giovedì 16 aprile 2009
Il Papa compie oggi 82 anni. Festa a Castel Gandolfo tra impegni e nuove sfide: l'analisi di Adnkronos
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Il Papa compie oggi 82 anni. Festa a Castel Gandolfo tra impegni e nuove sfide
Il Santo Padre si sta concedendo alcuni giorni di riposo nella residenza estiva dopo le fatiche dei riti pasquali. Domenica prossima cade il quarto anniversario della sua elezione al Soglio di Pietro. A maggio lo attende il viaggio in Terra Santa
Città del Vaticano, 16 apr. - (Adnkronos/Ign)
Il Papa compie oggi 82 anni.
Quest'anno Benedetto XVI festeggerà il compleanno nella residenza di Castel Gandolfo dove si trova per alcuni giorni di riposo dopo le fatiche dei riti pasquali.
Domenica prossima poi il Santo Padre festeggerà il quarto anniversario della sua elezione al Soglio di Pietro.
Due traguardi che assumono un significato particolare per l'intrecciarsi tumultuoso di vicende fra loro diverse in questi ultimi mesi.
Benedetto XVI deve infatti ha dovuto reggere il timone della Barca di Pietro in un periodo turbolento nella vita della Chiesa iniziato con la sua decisione di ritirare la scomunica ai vescovi lefebvriani e finito con la lettera del Pontefice ai vescovi di tutto il mondo per chiudere la crisi derivata dalle dichiarazioni del vescovo lefebvriano Williamson.
Fra l'Africa e la prossima visita in Terra Santa a maggio, il Papa non si sta poi risparmiando per assolvere pienamente il suo compito.
La visita del Pontefice in Abruzzo sembra ad oggi essere stata rinviata al primo maggio.
E in effetti per la Santa Sede gli ultimi mesi sono stati assai difficili, allo stesso tempo nel corso degli ultimi dieci giorni- proprio in coincidenza con le celebrazioni della Pasqua - il devastante terremoto che ha colpito l'Abruzzo ha visto la mobilitazione della Chiesa in favore delle popolazioni rimaste vittime del sisma, mentre i diversi appuntamenti religiosi sono stati scanditi dal pensiero di quanto avveniva a L'Aquila e nei Paesi vicini.
Il Papa nel corso dell'udienza di mercoledì 8 aprile ha avuto parole chiare per la gente dell'Abruzzo: ''Rinnovo la mia vicinanza spirituale alla cara comunita' de L'Aquila e degli altri Paesi - ha affermato il Pontefice - duramente colpiti dal violento fenomeno sismico dei giorni scorsi, che ha provocato numerose vittime, tanti feriti e ingenti danni materiali''.
Sul terremoto il Pontefice e' tornato anche nella notte di venerdi' scorso, in occasione della Via Crucis e quindi domenica mattina nella messa in Piazza San Pietro.
Ancora Benedetto XVI ha voluto inviare gli olii della messa del Crisma celebrata il giovedi' santo nella basilica vaticana, alla diocesi dell'Aquila rimasta duramente colpita dal sisma.
Così i riti tradizionali della Pasqua presieduti dal Pontefice sono diventati occasione di raccoglimento, di preghiera e di solidarieta' per quanto avveniva in Abruzzo.
Ma soprattutto il Pontefice ha inviato un messaggio personale agli abruzzesi durante le esequie solenni svoltesi la settimana scorsa. Messaggio letto dal suo segretario personal, mons. Georg Ganswein.
''Sono certo che con l'impegno di tutti - si leggeva nel messaggio del Papa - si puo' far fronte alle necessita' piu' impellenti'', quindi poco dopo aggiungeva: ''ho notato con favore il manifestarsi di una crescente onda di solidarieta' grazie alla quale si sono venuti organizzando i primi soccorsi, in vista di un'azione sempre piu' incisiva sia dello Stato che delle istituzioni ecclesiali, come anche dei privati''.
Del resto il percorso di un pontificato è inevitabilmente segnato dagli eventi della storia, dalle vicende degli uomini. E se nelle settimane precedenti - in altri frangenti - la Chiesa cattolica sembrava in gravi difficolta', di fronte a un'emergenza drammatica come il terremoto dell'Abruzzo la Santa Sede ha ritrovato la strada della reazione immediata, della partecipazione attiva alla condizione umana, e in particolare a quella piu' fragile e colpita dal dolore.
Appena alle spalle ci sono i mesi caratterizzati dalla revoca della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani e dalla crisi che ne e' seguita: si e' trattato forse del banco di prova piu' arduo per Benedetto XVI.
Sull'onda delle polemiche internazionali suscitate dal caso Williamson - il vescovo che nega l'Olocausto e le camere a gas - l'edificio della Curia e la stessa autorita' del Pontefice hanno tremato; la crisi ha raggiunto il suo culmine nel momento in cui un premier di un altro Paese, Angela Merkel, ha criticato pubblicamente e apertamente il Papa.
Ratzinger ha risposto all'imperversare delle voci contrarie con una lettera aperta ai vescovi di tutto il mondo destinata a rimanere uno dei documenti piu' originali e inediti della Chiesa.
Una lettera che ha la sua forza nel mostrare una Chiesa non ''onnipotente'', che manifesta i suoi limiti e i suoi errori, nella quale il Papa indica le ragioni delle sue scelte e allo stesso tempo critica aspramente quei settori del mondo cattolico e della Chiesa che hanno messo sotto accusa la Santa Sede.
Ma soprattutto il Papa, nella lettera, si assume le responsabilita' di quanto accaduto, in pratica ''salva'' i suoi collaboratori per assumersi le responsabilità degli errori.
Un gesto che probabilmente ha costituto la svolta nel precipitare degli eventi e ha fatto placare il sovrapporsi di polemiche che ormai - altro fatto inconsueto - percorrevano la stessa Curia vaticana.
Da qui e' nata nella pubblicistica l'immagine di un Papa solo e della solitudine come elemento caratterizzante del regno. Ma ora altre sfide attendono il Pontefice: il viaggio in Giordania e in Israele, la pubblicazione della prossima enciclica sociale e a settembre la visita a Praga.
© Copyright Adnkronos
Molto bella ed obiettiva questa analisi!
La pubblicistica, come sempre, ha toppato: anche in occasione della Pasqua abbiamo toccato con mano l'affetto dei fedeli per il Papa che, quindi, non e' solo.
In tanti, tantissimi, gli vogliamo bene e lo sosteniamo con il cuore e la preghiera.
A piu' di un mese dalla lettera del Papa ai vescovi nessun curiale ha ancora fatto un passo avanti per assumersi un mignolo di responsabilita'.
Che tristezza...
In realta' e' proprio l'estrema coerenza e misercordia del Papa a renderlo cosi' grande ed a costituire un vero esempio.
R.
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