli liberati verso il cielo, striscioni e stendardi esposti e sventolati lungo il tragitto verso la chiesa dei Santi Pietro e Solutore, ma soprattutto tanto affetto dimostrato dalla gente assiepata ovunque hanno offerto la testimonianza dell'entusiasmo con il quale è stato accolto il Papa. Dinanzi alla chiesa parrocchiale a dare il benvenuto al Pontefice c'erano l'arcivescovo Giuseppe Bertello, nunzio apostolico in Italia, il parroco don Jacek Peleszyk, il sindaco Oscarino Ferrero e le autorità civili e militari.
Nella chiesa l'attendevano i bambini della prima comunione, i chierichetti, i malati, i disabili, le religiose, gli scout, i volontari dell'Oftal, dell'Unitalsi, del Centro volontari della sofferenza. E c'erano anche alcuni vecchi confratelli salesiani del cardinale Bertone in particolare il novantottenne don Pietro Conca, il quale era direttore dell'oratorio a San Benigno Canavese, una delle prime case fondate da Don Bosco, negli anni in cui il segretario di Stato era insegnante, e don Nicola Faletti, di 93 anni.
Il Papa, accompagnato dal segretario particolare monsignor Georg Gänswein, si è inginocchiato ed è rimasto qualche minuto in preghiera davanti all'altare maggiore, dove al lato era stata collocata la teca che racchiude il telo scritto con il sangue prima di morire dal servo di Dio, il partigiano Gino Pistoni. Iscritto all'Azione Cattolica, il 25 luglio 1944, soccorse un soldato tedesco e venne ferito a morte da un mortaio. Con le dita intrise di sangue scrisse sulla tela del tascapane: "Offro la mia vita per l'Azione Cattolica e per l'Italia. Viva Cristo Re".
Successivamente dal palco eretto sul sagrato, Benedetto XVI ha salutato con le braccia alzate la folla riunita nella piazza e ha ascoltato le parole di benvenuto rivoltegli dal vescovo Miglio. "Siamo eredi e responsabili - ha detto, tra l'altro, il presule - di una lunga tradizione cristiana, che ha segnato profondamente la vita spirituale, culturale e sociale del Canavese, lasciandoci numerosi valori di riferimento ancora ben radicati nella vita personale e sociale. Ricordo in modo speciale l'amore alla famiglia e al lavoro, la solidarietà, la cooperazione missionaria con i paesi più poveri, la disponibilità all'accoglienza dei nuovi immigrati: non possiamo dimenticare infatti che, solo pochi decenni fa, anche la nostra regione era terra di emigrazione".
"Molte famiglie però, e in particolare i giovani, soffrono - ha aggiunto il vescovo - a causa della precarietà dei posti di lavoro e della disoccupazione che colpisce diverse fasce di età. Accanto alle povertà materiali non mancano, purtroppo, altre povertà, spirituali e morali, spesso ben più pesanti della povertà materiale. La sua visita, Padre Santo, ricalca le orme del servo di Dio Giovanni Paolo II, pellegrino nella nostra diocesi il 18 e 19 marzo del 1990, e la sua presenza oggi è testimonianza viva della vicinanza continua del Papa e della Chiesa ai problemi del lavoro, della famiglia e a tutte le sofferenze dell'uomo: grazie, Santo Padre, per la Caritas in veritate".
Anche il sindaco ha espresso la gioia di tutta la popolazione per la presenza del Papa. "Il suo gesto - ha detto, tra l'altro - ci porta un messaggio di fede, di speranza e di carità nella verità, virtù che per noi sono impreziosite dal sentimento di amicizia che da anni la lega al nostro più illustre concittadino, il suo segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone". Nelle parole del sindaco l'eco della crisi economica che ha colpito anche il Canavese: "La situazione è grave, ma la sua presenza e la sua preghiera, siamo sicuri ci saranno di guida, infondendoci forza e coraggio per superare la tempesta". Grido di sofferenza che ha trovato riscontro nelle parole di Benedetto XVI all'Angelus.
