sabato 25 aprile 2009

Neuro-mania: Il cervello non spiega chi siamo (Lucetta Scaraffia)


Vedi anche:

La morte di Cristo è il sacrificio unico e definitivo: il fondamento della nostra fede nel Catechismo, nel Compendio e nella catechesi di Papa Wojtyla

Il mandato francescano di "riparare" la Chiesa a 800 anni della Protoregola: un pensiero di padre Lombardi (Radio Vaticana)

Il Papa agli insegnanti di religione: la dimensione religiosa rende più umano l'uomo. Intervista a Mons. Crociata e don Annichiarico (Radio Vaticana)

Domani, in Piazza San Pietro, le canonizzazioni di cinque nuovi Santi presiedute da Benedetto XVI. Le loro storie (Radio Vaticana)

Se in Germania la teologia è «fai da te» (Rodari)

Il Papa invia sette cardinali in giro per il mondo in occasione della chiusura dell'Anno Paolino

L’affluenza dei pellegrini da San Pio viene calcolata attraverso due “conta persone” elettronici (la Prefettura della Casa Pontificia prenda esempio!)

Il Papa: "La dimensione religiosa non è dunque una sovrastruttura; essa è parte integrante della persona, sin dalla primissima infanzia; è apertura fondamentale all’alterità e al mistero che presiede ogni relazione ed ogni incontro tra gli esseri umani. La dimensione religiosa rende l’uomo più uomo" (Discorso ai docenti di Religione Cattolica)

Il Papa: l'ora di religione è valido esempio di laicità positiva

Medio Oriente e dialogo interreligioso al centro dell'udienza del Papa al segretario della Lega araba, Amre Moussa (Radio Vaticana)

Il Papa ai pellegrini tedeschi: "Quando, lentamente, l'andamento delle votazioni mi ha fatto capire che, per così dire, la scure sarebbe caduta su di me, la mia testa ha incominciato a girare..." (25 aprile 2005)

"Benedetto XVI e l'essenza del cristianesimo" è stato il tema di un dibattito tenutosi a Catania (Osservatore Romano)

Torte per il Papa: «Il vostro lavoro è un'arte». Il dono degli studenti dell'Alberghiero a Benedetto XVI per l'82° compleanno. «Che emozione»

Il Papa riceve il segretario della Lega degli Stati Arabi

Santa Sede-Israele: progressi "significativi" nei negoziati bilaterali: accordo "il prima possibile"

Rabbino Rosen: Dalla prossima visita del Papa verranno progressi nel processo storico di riconciliazione fra Cattolici ed Ebrei (Osservatore Romano)

Le confessioni di Agostino (e di molti altri): Quella sottile paura di rinascere (Osservatore Romano)

Il Papa riceve il segretario generale della Lega degli Stati Arabi: intervista con mons. Fitzgerald (Radio Vaticana)

I ragazzi di Cracovia: "Come prete, Karol Wojtyla era sempre disponibile" (Izzo)

La solidarietà del Papa al cardinale Julio Terrazas, la cui casa è stata devastata da un attentato dinamitardo

I Gesuiti smentiscono l'Osservatore Romano (sic!): nessuna autorizzazione ad aprire gli archivi di padre Graham su Pio XII

Il Papa indossa la “kefiah” di due ragazzi di Betlemme. Benedetto XVI ha subito accettato il dono ringraziando (Giansoldati)

Baget Bozzo: Vito Mancuso usa la sua teologia in chiave di critica politica dei testi papali (Studi Cattolici)

Il Papa: "L'interpretazione delle Sacre Scritture non può essere soltanto uno sforzo scientifico individuale, ma deve essere sempre confrontata, inserita e autenticata dalla tradizione vivente della Chiesa. Questa norma è decisiva per precisare il corretto e reciproco rapporto tra l'esegesi e il Magistero della Chiesa" (Monumentale discorso del Santo Padre alla Pontificia Commissione Biblica)

La teologia "fai da te" dell'arcicescovo Robert Zollitsch, presidente dei vescovi tedeschi: il video dell'intervista incredibile!

