mercoledì 9 dicembre 2009

Papa Ratzinger critica i mass media: «Rendono indifferenti al male» (Giansoldati)


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Il Papa: "Nella città vivono – o sopravvivono – persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione. E’ un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà. C’è invece in ogni uomo il desiderio di essere accolto come persona e considerato una realtà sacra, perché ogni storia umana è una storia sacra, e richiede il più grande rispetto" (Atto di Venerazione alla Madonna Immacolata)

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Il Papa: l'inquinamento dello spirito rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci in faccia

Il Papa: Ogni giorno attraverso i giornali, la televisione, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili

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Ratzinger critica i mass media: «Rendono indifferenti al male»

Il Papa «Amplificano le cose brutte, intossicano e sfruttano gli invisibili»

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

Non c’è solo l’inquinamento atmosferico: anche l’inquinamento dello spirito contribuisce al degrado delle nostre società.
E così, pian piano, diventa normale l’indifferenza, la durezza, l’egoismo. Non ci si stupisce più di nulla e le immagini delle televisioni alla fine ci scorrono davanti, scivolando via, come se niente fosse. Il Papa è decisamente preoccupato e mentre in questi giorni a Copenaghen si sta dibattendo sui danni dei gas serra, a Roma, per le celebrazioni dell’Immacolata, l’attenzione si sposta su un’altra deriva: l’assuefazione al male, una specie di malattia dell’anima che porta a relativizzare, ad essere insensibili, a distogliere lo sguardo davanti ai soprusi e alle ingiustizie. Le responsabilità etiche dei mass media non potevano non rientrare nel discorso che Benedetto XVI ha pronunciato in piazza di Spagna per il tradizionale omaggio dell’8 dicembre, davanti alla statua della Vergine. «Ogni giorno attraverso i giornali, la televisione, la radio, il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci, perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula.
Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono». Sono i prodotti tossici che fuoriescono da quella cultura assai povera di valori, tante e tante volte denunciata anche da Papa Wojtyla. «Nella città vivono o sopravvivono persone invisibili, che ogni tanto balzano in prima pagina o sui teleschermi, e vengono sfruttate fino all’ultimo, finché la notizia e l’immagine attirano l’attenzione». Gli ’invisibili’ cui fa riferimento sono i senzatetto, gli irregolari, gli indigenti, tutti costretti a vivere nelle baracche lungo il Tevere, o anche i malati di mente lasciati a loro stessi, gli anziani con una pensione che non basta ad arrivare alla fine del mese. «E’ un meccanismo perverso, al quale purtroppo si stenta a resistere. La città prima nasconde e poi espone al pubblico. Senza pietà, o con una falsa pietà». Non è un caso se una delle prime visite che il pontefice ha programmato per l’anno nuovo, è la mensa della stazione Termini dove quotidianamente trovano rifugio centinaia di barboni grazie al lavoro dei volontari della Caritas. L’indice puntato è contro il sensazionalismo fine a se stesso, quell’informazione superficiale e gridata che tende a fare sentire le persone come spettatori, «come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere». Invece, ha aggiunto con amarezza, «siamo tutti attori e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri». La conclusione cui giunge è una sola, che ci si lamenta per l’inquinamento dell’aria in certe zone ormai irrespirabile, ma poi, ha rilevato il Papa, si finisce per tacere sulle scorie tossiche che si depositano sull’anima. «E’ proprio questo che rende i nostri volti meno sorridenti, più cupi, che ci porta a non salutarci tra di noi, a non guardarci nemmeno in faccia». Come diceva il poeta libanese Khalil Gibran, l’indifferenza è metà della morte.

© Copyright Il Messaggero, 9 dicembre 2009

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Su la 7 lo hanno fatto ieri sera. L'83% concordava con il Papa.
Alessia

Raffaella ha detto...

Su Raidue poco fa il 94 %
R.

massimo ha detto...

è vero che questo tipo di sondaggi telefonici a volte lasciano il tempo che trovano,però sono indicativi io credo di una cosa,sondano l'umore,il"sentire" della gente e io credo che la gente semplice,il popolo ascolti, capisca molto bene il Papa,si sente a pelle che il papa è un uomo di Dio e di preghiera e ci indica la strada giusta.

Anonimo ha detto...

... e chiusi e protetti nelle nostre tane, davanti al male che vediamo, ci scagliamo contro i malvagi sentendoci immuni! Ma finalmente il Papa ci apre gli occhi: "tendono a farci sentire sempre 'spettatori', come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere." Davanti al video abbiamo tutti ripreso in mmano, ma vigliaccamente di nascosto, la pietra che avevamo lasciato cadere davanti all'adultera.
Dario