Prima di concludere la breve cerimonia il parroco ha offerto al Papa un calice, opera di un artista di Castellamonte e alcune casule per le missioni. Il sindaco, a nome della cittadinanza, ha offerto un quadro di Cristina Ariagno, artista del luogo. Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, accompagnato da Francesco Forlenza, presidente della Olivetti, ha regalato al Papa un computer portatile di ultima generazione.
Al termine dell'Angelus, il Papa ha benedetto i fedeli e non ha rinunciato a farlo con il braccio destro, benché ingessato.
Quindi si è recato nella casa natale del cardinale Bertone, dove ha pranzato insieme con i più stretti parenti del segretario di Stato. Dopo il pranzo, si è intrattenuto in cordiale colloquio, soffermandosi sulla crisi occupazionale, sul futuro dei giovani e sui problemi della diocesi di Ivrea. "Il Pontefice - ha poi raccontato Valeriano Bertone, fratello del cardinale - ci ha parlato dell'infortunio, ma soprattutto ci ha detto che spera di riprendersi presto per tornare a fare pieno uso della mano destra. La sua attenzione, tuttavia, si è concentrata sui problemi sociali che riguardano il Canavese, non solo la disoccupazione ma anche la carenza di vocazioni delle parrocchie. In particolare, il Pontefice si è interessato della vicenda Olivetti". "È stata una grande emozione - ha aggiunto Bertone - abbiamo apprezzato molto il fatto che nonostante l'incidente sia venuto ugualmente in visita a Romano Canavese a dimostrazione della sua grande disponibilità". Al Papa la famiglia Bertone ha donato alcuni quadri e stampe del Canavese. A ricordo della visita, Pietro Tarcisio, un pronipote di quattro anni del segretario di Stato, ha poi scoperto una targa posta all'esterno della casa Bertone.
La giornata di Benedetto XVI a Romano Canavese si è conclusa verso le 14.15, quando è ripartito in elicottero alla volta di Les Combes.
Un evento che il piccolo paese del canavese ha vissuto con grande emozione. Poche ore prima dell'arrivo del Papa, il cardinale Bertone aveva presieduto la concelebrazione eucaristica sul sagrato della chiesa dei Santi Pietro e Solutore tenendo l'omelia pubblicata in questa pagina. La sera precedente si era svolta una veglia di preghiera, all'inizio della quale il porporato aveva detto tra l'altro che "dalla visita del Santo Padre arriva un messaggio di speranza perché i nostri giovani siano un esempio attraente per i loro coetanei, sappiano testimoniare con allegria la presenza di Dio".
Sempre alla vigilia il segretario di Stato aveva anche voluto esprimere il suo auspicio che gli impegni presi dai grandi della terra durante il g8 dell'Aquila siano rispettati. "Noi speriamo che i risultati - aveva affermato tra l'altro - positivi nei loro propositi e anche gli impegni presi e pubblicamente proclamati, siano adesso messi in esecuzione". "Noi certamente - aveva sottolineato - rappresenteremo come Chiesa una coscienza critica perché vengano rispettati".
Il cardinale aveva poi manifestato la speranza che il presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, mantenga gli impegni presi con Benedetto XVI di adoperarsi per una politica che porti alla diminuzione degli aborti e al rispetto del diritto all'obiezione di coscienza delle singole persone e delle istituzioni. "Sono due impegni forti. Certamente fanno piacere anche al Papa - ha spiegato il porporato - e Obama crede di poterli onorare nel corso del suo mandato". Il segretario di Stato, che aveva incontrato il presidente Obama nel corso della sua recente visita in Vaticano, ha definito "molto fruttuoso" il colloquio con lui. "Ha mostrato - ha concluso il cardinale - di voler ascoltare le ragioni della Chiesa".

(©L'Osservatore Romano - 20-21 luglio 2009)

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