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Il Papa nel Canavese: "Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità, ma la presenza del cuore è piena". Ai disoccupati: "Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro" (Angelus)
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Benedizione con la destra ingessata. E sull’enciclica dice: spero cambi il mondo
Gian Guido Vecchi
DAL NOSTRO INVIATO
ROMANO CANAVESE (Torino)
L’anello è tornato a destra ma i fedeli, prudenti, baciano e stringono la sinistra. «Come vedete, a causa del mio infortunio, sono un po’ limitato nella mia agilità», sorride sollevando il polso destro ingessato tra le ovazioni della piazzetta, perché in realtà Benedetto XVI se la cava benissimo e quel gesso cui tutti guardano sembra concentrare le emozioni della giornata: il saluto ai diecimila fedeli appena arrivato a Romano Canavese; la carezza ad una madre che ha perso il figlio e posa la fronte sulla mano sana del Pontefice, scossa da singhiozzi; la benedizione impartita senza difficoltà dopo l’Angelus, «non ha dovuto farlo con la sinistra, così non ci sono stati problemi liturgici o teologici», scherza il cardinale Tarcisio Bertone.
Benedetto XVI, nonostante la scivolata notturna di venerdì e la frattura, non ha mancato l’appuntamento nel paese natale del suo Segretario di Stato e prima di tornare a Les Combes ha pranzato con la famiglia Bertone.
Un giorno di festa nel quale, tuttavia, ha ripetuto con forza temi centrali dell’enciclica Caritas in Veritate, «spero possa mobilitare le forze positive per rinnovare il mondo!».
La disoccupazione, anzitutto: «So che anche qui, nella zona di Ivrea, molte famiglie sperimentano una situazione di difficoltà economiche a causa della carenza di occupazioni lavorative». Il Papa invita alla speranza: «Cari amici, non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e s’impegna per la giustizia; quanti non pensano solo a sé, ma anche a chi sta peggio di loro». Questione di solidarietà: «E voi lo sapete bene, perché i vostri nonni furono costretti ad emigrare per carenza di lavoro, ma poi lo sviluppo economico ha portato benessere e altri sono immigrati qui dal-- l’Italia e dall’estero».
Benedetto XVI parla di famiglia, rispetto della vita umana, giustizia sociale, fatica e sacrificio, fede: gli stessi «valori fondamentali » che «sono stati lungo i secoli la vostra vera forza», scandisce, permetteranno «alle generazioni di oggi di costruire con speranza il proprio futuro»: verso «una società veramente solidale e fraterna» nella quale «le istituzioni e l’economia siano permeate di spirito evangelico ». Di qui la preoccupazione per i giovani, «bisogna domandarsi quali esempi e modelli vengano proposti».
Questa terra, del resto, ha conosciuto la crisi dell’Olivetti, «se ne è parlato a pranzo, c’è un buon progetto di rilancio», dice Bertone. L’ad di Telecom, Franco Bernabè, ha regalato al Papa un notebook per scrivere.
Il Pontefice, comunque, si sta abituando al gesso.
Sereno e ironico, ha ringraziato medici e personale di Aosta «che mi hanno trattato con tanta diligenza, competenza, amicizia e, speriamo!, successo finale...».
© Copyright Corriere della sera, 20 luglio 2009 consultabile online anche qui.
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