domenica 26 aprile 2009

Il Papa: "Questi nuovi Santi ci mostrano il rinnovamento profondo che nel cuore dell’uomo opera il mistero della risurrezione di Cristo" (R.V.)


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Il Papa: "Celebrando l’Eucaristia comunichiamo con Cristo, vittima di espiazione, e da Lui attingiamo perdono e vita...L’Eucaristia è la perpetua e vivente eredità lasciataci dal Signore nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue" (Omelia per la Canonizzazione)

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La luce del volto di Cristo risorto risplende oggi attraverso i tratti evangelici di cinque nuovi Santi: Arcangelo Tadini, Bernardo Tolomei, Nuno de Santa Maria Alvares Pereira, Gertrude Comensoli e Caterina Volpicelli. Alla cerimonia di canonizzazione, presieduta dal Santo Padre in Piazza San Pietro, hanno partecipato pellegrini e fedeli provenienti da varie nazioni. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Soffermandosi sul brano evangelico odierno nel quale Gesù risorto appare nel Cenacolo, il Papa ricorda che Cristo si manifesta ai discepoli “aiutandoli a comprendere le Scritture e a rileggere gli eventi della salvezza alla luce della Pasqua”. Questa stessa esperienza – spiega il Santo Padre – ogni comunità la rivive nella celebrazione eucaristica. L’Eucaristia è il luogo privilegiato in cui la Chiesa riconosce “l’autore della vita”:

“Celebrando l’Eucaristia comunichiamo con Cristo, vittima di espiazione, e da Lui attingiamo perdono e vita. Cosa sarebbe la nostra vita di cristiani senza l’Eucaristia? L’Eucaristia è la perpetua e vivente eredità lasciataci dal Signore nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, che dobbiamo costantemente ripensare ed approfondire perché, come affermava il venerato Papa Paolo VI, possa “imprimere la sua inesauribile efficacia su tutti i giorni della nostra vita mortale”.

Nutriti del Pane eucaristico, i nuovi Santi che oggi veneriamo – aggiunge il Pontefice – “hanno portato a compimento la loro missione di amore evangelico nei diversi campi in cui hanno operato con i loro peculiari carismi”. La luce del volto di Cristo risorto risplende oggi attraverso i loro tratti evangelici:

“Le diverse vicende umane e spirituali di questi nuovi Santi stanno a mostrarci il rinnovamento profondo che nel cuore dell’uomo opera il mistero della risurrezione di Cristo; mistero fondamentale che orienta e guida tutta la storia della salvezza. Giustamente pertanto la Chiesa sempre, ed ancor più in questo tempo pasquale, ci invita a dirigere i nostri sguardi verso Cristo risorto, realmente presente nel Sacramento dell’Eucaristia”.

Lunghe ore trascorreva in preghiera davanti all’Eucaristia Sant’Arcangelo Tadini, sacerdote nato nel 1846 a Verolanuova, in provincia di Brescia, che aiutava i suoi parrocchiani a crescere umanamente e spiritualmente. “Uomo tutto di Dio” e pronto in ogni circostanza a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, era disponibile a cogliere le urgenze del momento e a trovarvi rimedio. Assunse per questo – fa notare il Santo Padre - non poche iniziative concrete e coraggiose, come l’organizzazione della Società Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso e la fondazione, nel 1900, della Congregazione delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth:

“Quanto profetica fu l’intuizione carismatica di Don Tadini e quanto attuale resta il suo esempio anche oggi, in un’epoca di grave crisi economica! Egli ci ricorda che solo coltivando un costante e profondo rapporto con il Signore, specialmente nel Sacramento dell’Eucaristia, possiamo poi essere in grado di recare il fermento del Vangelo nelle varie attività lavorative e in ogni ambito della nostra società”.

Anche in San Bernardo Tolomei, nato a Siena nel 1272, spicca l’amore per la preghiera. Vive da eremita, è “iniziatore di un singolare movimento monastico benedettino” e in occasione della grande peste del 1348, si reca ad assistere monaci e concittadini colpiti dal male. Muore a causa del morbo come autentico martire della carità. “La sua – sottolinea Benedetto XVI – fu un’esistenza eucaristica, tutta dedita alla contemplazione, che si traduce in umile servizio del prossimo”:

“Dall’esempio di questo Santo viene a noi l’invito a tradurre la nostra fede in una vita dedicata a Dio nella preghiera e spesa al servizio del prossimo sotto la spinta di una carità pronta anche al sacrificio supremo”.

Un’esemplare testimonianza di assoluta fiducia nell’aiuto di Dio è anche quella offerta dal portoghese Nuno de Santa maria Alvares Pereira, che dopo essere stato comandante in capo dell’esercito e condottiero vittorioso depone le armi ed entra nel 1423 nel convento dei Carmelitani. Nonostante fosse un ottimo militare – ricorda il Papa - non ha mai lasciato che le sue doti personali si sovrapponessero all’azione suprema che viene da Dio:

“Sinto-me feliz por apontar à Igreja inteira esta figura exemplar...
Sono felice nell’indicare alla Chiesa intera questa figura esemplare di
fede e preghiera specialmente presente in un contesto apparentemente poco favorevole che dimostra come in qualsiasi situazione anche, in ambito militare e bellico, sia possibile attuare e realizzare i valori e i principi della vita cristiana soprattutto se vissuta nel servizio del bene comune e nella gloria di Dio”.

Una particolare attrazione per Gesù presente nell’Eucaristia ha avvertito sin da bambina Santa Gertrude Comensoli, nata a Bienno, in provincia di Brescia, nel 1847. “Fu infatti davanti all’Eucaristia – spiega il Papa - che Santa Gertrude comprese la sua vocazione e missione nella Chiesa: quella di dedicarsi senza riserve all’azione apostolica e missionaria, specialmente a favore della gioventù”:

“In una società smarrita e spesso ferita, come è la nostra, ad una gioventù, come quella dei nostri tempi, in cerca di valori e di un senso da dare al proprio esistere, santa Gertrude indica come saldo punto di riferimento il Dio che nell’Eucaristia si è fatto nostro compagno di viaggio. Ci ricorda che l’adorazione deve prevalere sopra tutte le opere di carità perché è dall’amore per Cristo morto e risorto, realmente presente nel Sacramento eucaristico, che scaturisce quella carità evangelica che ci spinge a considerare fratelli tutti gli uomini”.

Testimone dell’amore divino è stata anche Santa Caterina Volpicelli, che si sforzò di “essere di Cristo, per portare a Cristo” quanti ha incontrato nella Napoli di fine Ottocento. “Anche per lei – sottolinea il Santo Padre – il segreto fu l’Eucaristia. E questa è anche oggi la condizione per proseguire la missione e l’opera da lei iniziate:

“Per essere autentiche educatrici della fede, desiderose di trasmettere alle nuove generazioni i valori della cultura cristiana, è indispensabile, come amava ripetere, liberare Dio dalle prigioni in cui lo hanno confinato gli uomini. Solo infatti nel Cuore di Cristo l’umanità può trovare la sua stabile dimora. Santa Caterina mostra alle sue figlie spirituali e a tutti noi, il cammino esigente di una conversione che cambi in radice il cuore, e si traduca in azioni coerenti con il Vangelo”.

Benedetto XVI ha poi esortato tutti a lasciarsi attrarre dall’esempio dei nuovi Santi:

“…Lasciamoci guidare dai loro insegnamenti, perché anche la nostra esistenza diventi un cantico di lode a Dio, sulle orme di Gesù, adorato con fede nel mistero eucaristico e servito con generosità nel nostro prossimo”.

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