mercoledì 7 ottobre 2009

Sinodo sull'Africa: la vita degli immigrati è sacra e non priva di valore (Izzo)


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SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

Riceviamo e con grandissimo piacere pubblichiamo:

SINODO AFRICANO: VITA IMMIGRATI E'SACRA E NON PRIVA DI VALORE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 7 ott.

La situazione drammatica degli immigrati, "specialmente degli africani che giungono sui barconi, e dei richiedenti asilo" e' stata denunciata nell'intervento del presidente della Conferenza Episcopale dell'Etiopia, mons. Bernaneyesus Demerev Souraphiel, nel dibattito in corso al Sinodo Africano. "Spero - ha detto - che questo Sinodo per l'Africa studi le cause che sono alla base del traffico di esseri umani, delle persone sfollate, dei lavoratori domestici sfruttati (soprattutto le donne in Medio Oriente) e che sortisca posizioni e propste concrete per mostrare al mondo che la vita degli africani e' sacra e non priva di valore, come invece sembra essere presentata e vista da molti media".
In Libia viviamo tutta la tragedia di questo fenomeno: venire in Libia per essere respinti dall'Europa", ha aggiunto da parte sua il vicario apostolico di Tripoli, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli. "L'immigrazione - ha affermato - e' per molti una tragedia, soprattutto perche' fatti oggetto di traffico, sfruttamento (le donne in particolare) e del disprezzo dei diritti umani.
Sappiamo che nel continente africano vi sono piu' di dieci milioni di sfollati, di migranti che cercano una patria, una terra di pace: il fenomeno di questo esodo rivela un volto d'ingiustizia e di crisi sociopolitica in Africa. Vi sono migliaia di immigrati che entrano in Libia ogni anno, provenienti dai paesi dell'Africa sub sahariana".
Secondo il vescovo francescano, "la maggior parte di questi immigrati fugge dalla guerra e dalla poverta' del proprio paese e arriva in Libia, dove cerca un lavoro per aiutare la famiglia oppure un modo per andare in Europa nella speranza di trovarvi una vita migliore e piu' sicura. Molti di loro si sono lasciati ingannare dalle promesse di un lavoro ben retribuito e si trovano costretti a svolgere lavori mal pagati e pericolosi oppure non ne trovano affatto". In Libia, "molte donne, fatte venire nel paese, sono costrette alla prostituzione e alla schiavitu'. Tutti gli immigrati illegali rischiano il carcere, la deportazione o, peggio ancora, non hanno accesso ne' all'assistenza legale ne' ai servizi sanitari: vi sono diversi centri di raccolta di tutti i clandestini, ma tutti coloro che si rivolgono al Centro di Servizio Sociale della Chiesa sono originari dell'Eritrea e della Nigeria, etiopi, sudanesi e congolesi: chiedo ai loro Pastori di non dimenticarli in questo esodo forzato".
Molti tra questi immigrati sono cattolici: ringraziamo il Signore - ha concluso mons. Martnelli - per la loro testimonianza cristiana. E' una comunita' che soffre, che cerca, precaria ma piena di gioia nell'espressione della fede. E che in un contesto sociale e religioso musulmano rende la Chiesa credibile e vive il dialogo della vita con molti musulmani. Sono la nostra Chiesa in Libia, pellegrina e straniera, luce di Gesu' e sale per la gente che ci circonda".

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