giovedì 8 gennaio 2009

Anno nuovo, vita vecchia: un cardinale paragona Gaza ad un campo di concentramento e ci va di mezzo tutto il Vaticano!

Cari amici, siamo all'ennesima polemica.
Questa volta ci sono dei piccoli distinguo, ma la sostanza e' sempre quella.
Come dice il saggio: se non e' zuppa e' pan bagnato.
Il cardinale Martino ha rilasciato ieri un'intervista a "Il Sussidiario" nel quale, fra l'altro, afferma: "Guardiamo le condizioni di Gaza: assomiglia sempre più ad un grande campo di concentramento".
Chiamare, seppur indirettamente, in causa l'Olocausto ha mandato su tutte le furie Israele (possiamo dare loro torto? Siamo onesti!).
La cosa grave e' pero' che le dichiarazioni di un cardinale rischiano di impegnare tutto il Vaticano vanificando gli sforzi, immani, fatti dal Papa in questi ultimi giorni.
Benedetto XVI e' stato il piu' possibile equidistante visto che di violenze ce ne sono state e ce ne sono da entrambe le parti.
C'e' anche il problema di un viaggio in Terra Santa, ora piu' difficile che mai dopo le dichiarazioni di Martino.
Inviterei la curia romana alla prudenza!
Ancora una volta un prelato si e' lasciato andare a dichiarazioni che possono mettere in imbarazzo il Santo Padre. E' accaduto a dicembre con le interviste di Mons. Migliore e di Mons. Amato.
E' mai possibile che si perseveri sulla stessa linea?
E' probabile che ora ci saranno precisazioni, puntualizzazioni e, magari, scuse ma il punto e' un altro: questo ennesimo "incidente" non doveva accadere in un momento cosi' delicato.
Ciascuno si prenda le sue responsabilita' e dichiari, prima di ogni intervista, di parlare a titolo puramente personale.
Si puo' dire tutto cio' che si vuole, ma chi lavora a stretto contatto con il Santo Padre deve calcolare le possibili conseguenze di certe affermazioni.
Ho notato anche un'altra chicca: stamattina i giornali si affrettano a distinguere, pur velatamente, fra le parole di Martino e gli appelli alla pace di Benedetto XVI.
Questa e' la prova che, quando vogliono, i media sono capaci di fare distinzioni e precisazioni. Quando vogliono...

R.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma insomma, che questi signori la smettano di compromettere con uscite campate in aria di intralciare il già complicato rapporto con Israele e la Palestina. Il Papa parla di pace e dialogo e Martino che fà? Soffia sul fuoco!
Ma scusate tenete a bada questi signori prelati dalla bocca larga che creano solo problemi. Abbiamo capito che vi piace stare sui giornali ed allora, cambiate mestiere.

Anonimo ha detto...

ti segnalo l'intervista di politi a martino.
il cardinale insiste.
è nato il 23 novembre 1932:

Int. a MARTINO RENATO - "DICANO QUELLO CHE VOGLIONO MA LA DIGNITA' UMANA E' CALPESTATA" (POLITI MARCO) - a pag.3

Raffaella ha detto...

Ciao Valeria, grazie per il link.
Trattandosi di un'intervista di Politi hai fatto bene a segnalarla tu.
Io sono in "obiezione di coscienza" :-)
R.

Anonimo ha detto...

Prima di scagliarsi contro il card. Martino, bisognerebbe accertarsi delle sue reali dichiarazioni e della situazione nella striscia di Gaza. Ora che la popolazione non abbia la libertà di entrare e di uscire è un fatto, che i rifornimenti di cibo e di gasolio scarseggino è una drammatica realtà, che Israele abbia colpito obiettivi civili, facilmente riconoscibili è stato confermato da rappresentanti dell'ONU e da medici norvegesi.
L'unico parroco cattolico in Gaza aveva denunciato la situazione insostenibile da lager già a marzo del 2008: “Hanno deciso di ucciderci e lo stanno facendo lentamente, in modo indiretto, senza armi, ma togliendoci il cibo, le cure mediche; se le potenze internazionali non riescono a fermare le violenze di Israele su Gaza, chiediamo che almeno ci garantiscano una sepoltura da esseri umani”. E' la disperazione dei palestinesi nella Striscia di Gaza, ne parla il parroco della Santa Famiglia a Gaza, p. Manawel Musallam.(6/3/2008)
Penso che il card. Martino non abbia tutti i torti. Io credo più a un parroco che all'informazione addomensticata delle nostre TV.