mercoledì 7 ottobre 2009

Il Papa: “Ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa” (Sir)


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BENEDETTO XVI: UDIENZA, “OGNI RIFORMA VA FATTA DENTRO LA CHIESA E MAI CONTRO LA CHIESA”

“Ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa”. Lo ha detto il Papa, soffermandosi sulla figura di san Giovanni Leonardi, patrono dei farmacisti, al centro dell’udienza generale di oggi.
“Ogni riforma – ha proseguito Benedetto XVI - interessa certamente le strutture, ma in primo luogo deve incidere nel cuore dei credenti. Soltanto i santi, uomini e donne che si lasciano guidare dallo Spirito divino, pronti a compiere scelte radicali e coraggiose alla luce del Vangelo, rinnovano la Chiesa e contribuiscono, in maniera determinante, a costruire un mondo migliore”.
“In più circostanze”, san Giovanni Leonardi – di cui si celebrano i 400 anni dalla morte – ribadì che “l’incontro vivo con Cristo si realizza nella sua Chiesa, santa ma fragile, radicata nella storia e nel suo divenire a volte oscuro, dove grano e zizzania crescono insieme, ma sempre sacramento di salvezza”. Partendo dalla “lucida consapevolezza che la Chiesa è il campo di Dio”, san Giovanni “non si scandalizzò delle sue umane debolezze”, ma “per contrastar la zizzania scelse di essere buon grano: decise, cioè, di amare Cristo nella Chiesa e di contribuire a renderla sempre più segno trasparente di Lui. Non solo. Per amore di Cristo lavorò alacremente per purificarla, per renderla più bella e santa”. In questo, per il Papa, san Giovanni Leonardi “è stato veramente straordinario e attuale”.
Secondo san Giovanni Leonardi, “chi vuole operare una seria riforma religiosa e morale deve fare anzitutto, come un buon medico, un'attenta diagnosi dei mali che travagliano la Chiesa per poter così essere in grado di prescrivere per ciascuno di essi il rimedio più appropriato”. In un memoriale inviato nel maggio del 1605 a Papa Paolo V, appena eletto, il futuro patrono dei farmacisti osservava come sia “necessario”, per un “autentico rinnovamento nella Chiesa”, che “coloro che aspirano alla riforma dei costumi degli uomini cerchino specialmente, e per prima cosa, la gloria di Dio”, e aggiungeva che essi devono risplendere “per l'integrità della vita e l'eccellenza dei costumi, così, più che costringere, attireranno dolcemente alla riforma”. Per san Giovanni Leonardi, inoltre, “il rinnovamento della Chiesa deve verificarsi parimenti nei capi e nei dipendenti, in alto e in basso”, cioè “deve cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi”. Fu per questo che, mentre sollecitava il Papa a promuovere una “riforma universale della Chiesa”, san Giovanni Leonardi “si preoccupava della formazione cristiana del popolo e specialmente dei fanciulli”, da educare “fin dai primi anni nella purezza della fede cristiana e nei santi costumi”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ogni commento è superfluo. Il richiamo a vescovi "indisciplinati" a sacerdoti "libertini" a laici "indifferenti" è forte e chiaro.
Giovanni leonardi, come Francesco aiutarono la Chiesa e la cambiarono pur rimanendo dentro la Chiesa.
Non così per martin lutero che invece , volendola cambiare dal di fuoir , invece nè deturpò irrimediabilmente il volto .

Ciò vale anche oggi, pe qui prelati che "non vogliono dar posto" alla Gloria di Dio e scelgono la via più facile dell'impegno sociale che deve essere un riflesso di ciò che è la gloria di Dio, di tutto ciò che mediante la mia personale santificazione faccio passare nella società .

Invece di esporre su nostri altari la bandiera della pace con tanto di arcobaleno rimettiamo al centro il crocifisso e guardiamo a colui "che è stato trafitto".