sabato 23 maggio 2009
L'arcivescovo di Westminster e la dimensione pubblica della fede (Osservatore Romano)
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La cerimonia d'ingresso nell'arcidiocesi di monsignor Vincent Nichols
L'arcivescovo di Westminster e la dimensione pubblica della fede
Londra, 22.
"Occorre rispettare la dimensione pubblica della fede": è quanto ha ribadito il nuovo arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, in occasione della cerimonia d'ingresso nell'arcidiocesi svoltasi ieri. Alla celebrazione liturgica nella cattedrale di Westminster, chiesa madre dell'arcidiocesi, hanno assistito oltre duemila persone, tra le quali i rappresentanti delle autorità civili, il predecessore dell'arcivescovo Nichols, il cardinale Cormac Murphy-O'Connor, il nunzio apostolico in Gran Bretagna, l'arcivescovo Faustino Sainz Muñoz e l'arcivescovo di Canterbury, primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, che fra l'altro ha salutato monsignor Nichols come nuovo copresidente dell'organizzazione ecumenica "Churches together in England". Nel suo intervento, il cardinale Murphy-O'Connor ha detto che "nuove sfide si presentano per la Chiesa locale e che è necessario sostenere la comunità cristiana nella società secolarizzata".
Rivolgendosi ai presenti, l'arcivescovo Nichols ha fra l'altro sottolineato durante l'omelia della messa, incentrata sulla figura di san Paolo, che "la fede non è mai un'attività solitaria né può essere soltanto privata". "La fede in Cristo - ha aggiunto - ci conduce a una comunità che oltrepassa differenze etniche, culturali e sociali e ha una dimensione pubblica". L'arcivescovo ha spiegato che "come società, se vogliamo costruire su questo dono della fede, dobbiamo rispettare la sua espressione esteriore, non soltanto onorando la coscienza individuale ma anche rispettando l'integrità istituzionale delle comunità di fede per quello che contribuiscono al servizio pubblico e al bene comune". Per il presule, quindi, soltanto se i cristiani sono messi in grado di esprimere la propria fede in una dimensione comunitaria e quindi pubblica "potranno contribuire a costruire la società che desideriamo". "Operiamo affinché - ha concluso - questa diventi una società nella quale possiamo ascoltarci gli uni con gli altri in maniera genuina, dove sinceramente si possano esprimere opinioni diverse senza per questo essere colpiti da insulti e dove non si costruiscano pregiudizi". Il presule ha specificato che la comunità cristiana offre un modello prezioso di dialogo che "va oltre le differenze culturali e le divisioni nella società".
Un altro tema al centro dell'omelia è stato quello della complementarità tra fede e ragione. "Alcuni sostengono - ha affermato l'arcivescovo - che fede e ragione sono opposte dicendo che una fede fervente sostituisce la ragione ma - ha evidenziato - questo punto di vista inibisce la ricerca della verità e la possibilità di un vero dialogo rispettoso che è cruciale oggi". Infine, l'arcivescovo ha offerto una riflessione sui media ricordando il loro importante ruolo nell'impedire il diffondersi delle divisioni nella società.
Tra gli impegni che spettano all'arcivescovo c'è anche quello di promuovere il dialogo tra fedi. In un intervento precedente alla cerimonia d'ingresso nell'arcidiocesi, monsignor Nichols aveva affermato di aspettarsi di imparare molto dal modello interreligioso instaurato da tempo a Westminster. "So che questo dialogo è una tradizione basilare - ha detto il presule - e che nell'arcidiocesi è stato svolto un grande lavoro tramite la rete dei contatti". Monsignor Nichols era anche stato nominato presidente della Conferenza dei vescovi cattolici di Inghilterra e Galles, durante la plenaria svoltasi a Leeds dal 27 al 30 aprile. "Se ogni vescovo diocesano è pienamente responsabile della propria diocesi - aveva ricordato per l'occasione - la Conferenza episcopale è il nostro modo di lavorare insieme, sostenendoci l'uno con l'altro e portando avanti progetti condivisi e questioni d'interesse comune".
(©L'Osservatore Romano - 22-23 maggio 2009)
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