martedì 24 novembre 2009

Gli artisti dal Papa, Camon: mi dispiace per gli assenti. Risposta ad Elkann


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Gli artisti dal Papa mi dispiace per gli assenti

FERDINANDO CAMON

Su «La Stampa» di domenica Ferdinando Camon ha raccontato l’incontro degli artisti con il Pontefice auspicando un confronto periodico riservato solo ai cristiani.
Su «La Stampa» di ieri Alain Elkann, ebreo e scrittore da sempre impegnato nel dialogo inter-religioso, ha espresso la sua obiezione. Qui di seguito pubblichiamo la risposta di Ferdinando Camon e un intervento di Lorenzo Mondo.


Domenica, su questo giornale, ho raccontato l'incontro del Papa con gli artisti.
Lunedì è uscita una lettera-commento di Alain Elkann: sostanzialmente la scrittura di un altro articolo. Elkann mi rimprovera di aver avuto con l'incontro un approccio leggero. Io ho detto che noi tutti, cattolici e non, lo aspettavamo da una vita: dire che lo aspettavamo da prima della nascita mi risultava difficile. Elkann si sofferma sulla quantità di arte, altissima, che circondava l'evento. E' vero, era una cornice grandiosa. Ma se l'incontro fosse consistito in quella musica e quella pittura, pochi di noi ci sarebbero andati. Siamo andati per sentire il discorso. Dopo 45 anni, un Papa parlava di arte agli artisti: l'evento stava qui. Per me come per tutti, visto che tutti gli articoli parlano solo del discorso. Un discorso alto e complesso, ma anche rischioso. Non tutto mi lascia tranquillo. Sul Giudizio Universale di Michelangelo chiedo a Elkann di comprendermi: nessun artista cattolico lo può contemplare con libera gioia, come fa Elkann, per una ragione grave, anche ai fini del tema che il Papa trattava: su quell’opera di Michelangelo la Chiesa cattolica sbagliò. Quando Michelangelo aprì le porte e invitò il Papa e i cardinali a venire a vedere il lavoro finito, nel Papa e nei cardinali si diffuse la costernazione. Un cardinale sussurrò: «Un inutile sfoggio di sapienza anatomica», e un altro: «Non è una sala papale, è una sala termale».
Ogni volta che vedo la Cappella Sistina questo giudizio mi affiora nel cervello, doloroso e insopprimibile. Il rapporto della Chiesa con gli artisti, fino a Fellini, fino a Pasolini, a Testori, a Tondelli, è un problemaccio. Sul discorso del Papa, e sui problemi arte-morale, mi sarebbe piaciuto restare un giorno di più, e parlarne tra di noi ospiti. Se il Papa, come ha annunciato con quell'«Arrivederci», ripeterà l'incontro, ci terrei a che questo avvenisse. Tra noi chi? Ho detto: di area cristiana. Fin dove arriva l'area cristiana? Fin là dove la parola del Papa trova attenzione. Lo ha detto il Papa stesso. Fra tutti coloro che se il Papa chiama e li invita a venire, gli riconoscono autorità e vengono. Elkann è tra i primi. Ma i maggiori scrittori d'Israele, Yehoshua, Oz e Grossman, han rifiutato in blocco. Hanno ritenuto che il tema o l’oratore non meritassero ascolto? Con pieno diritto, se è così. Elkann glissa sul fatto, come se non importasse. A me ha dato delusione e dispiacere. Ma non facciamone una guerra di religione. Ci è stato detto: «Arrivederci», rispondiamo: «A presto».

© Copyright La Stampa, 24 novembre 2009 consultabile online anche qui.

Io modestamente suggerirei a Camon di concentrarsi su chi c'era e non su chi non c'era.
Gli scrittori israeliani hanno rifiutato l'invito? Pazienza...problemi loro! Avranno avuto le loro ragioni su cui francamente non insisterei molto.
Ho smesso di chiedermi i motivi di certi atteggiamenti dopo avere toccato con mano il trattamento riservato al Santo Padre durante la sua visita in Israele
.
R.

8 commenti:

incontentabile ha detto...

la Chiesa sbagliò, gli errori della Chiesa, le colpe della Chiesa... non si da dire altro, ormai? Chissenefrega se un cardinale, magari ignorante in fatto d'arte, ha espresso un'opinione negativa: deve valere come lapidario giudizio di un'intera istituzione? Troppo comodo! Figuriamoci se io dovessi considerare errori della scienza o dell'arte o della filosofia tutte le castronerie che questo o quello studioso o artista può aver detto o fatto!

azzeccagarbugli ha detto...

il rapporto della Chiesa con gli artisti è un "problemaccio"? E siamo sicuri che la responsabilità sia tutta e solo della Chiesa, l'unica che si deve sempre prosternare nel mea culpa del caso? O ci sono anche responsabilità culturali che hanno voluto creare una deleteria contrapposizione tra fede e arte?

Anonimo ha detto...

Gli israeliani Yehoshua, Oz e Grossman non c'erano? Fatti loro non nostri. E' lecito rispondere con un bel chissenefrega?
Alessia

Anonimo ha detto...

Si può essere d'accordo o meno con Camon, Elkann e Mondo, ma bisogna sottolineare che La Stampa al momento è l'unico giornalone ad aver aperto un dibattito sull'evento. Molto meglio della studiata indifferenza degli altri giornaloni.
Alessia

Raffaella ha detto...

Concordo su tutta la linea :-)
R.

sam ha detto...

Vero Alessia. Ottima riflessione!

Anonimo ha detto...

Gli altri giornaloni non accettano un dialogo a 300° (anche la Stampa non lo accetta a 360°).
Gli altri, infatti, il dialogo, lo accettano, al massimo, ma proprio al massimo, a 180° se non, addirittura a 90°. Solo quello, cioè, che può essere percepito dall'orecchio sinistro.
Dall'altro sono negazionisti. Volutamente sordi. Oltre che muti e ciechi!

DANTE PASTORELLI ha detto...

Ma cos'ha tolto all'incontro l'assenza di Elkan? Chi se n'è accorto?