martedì 18 novembre 2008

Vicenda di Eluana e legge sul fine vita: le opinioni di Paola Binetti e di Benedetto della Vedova (Il Giornale)


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E' in uscita il volume "Benedetto XVI e le sue radici. Ciò che ha segnato la sua vita e la sua fede" (Marcianum Press) del Prof. Alfred Läpple, ex docente di Joseph Ratzinger

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La «Deus caritas est» come l'avrebbero copiata gli amanuensi (Osservatore Romano)

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L'incontestabile peso del vocabolario: " Altro che morte naturale. Di eutanasia si tratta. E violenta (Morresi)

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PAOLA BINETTI

«Sì a una legge che vieti di staccare il sondino»

di Gaia Cesare

«Mi sembra che i tempi siano maturi. Probabilmente ci si arriverà solo in primavera. Ma la gente ci sta chiedendo di fare chiarezza. E se non rispondessimo a questa esigenza, il Paese non capirebbe».

Come giudica la proposta del sottosegretario Roccella, che immagina una norma in cui il malato non possa rinunciare ad alimentazione e idratazione?

«Ci tengo a sottolineare che il no alla sospensione all’idratazione e all’alimentazione era già presente in alcuni disegni del Pd, nella precedente legislatura. In ogni caso, se questi sono gli obiettivi di un disegno di legge, io li condivido».

E l’autodeterminazione che fine fa?

«La libertà del paziente riguarda la scelta dei trattamenti, non il rifiuto del sostegno vitale».

Qualcuno ritiene che tenere in vita una persona in stato vegetativo permamente sia una crudeltà.

«Infatti noi parliamo di "idratazione assistita" e "non artificiale". Si tratta semplicemente di assistere un malato nello svolgimento di una funzione vitale. Nel caso di Eluana è vero che il nutrimento giunge con un sondino, ma è vero anche che il suo organismo è perfettamente in grado di assimilarlo. Per noi idratazione e nutrizione non sono terapie, ma sostegni vitali».

Pare che molti italiani siano d’accordo con la Cassazione. Eppure lei ha definito «vergognoso» il sondaggio del Tg1. Perché?

«Mi è sembrato inopportuno nel giorno in cui si è pronunciata la Cassazione».

Crede che gli italiani siano favorevoli a tenere in vita Eluana?

«Credo che nell’opinione pubblica, insieme alla grande comprensione nei confronti del padre, al quale va la nostra stima, non ci sia altrettanta comprensione nei confronti della decisione della magistratura».

Anche lei, come la Roccella, pensa che non si ci possa fidare delle volontà espresse da un individuo anni prima?

«Non si può trattare l’uomo come se fosse dotato di intelligenza e volontà impregnati di una razionalità senza tentennamenti».

Cioè si può cambiare idea nel tempo?

«Le nostre decisioni dipendono dalle emozioni e dalle situazioni che stiamo vivendo. Anche Eluana si è espressa sull’onda emotiva dell’incidente accaduto a un amico. per questo noi crediamo che il consenso vada rinnovato esplicitamente ogni tre anni».

© Copyright Il Giornale, 18 novembre 2008 consultabile online anche qui.

BENEDETTO DELLA VEDOVA

«Se la proposta è questa meglio nessuna norma»

di Gaia Cesare

È partito subito all’attacco, onorevole. Ha accusato il governo di schierarsi su posizioni «confessionali». Perché?

«Mi aspettavo che su questo tema l’esecutivo si riservasse un intervento di mediazione e lasciasse piena autonomia al Parlamento. Ma ho visto invece che ha messo i piedi nel piatto e sposato la linea più restrittiva, che è quella prevalente delle gerarchie ecclesiastiche».

La Binetti, deputata del Pd, è favorevole alle proposte del centrodestra. Lei, deputato Pdl, è contrario. Troverete mai una convergenza?

«Ci tengo a precisare che non sono un anticlericale e che non ho mai pensato che la voce della Chiesa non fosse importante. Ma un testo come quello proposto ieri nell’intervista al Giornale mi sembra superato dai fatti. Saremmo di fronte a una legge contro il testamento biologico».

Preferirebbe lasciare le cose come stanno? Niente legge?

«Sono ovviamente favorevole a una legge. Ma ispirata al disegno di legge votato a maggioranza dal centrodestra, nel 2005, su proposta di Forza Italia».

Ci spieghi.

«In quel testo, approvato in Commissione Sanità del Senato, si prevedeva che se il malato fosse incapace di intendere e di volere, chi era chiamato a decidere al suo posto doveva tenere conto della volontà espressa dal paziente in precedenza e dei suoi valori e delle sue convinzioni. Quello era un testo equilibrato e fuori dalle guerre di religione».

Lei è convinto che gli italiani siano dalla sua parte.

«Leggo le rilevazioni, anche se non sono strettamente scientifiche. Credo che la gente si immedesimi e sappia che c’è chi ha risolto casi di questo tipo, nella propria vita familiare e senza clamore, ponendo fine alle terapie che hanno come unico obiettivo di prolungare l’agonia».

Insomma, lei condivide in pieno la sentenza della Cassazione.

«Sì, perché ha detto esplicitamente che stante la Costituzione e leggi italiane quello che chiede Beppino Englaro è possibile. Eppure ho sentito parlare di omicidio. E credo che siano pochi, anche fra i nostri elettori, quelli che considerano il padre di Eluana un omicida».

La sospensione dell’alimentazione per qualcuno è un atto grave, che priva il malato di un sostegno vitale.

«Qui non si tratta di obbligare nessuno a sospendere le terapie. Si tratta di concedere a chi vuole rinunciare a un trattamento sanitario di poterlo fare».

Se la legge non risponderà a questi principi?

«Voterò contro. Ma sono fiducioso che si arriverà a un compromesso».

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