mercoledì 20 maggio 2009

Boom di "sbattezzi" a Milano (Tornielli)


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Riceviamo e con gratitudine pubblichiamo:

Boom di "sbattezzi" a Milano

ANDREA TORNIELLI

«Come pastore mi preoccupo.
E soffro dovendo firmare come ho fatto anche stamani, cinque o sei richieste del genere…». Monsignor Luigi Manganini, vicario per la disciplina dei sacramenti della diocesi di Milano, è amareggiato per la consistente crescita del fenomeno degli «sbattezzi»: nel 2008 erano stati in tutto 200, nei primi cinque mesi di quest’anno sono già più di 200 e tutto lascia credere che possano raddoppiare.
«Sbattezzo» è un termine improprio, usato da alcune associazioni come l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) per indicare il gesto volontario con il quale una persona chiede sia formalizzato l’abbandono della religione di appartenenza. Fenomeno in costante crescita, che risente probabilmente di un clima politico-mediatico nel quale la Chiesa cattolica è rappresentata come «Chiesa dei no» (questo il titolo di un libro-inchiesta del vaticanista Marco Politi edito da Mondadori).
A Milano non si registrano ancora «celebrazioni» come quelle che si svolgono nei circoli anarchico-repubblicani della Romagna, dove esiste una vera e propria «cerimonia di sbattezzo», ma la frequenza dei casi preoccupa non poco il cardinale Dionigi Tettamanzi e i suoi più stretti collaboratori.
Era stata l’Uaar nel 1995 a intraprendere un’iniziativa per il riconoscimento legale della volontà di non essere più considerati cattolici.
«È del tutto fuori luogo parlare di “sbattezzo” – spiega Manganini al Giornale – dato che il battesimo è un sacramento irreversibile per chi crede, che non può essere cancellato in alcun modo.
Di fronte alla richiesta esplicita chi vuole sia attestato il suo abbandono della fede cattolica, la Chiesa si limita a segnalare questa volontà nel registro dov’era stato trascritto l’atto di battesimo».
Il prelato definisce «inquietante» il considerevole aumento dei casi. La procedura prevede che la persona interessata compili un modulo con la richiesta e si rivolga al proprio parroco il quale a sua volta invia la comunicazione all’ufficio per la disciplina dei sacramenti della curia.
«Per prima cosa – aggiunge il vicario del cardinale Tettamanzi – invitiamo il parroco a parlare con la persona che ha chiesto la cancellazione. Se poi questa insiste, cerchiamo di convocarla noi per un colloquio. Ma non vengono quasi mai. Si tratta infatti solitamente di persone molto determinate.
Si prepara allora un documento della curia con il quale si autorizza il parroco che conserva il registro di battesimo a trascrivere la volontà espressa dal soggetto». Nella pagina dov’è riportato l’atto di battesimo, si scrive pertanto che la persona «ha notoriamente abbandonato la fede cattolica».
L’annotazione non è irreversibile, «c’è sempre la possibilità, e la speranza», dice monsignor Manganini, «di un ravvedimento».
Di fatto, quest’atto equivale all’apostasia, e dunque chi si «sbattezza» è automaticamente scomunicato, cioè interdetto dai sacramenti e dai funerali in chiesa.
Colpisce anche il dato relativo all’età dei milanesi che chiedono lo «sbattezzo»: «Capita che ci sia qualche anziano – rivela il prelato – ma la maggioranza è tra i quaranta e cinquant’anni. Si tratta cioè di persone ancora nel pieno della loro vita, che intendono troncare definitivamente e polemicamente la loro appartenenza alla comunità cristiana.
Questo obbliga noi cristiani a interrogarci su quale sia la testimonianza che stiamo offrendo ai nostri fratelli, anche perché nel caso italiano, l’abbandono del cattolicesimo non può avere alcuna motivazione economica, come invece accade in Germania, dove chi rinuncia smette di versare una tassa obbligatoria alla propria comunità di appartenenza».

© Copyright Il Giornale, 20 maggio 2009

Colpisce molto il fatto che questo boom si verifichi nella curia ambrosiana.
R.

11 commenti:

Francesco Colafemmina ha detto...

Cardinal Tettamanzi, che tempo che fa?

Brutto, bruttissimo, nuvoloso con piovaschi sparsi, bufere di neve, grandine etc.!

Perchè non lo dice a Fazio?

Ildefonso ha detto...

E' sempre doloroso leggere di queste cose, perchè anche io provengo dalla diocesi ambrosiana, nella quale si può ben immaginare che effetto abbiano avuto anni di dominio di un simile pensiero e atteggiamento

Anonimo ha detto...

Tra i 40 e i 50 anni. La nostra generazione che ha visto negli anni settanta la grande crisi della Chiesa e i paradossi dei cattoprogressisti con le loro insensante celebrazioni rock di messe e dove tutto era permesso. Una bella festa, con battimani, cartelloni etc.

sam ha detto...