Conferenza dell'Onu. Buon senso della Chiesa (Brunelli)

E Papa Ratzinger si svela predicatore (Politi)

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

Neuro-mania

Il cervello non spiega chi siamo

di Lucetta Scaraffia

Non è facile leggere sui giornali un buon articolo di divulgazione scientifica, che cioè non gridi subito alla scoperta sensazionale e non tiri precipitose conclusioni da piccoli passi in avanti nella conoscenza del funzionamento della natura, e soprattutto del corpo umano. Infatti, se manca l'enfasi, o l'apparente novità, dov'è la notizia? Ma questo tipo di divulgazione esasperata - se pure serve a creare effimere celebrità scientifiche e, forse, ad attirare finanziamenti alla ricerca in questione - ha un effetto pericoloso sui lettori, perché li convince che sono stati trovati farmaci miracolosi, o che ogni stato emotivo e mentale dell'essere umano si spiega con la biologia. E crea illusioni che conteranno molto quando si dovranno affrontare questioni che da bioetiche sono diventate biopolitiche, contribuendo a influenzare in modo decisivo la loro idea di essere umano e di vita umana. Come, per fare un esempio, la ricerca sulle staminali embrionali.
Proprio per questi rilevanti motivi è di grande interesse la lettura del libro di Paolo Legrenzi e Carlo Umiltà (uno psicologo cognitivo e un neuropsichiatra) intitolato Neuro-mania (Bologna, il Mulino, 2009, pagine 125, euro 9), che passa al vaglio critico proprio quella letteratura divulgativa, oggi tanto diffusa, che si occupa del cervello pretendendo di spiegare il funzionamento della mente umana. E, su questa base, tratta delle nuove ricerche e discipline che tendono ad abusare del prefisso neuro-, una aggiunta che - lo provano ricerche mirate - aumenta la credibilità dell'informazione presso il lettore inesperto.
Siamo passati da un eccesso a un altro, scrivono gli autori: se negli anni Settanta ogni comportamento umano veniva spiegato con motivazioni socio-economiche, oggi la stessa cosa avviene con quelle biologiche; la chiave riduttiva è la stessa, ed è dovuta al fatto che le spiegazioni monocausali sono le più efficaci e le più credibili. Tutto però nasce da un reale progresso della ricerca perché oggi, effettivamente, cominciamo a conoscere da vicino le connessioni tra la mente e il corpo.
Gli scienziati hanno scoperto che determinate aree presiedono alle funzioni specifiche di un dato compito: come, per esempio, la ricerca visiva di un volto noto, oppure la moltiplicazione mentale di due numeri a una cifra. Naturalmente, in queste operazioni si attivano anche aree "generiche", che presiedono a funzioni comuni a molti compiti, e cioè quelle visive, acustiche, motorie. La divulgazione scientifica, però, tende a mettere in rilievo di volta in volta una sola area, quella privilegiata, e a dare l'impressione che essa sia l'unica deputata a una particolare funzione o, addirittura, che sia la causa di quel determinato effetto psicologico.
È nata così l'idea di poter vedere direttamente il cervello al lavoro, che tanto entusiasma i non esperti. Ma si tratta di un'idea fuorviante: ciò che si vede è il risultato di un artificio grafico che trasforma probabilità casuali in colori sovrapposti a una riproduzione schematica del cervello. Ci sono sempre altre funzioni, altri sistemi più complessi e ancora in parte sconosciuti che operano. Ma questo non fa notizia. Si diffondono così sia la certezza che ormai sappiamo tutto sul funzionamento del cervello sia l'idea che gli stati d'animo e le sensazioni mentali siano effetto di processi biochimici.
La vita quotidiana sarebbe allora riconducibile a una realtà sottostante di natura biologica, in quanto l'uomo, inteso come corpo, fa parte a pieno titolo della natura. Viene in questo modo legittimata la speranza che se, in futuro, si riuscisse ad analizzare in dettaglio il funzionamento di tutte le parti del corpo umano, avremmo una corrispondenza biunivoca tra quanto scoperto dagli psicologi sperimentali e quanto emerge dall'esame di meccanismi biologici elementari. In altre parole, un unico linguaggio, quello della fisica-chimica e della biologia, sarebbe la spiegazione di tutti i fenomeni conosciuti dell'universo, dal moto dei corpi celesti alle particelle elementari, dal naturale al sociale. Certo, si tratta di un'utopia affascinante. Ma non funziona.
Anch'essa è frutto di una moda, nata negli anni Cinquanta per effetto delle scoperte dei fisici. Oggi si vuole imitare il loro metodo di ricerca, riconducendo il complesso al semplice e cercando di ingabbiare il sapere in modelli matematici. Una moda che può perfino indurre a parlare, come è stato scritto recentemente su autorevoli quotidiani, di una neuroteologia: cioè, anche se Dio viene pensato dall'uomo nei modi più diversi, questi avrebbero un prerequisito comune, neuronale. Nasceremmo insomma con un cervello predisposto a credere.
È evidente che una divulgazione di questo tipo ha l'effetto di cancellare ogni possibilità di scelta e ogni responsabilità dell'essere umano, e di conseguenza ogni possibilità di evoluzione morale. Anche se non è questo il problema messo a fuoco dai due scienziati, il libro è utile per la sua funzione critica nei confronti di una divulgazione spesso irresponsabile.

(©L'Osservatore Romano - 25 aprile 2009)

Nessun commento: