mercoledì 9 dicembre 2009
Islam, il card. Bertone ad Al Jazeera: Un augurio di pace e di serena e solidale convivenza per tutti (Asca)
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Su segnalazione della nostra Alessia leggiamo:
ISLAM: BERTONE AD AL JAZEERA, VIVIAMO INSIEME IN PACE E SOLIDARIETA'
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 9 dic
Un ''augurio di pace e di serena e solidale convivenza per tutti''. Lo ha mandato a tutto il mondo musulmano il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, intervistato oggi dal canale 'Al Jazeera Documentary'.
E' la prima volta che un 'primo ministro' del papa parla ad una televisione araba, ed e' l'occasione per rivolgersi all'intero mondo musulmano ''con il canto degli angeli sopra la grotta di Betlemme: 'Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e pace in terra a tutti gli uomini e donne di buona volonta''''. Nel colloquio, realizzato nell'ambito di un documentario di un'ora che presentera' al mondo arabo il ruolo del papa, del Vaticano e della Chiesa cattolica, Bertone si e' soffermato sui rapporti tra la Chiesa e il mondo arabo, sul dialogo interreligioso, senza tralasciare le recenti polemiche italiane e il voto svizzero sui minareti.
Di fronte alle polemiche sull'integrazione della minoranza musulmana nel nostro Paese, il segretario di Stato vaticano ha ricordato che, in Italia come in tutto il mondo, la Chiesa ''difende i diritti di tutti, il diritto di vivere, il diritto all'istruzione, il diritto di associazione, i diritti di tutte le minoranze'' sottolineando allo stesso tempo la necessita' di ''osservare le leggi dei Paesi di arrivo''. ''Se vado in Kuwait, devo osservare le leggi del Paese - ha detto il cardinale -. Naturalmente, la difesa dei diritti delle minoranze vale per tutti, anche per le minoranze cristiane che si trovano in Paesi musulmani o non cristiani, e questo e' un impegno che dobbiamo prendere tutti assieme''.
Per Bertone, ''bisogna assicurare a ciascuno la sua liberta' di culto, dialogando e lavorando assieme per aiutare chi ha piu' bisogno'' perche' la Chiesa ''promuove il bene delle persone senza distinguere la loro religione''. Per il porporato, il voto svizzero che ha vietato la costruzione dei minareti e' un ''voto che nasce dalla paura, mentre le scelte di voto devono nascere da una prospettiva, da un obiettivo positivo''. Il caso elvetivo, per Bertone, deve essere l'occasione per lanciare un rinnovato appello ''ad una convivenza pacifica di tutti con tutti''. Il 'primo ministro' vaticano ha anche ricordato l'importanza della presenza cristiana in Medio Oriente, minacciata dalle violenze, dalla riduzione dei diritti, dalle difficolta' economiche: ''Proprio ieri ho ricevuto una telefonata dal patriarca iracheno Delly, in seguito alla nuova serie di attentati a Baghdad''.
''Noi - ha spiegato - esortiamo i cristiani arabi a restare, perche' svolgono una funzione positiva, anche se qualcuno puo' sbagliare'', un concetto ripetuto anche ''ai responsabili politici'' dei Paesi arabi che vengono in visita in Vaticano. Quanto al dialogo tra l'islam e la Chiesa cattolica, il segretario di Stato vaticano ha sottolineato l'impulso positivo che ad esso e' stato dato da papa Benedetto XVI, portandolo ''ad un alto livello di dialogo teologico'' e dando ''un grande slancio'' all'attivita' del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.
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2 commenti:
Propongo la visione di un video che parla di numeri e statistiche circa il panorama islamico/europeo in particolare. Sono dell'avviso che, trattandosi di matematica, vi siano spunti di riflessione a sufficienza, e che posso facilmente capire come mai il suddetto referendum abbia avuto l'esito di cui tuttora si discute. Ecco il link al video:
http://www.youtube.com/watch?v=utpUfll1rpg
Inoltre vorrei sottoporre all'attenzione la ricerca e lettura di alcuni "profetici" personaggi come Oriana Fallaci e Padre Samir, che hanno scritto e detto parecchie cose che poi si sono realmente verificate in era odierna..
