sabato 8 novembre 2008

Il Papa incontra l’Islam: «Superiamo i pregiudizi» (La Nazione)


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Il Papa incontra l’Islam «Superiamo i pregiudizi»

Forum in Vaticano: cancellato l’«incidente» di Ratisbona

— ROMA —

RATISBONA è un lontano ricordo, anzi ciò che allora sembrava dividere ha avviato un processo di vicinanza. E’ completamente positivo, da parte islamica, il bilancio del Forum cattolico-islamico conclusosi con l’udienza con il Papa, e innestato dalla lettera che i 138 leader islamici lo scorso anno indirizzarono ai capi cristiani, invitandoli a una «parola comune» delle religioni per la pace e la fratellanza.
Molto soddisfatti anche in Vaticano, pur con la tendenza a non assolutizzare questo incontro accanto al quale — si ricorda e ha ricordato anche Benedetto XVI ricevendo gli ospiti nella sala Clementina — ci sono altre occasioni di scambio e incontro con il variegato e composito mondo musulmano.
Di superamento di Ratisbona hanno parlato lo studioso di nascita svizzera Tariq Ramadam e il mufti della Bosnia e capodelegazione, Mustafa Ceric, in ripetute dichiarazioni alla stampa, anche nella affollatissima «seduta pubblica» alla Gregoriana in cui è stata letta la dichiarazione comune che ha concluso i lavori del Forum, composto da circa trenta delegati per parte.
Impegno a «esplorare la possibilità di stabilire un comitato permanente cattolico-musulmano per coordinare le risposte ai conflitti e altre situazioni di emergenza» e a incontrarsi nuovamente entro due anni in un Paese a maggioranza musulmana i punti principali della dichiarazione.
Il testo afferma inoltre la necessità di agire sulla finanza per renderla etica e sulla educazione dei giovani per renderli consci della propria identità religiosa e aperti a quella degli altri, oltre a ribadire difesa della vita e dei diritti come punti di incontro.
ALTRI PUNTI sottoscritti: la persona umana per cattolici e musulmani è «maschio e femmina»; le minoranze religiose vanno protette e rispettate; insieme si può lavorare per la spiritualità in un mondo «secolarizzato e materialistico».
E soprattutto: «Cattolici e musulmani sono chiamati ad essere strumento di amore e armonia tra i credenti e per l’intera umanità, rinunciando a oppressione, violenza aggressiva e terrorismo». Nella cordiale udienza nella Sala Clementina, al termine della quale si è fermato a lungo a stringere mani e scambiare battute con i delegati, papa Ratzinger ha chiarito cosa si aspetta da questo Forum: pur muovendo da visioni antropologiche e teologie diverse, «solo partendo dal riconoscimento della centralità della persona e dalla dignità di ogni essere umano, rispettando e promuovendo la vita», «possiamo trovare un terreno comune» per un «mondo in cui le differenze siano pacificamente affrontate, e sia neutralizzato il potere devastante delle ideologie». Le «persecuzioni sono ancora più inaccettabili e deplorevoli se fatte in nome di Dio». E infine: «Uniamo i nostri sforzi per superare tutti i fraintendimenti e i disaccordi. Risolviamoci a superare i pregiudizi passati e correggere le immagini spesso distorte degli altri che anche oggi creano difficoltà alle nostre relazioni; lavoriamo per educare tutti, specialmente i giovani, a costruire un futuro comune». E non limitiamo il dialogo «ai gruppi di esperti» ma facciamolo «fruttificare per tutti».

© Copyright La Nazione, 7 novembre 2008

Bene "La Nazione" per questo articolo.
La sala della Gregoriana era affollata? Beh, suggerirei ai giornali di non mandare inviati a scaldare le sedie per poi non pubblicare cio' che scrivono
.
R.

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