Il '68 ne ha fatti di danni! Questi sono i frutti marci seminati allora, anzi sin da allora e purtroppo, specie in questa Diocesi, ne continuano ad essere seminati anche oggi.
La liturgia centra, ma eviterei di assolutizzare solo su di essa.
Quelli che si sbattezzano sono quelli che portano a pieno compimento la teoria del relativismo, sposata fino alle sue naturali e direi coerenti conseguenze finali.
Ma ci sono anche quelli che si allontanano dalla fede e dalla pratica religiosa per un muro di incomprensione che c'è con una Chiesa che si preoccupa di capire tutti e dialogare con tutti, tranne che con il proprio gregge.
Conosco gente di fede semplice e certo un po' debole, che sta prendendo in odio - mi addolora profondamente constatarlo e dirlo -la Chiesa ambrosiana e di conseguenza quella Universale, per la faziosità politica, le posizioni anarcoidi e vagamente sincretiste e per la totale mancanza di accoglienza e sordità rispetto alle ragioni - ribadisco ragioni - dei fedeli spaventati, bollati semplicisticamente e pregiudizialmente tutti come egoisti, razzisti e xenofobi e che invece poi nella pratica quotidiana, anche verso quei troppi clandestini che li attorniano, spesso si comportano in modo più caritatevole e misericordioso di tanti prelalti pieni di belle parole, ma che spesso, quando l'immigrato che chiede l'elemosina se lo trovano sulla loro strada (o sul loro sagrato), passano dall'altra parte o lo mandano via.
Non ci si rende conto che esiste un buonismo di maniera, disancorato da criteri di verità e giustizia, che puzza di ipocrisia e di pesi eccessivi scaricati sulle spalle degli altri.
Per molti basta riempirsi la bocca di accoglienza e votare in un certo modo per aver sistemato la loro coscienza e provveduto ai bisogni dei poveri.
C'è una specie di carità per delega, molto molto molto comoda e pelosa.
Speriamo che il nostro amato Santo Padre riesca nella nuova Enciclica Sociale a ritrasmettere alla Chiesa la vera Carità che è personale prima che pubblica ed è fondata non sull'ideologia, ma sulla Verità di Cristo che riconcilia Misericordia e Giustizia.

Anonimo ha detto...

A ben pensarci ... Wow, che attivismo questi "autorevoli" esponenti della chiesa di Milano. Arcivescovi emeriti e in carica, vicari, preti manager, tutti a esternare. Evvai con libri politically correct, interviste (anche televisive e da tribune quantomeno sospettabili di parzialità) con piagnisteo e mugugno incorporato. Una sola cosa non ho percepito: il dubbio di aver sbagliato qualcosa, di non aver capito che si stava imboccando una strada senza uscita, di aver lasciato soli i piccoli e disprezzato il Magistero per correre dietro a utopie, di essersi fatti strumenti politici invece di predicare la parola di Gesù Cristo.
Alessia

M. ha detto...

Quando si istituisce una "Cattedra dei non credenti" che cosa si ci si aspetta poi di raccogliere?

euge ha detto...

Caro anonimo mi dispiace dirlo ma, questi scempi a cui fai riferimento come messe rock, batti mani, striscioni, canti da Zecchino d'oro e tanto altro, ancora esistono. Non ho ancora visto un parroco che eviti di attraversare tutta la chiesa per scambiare il segno della pace con i presenti. Una teatralità che sinceramente trovo inutile e che distrae dal vero significato della celebrazione. Ma, nessuno ha il coraggio, anche ad alti livelli di dare una tiratina d'orecchi a certi sacerdoti che tutto sono fuorchè ministri di Dio salvo rarissimi casi.
Credimi che anche a Roma succedono di queste cose ma, mai dico mai, c'è stato qualcuno che si sia interessato di come si celebri nelle parrocchie e questo è gravissimo.

Anonimo ha detto...

Con l'andazzo degli ultimi 30 anni, 200 sbattezzati sono un numero ancora ridotto. Non oso pensare al numero degli apostati silenziosi.
Pare che stasera il card. Tettamanzi, chez Fazio, presenterà il suo ultimo libro, Non c'è futuro senza solidarietà. Qualche maliziosetto l'ha già definito enciclica sociale. C'è da chiedersi se l'intento fosse di battere Papa Benedetto sul tempo.
Ps.: il libro ha ricevuto una recensione entusiastica nientepopodimeno che da Gad Lerner. Vedere il sito della diocesi per credere.
Alessia

euge ha detto...

cara Alessia lascia pure che il Tetta batta sul tempo Papa Benedetto poi sono i contenuti che contano. Magari, poteva scegliere una trasmissione diversa da quella di Fazio per presentare la sua " enciclica" Per quanto riguarda la recenzione di Gard Lerner, mi ci faccio due risate. Per me le encicliche sono quelle che scrive il Papa e non i libri scritti da un prelato illuso di diventarlo.

Anonimo ha detto...

Quando per 20 anni si è seminato vento (Martini) poi si raccoglie tempesta (Tettamanzi)...

Anonimo ha detto...

Lo sbattezzato non è un semplice apostata, purtroppo. E' un credente che vuole contrapporre ad un atto formale e sostanziale come il Battesimo un altrettanto formale e sostanziale atto di abiura. Se non credesse, perchè dovrebbe farlo? Cosa gliene dovrebbe fregare? Per bestemmiare un Dio in cui non si crede e per rifiutarlo, non servono carte bollate. Basta l'indifferenza. Basta un compassionevole sorrisetto di scherno per quello che prescrive la Tradizione. Basta voltarsi dall'altra parte quando il Papa parla ex catedra. Che rottura 'sta storia dell'infallibilità. Neppure il Battesimo "impostogli" dai suoi patetici genitori gli comprime la sua libertà di pensiero. Il suo libero arbitrio.
E' un credente, quindi, cresciuto in odio alla sua stessa Chiesa, anche grazie agli amorevoli insegnamenti ricevuti in tante canoniche nostrane, dove Dio è stato zittito dalle schitarrate di tanti zazzeruti rompiballe e dove la verbosità ed la ieraticità artificiale ed arbitraria degli inventori di mille riti diversi ha ucciso la Liturgia. Per fortuna, il Papa ha raddrizzato la schiena. Ci vorrebbe che la raddrizzasse anche a tanti pretonzoli da strapazzo. A suon di legnate.