Quelle di Bertone - a giudicare da quest'Ansa - mi sembrano dichiarazioni molto precise ed equilibrate.
Afferma diritti, doveri e reciprocità con amicizia serena e schietta.
Quando parla del voto sui minareti afferma che è un voto che nasce dalla paura - vero! - senza tuttavia condannare come immotivata o razzista tale paura, ma richiamando tutti alla convivenza pacifica.
Non fa neppure l'errore di mischiare il discorso dei minareti con quello della libertà religiosa e dei luoghi di culto (che i minareti non sono). Peraltro sono i commentatori europei ignoranti di Islam che fanno queste confusioni, non i Musulmani che sanno benissimo il significato delle cose che li riguardano e che spesso si stupiscono più per quanto viene concesso loro - e che loro non concederebbero mai - di quanto non viene concesso.
Infatti alcune di quelle che noi chiamiamo aperture, loro stessi le giudicano nostre mancanze di fede e sconfitte.
Non è certo con la costruzione di minareti, che simboleggiano l'espansione islamica, che aumenta il dialogo e l'amicizia tra popoli cristiani e musulmani. Questi matrimoni combinati non sono compatibili con l'Europa.
Queste cose - pilotate dai poteri forti che desiderano arrivare ad uno scontro violento tra popoli di diversa fede per dominarli tutti - servono solo ad esasperare e a rendere cattiva la gente che tuttavia, grazie a Dio, continua ad usare il voto e non altro per difendersi dalle conseguenze delle follie del pensiero politically correct dominante. In questa situazione ai governanti serve tanta responsabilità e non un buonismo esplosivo. Come ci insegna la Santa Chiesa, preghiamo TANTO per loro.
Bertone come il Papa sa che non è sull'edilizia, ma sulla fede autentica che si possono trovare punti d'armonia e rispetto reciproco tra Cristiani e Musulmani.
Io ho molti amici di fede islamica e devo dire che rispettano la mia amata Madonna, le mie preghiere e i miei digiuni più di tanti battezzati cristiani.
Devo dire che dei Musulmani apprezzo tantissimo la centralità di Dio e della fede nella vita personale e collettiva.
Personalmente nella mia ormai lunga esperienza di pratica (non parole, ma cose fatte insieme)interreligiosa, ho maturato la convinzione che un dialogo con l'Islam sia impossibile, mentre è possibile e proficuo con gli Islamici.
Ciò non significa però nascondere i dati oggettivi che mostrano la pericolosità dell'Islam, che - cosa poco compresa in Occidente -non è solo una fede religiosa, ma anche un preciso sistema sociale, politico ed economico che assume talora i contorni di un'ideologia totalitaria.
Sugli aspetti puramente religiosi è invece possibile costruire ponti di pace.
Una cosa che si sa poco, ad esempio, è che i Musulmani condividono volentieri con i Cristiani la festa del Natale. Credono nell'Annunciazione da parte dell'Arcangelo Gabriele (descritta nel Corano); nella verginità di Maria, l'unica donna citata per nome e con una sura tutta dedicata a lei; nella messianicità di Cristo che tornerà alla fine per il Giudizio Universale.
Quello che Maometto ha rifutato è lo scandalo della Croce, della debolezza, del perdono, con tutto quello che ne consegue.
In ogni caso i Musulmani si indignano più per la mancanza che per le manifestazioni di fede e certo non si indignano per il Presepe che certe zelanti maestre e persino sacerdoti si affrettano a sopprimere. La Grotta di Betlemme è costantemente meta di pellegrinaggio da parte dei Musulmani.
Il pericolo perciò non viene tanto dai Musulmani, quanto dai poteri forti laicisti che vogliono utilizzare strumentalmente l'Islam, oltre alla nostra decadenza morale e alla crisi delle famiglie e delle nascite, per sconfiggere il Cristianesimo.
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