venerdì 30 ottobre 2009
Diventa un giallo il complicato parto del testo papale sugli Anglicani (Rodari)
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Diventa un giallo il complicato parto del testo papale sugli anglicani
di Paolo Rodari
ott 29, 2009 IL FOGLIO
Per capire fino in fondo come si struttura l’apertura del Papa agli anglicani, occorre aspettare il testo della Costituzione apostolica annunciata dal prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, il cardinale William Levada.
Occorre aspettare ancora qualche giorno – dunque – affinché una spinosa questione, molto dibattuta in questi giorni oltre il Tevere, venga sciolta: la questione dei preti sposati. Già, perché un conto è ordinare tutti i sacerdoti anglicani, compresi quelli oggi sposati. Un conto è in futuro ordinare altri sacerdoti anglicani sposati che intendono passare al cattolicesimo. Un altro è permettere che questa eccezione diventi per i seminaristi anglicani delle comunità convertite al cattolicesimo una prassi. Se così fosse ai sacerdoti delle comunità anglicane tornate sotto Roma, dunque a dei sacerdoti a tutti gli effetti di rito latino, verrebbe permessa una cosa fino a oggi in teoria possibile ma per prassi non ammessa.
Gli uomini vicini a Benedetto XVI stanno lavorando alacremente per chiarire la cosa. E, insieme, per far uscire il testo definitivo della Costituzione apostolica in tempi accettabili.
Più si aspetta, infatti, più il tutto rischia di diventare un giallo dai contorni foschi.
Al Papa, tra l’altro, pare non sia del tutto piaciuta l’idea di annunciare la Costituzione apostolica senza avere ancora tra le mani un testo definitivo, ma così Levada ha preferito fare (visto anche che in Gran Bretagna il primate della chiesa cattolica d’Inghilterra e del Galles, Vincent G. Nichols, e Rowan Williams, primate della chiesa anglicana, avevano da tempo annunciato una conferenza stampa in merito).
La palla, ovvero la bozza del testo in inglese che ancora deve essere completata e tradotta in altre lingue, è oggi nelle mani del pontificio consiglio per i Testi legislativi guidato dall’arcivescovo Francesco Coccopalmerio.
Infatti, è da un punto di vista giuridico che si stanno cercando le parole giuste. Quelle che spiegano – così pare debbano andare le cose – che per i candidati al sacerdozio all’interno delle comunità anglicane che hanno deciso di fare ritorno nella chiesa cattolica vale la condizione del celibato richiesta ai candidati della chiesa cattolica di rito latino.
Coccopalmerio ha ricevuto il testo dal sostituto della segreteria di stato vaticana, l’arcivescovo Fernando Filoni.
Questi l’ha ricevuto dalla Dottrina della fede, la quale vi ha lavorato per parecchi mesi.
Troppi – dicono alcuni – tanto che c’è chi, oltre il Tevere, arriva addirittura a rimpiangere l’efficienza dei tempi antichi, quella del duo Ratzinger-Bertone.
Ma questa è un’altra storia. E poi, si sa, gli uomini che lavorano alla Dottrina della fede restano comunque tra i migliori del parterre vaticano.
Dunque, una grande attesa. Un’attesa d’un testo che vuole essere anche una prova schiacciante d’un certo modo d’intendere l’ecumenismo. Un ecumenismo non tanto ratzingeriano quanto cattolico tout court: l’ecumenismo, insomma, che non cede alla verità.
Della cosa, ovvero della novità ecumenica verso gli anglicani del Papa, ne ha parlato ieri anche l’Osservatore Romano rispondendo a un articolo molto critico verso il Pontefice del teologo svizzero Hans Küng. Il Papa, secondo Küng, con le sue ultime decisioni (dai lefebvriani agli anglicani “più tradizionalisti”) intenderebbe semplicemente “restaurare l’impero romano”, ovvero mantenere “il centralismo medievale romano”.
Per il giornale del Papa, invece, il gesto di Ratzinger è “volto a ricostituire l’unità voluta da Cristo e riconosce il lungo e faticoso cammino ecumenico compiuto in questo senso”.
Pubblicato sul Foglio giovedì 29 ottobre 2009
© Copyright Il Foglio, 29 ottobre 2009 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
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3 commenti:
un giallo dai contorni foschi??? Francamente, mi sembra esagerato e alla fine, certi toni, sembrano dar ragione alle "tesi politiche" di Kung. Invece sembra abbastanza comprensibile che un testo dai contenuti di tale portata debba essere molto, ma molto, ben ponderato prima di esere pubblicato, soppesando anche le varie interpretazioni che ne scaturirebbero da parte di chi già pensa di strumentalizzarlo a proprio uso e consumo. Le decisioni della Chiesa non sono mai state prese in mezza giornata. Maria Pia
Suvvia...per una volta tanto siamo docile gregge che non va a cercare a tutti i costi gialli, rompicapi e quant'altro di fosco dove non c'è...
E' ovvio che tutta l'operazione in sè ha intanto il fatto che non ha precedenti da dopo il Conclio, ossia, il Papa che finalmente fa il Papa, si alza e dicide, chiama a rapporto i suoi e comunica di rendere pubblica la sua decisione...
FINALMENTE!!!
se dunque abbiamo gioito per questo, non è saggio ora seminare ambiguità sui fatti...
Del resto da subito fu detto che per il Testo ci sarebbe voluto qualche settimana...e credo che porprio per colpa della stampa che non sa tenere riservate certe notizie, il Papa e i collaboratori sono spesso obbligati anche a giri controti per evitare fraintendimenti, sottovalutazioni ecc...
eh!^__^
Ma davvero gli Anglicani diventeranno di "Rito latino" come dice l'articolo? Non terranno il rito proprio della tradizione anglicana, così come i Cattolici di Rito Orientale? E poi perchè agli Anglicani non dev'essere consentito quanto è stato riconosciuto ai Cattolici di rito orientale, Greco-Bizantini, Greco-Melchiti, Caldei, Maroniti, Siroantiocheni, Siromalabaresi, etc. etc.? Tutte queste Chiese cattoliche consentono l'ordinazione presbiteriale e non episcopale a uomini sposati (mai però il matrimonio ai preti). Perchè mai non devono ricevere lo stesso trattamento gli Anglicani? Solo perchè sono Europei?
E poi dov'è lo scandalo ad avere nella Chiesa diversi riti e diverse regole? Il celibato sacerdotale è una regola e non è un dogma. Ma quando la regola c'è, va rispettata. Un religioso ha regole diverse da un semplice prete. E i vari ordini hanno regole diverse. Nessuno ti obbliga a diventare prete o religioso o ad esntrare in questa o quella comunità secondo quella o quell'altra regola. Se entri, sai prima cosa ti aspetta e poi non fai storie per cambiare le regole.
La Chiesa Latina - secondo me giustamente - ha scelto e difende il celibato sacerdotale. Nessuno obbliga un cattolico latino che voglia sposarsi a diventare prete. Ci sono molti altri modi per servire il Signore. Se poi il problema sono i preti che cambiano idea in corso d'opera e vogliono sposarsi, mi spiace. O si fanno protestanti o per loro non c'è chiesa o rito cattolico che tenga.
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