venerdì 22 maggio 2009

Domenica il Papa a Montecassino sulle orme di San Benedetto (Radio Vaticana)


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Domenica il Papa a Montecassino sulle orme di San Benedetto

Benedetto XVI sulle orme del Patrono del suo Pontificato: domenica prossima, il Papa visiterà la diocesi di Montecassino. Una visita pastorale di un giorno che vivrà diversi momenti particolarmente significativi. Stamani, la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato il programma del viaggio su cui ci riferisce da Cassino il nostro inviato Alessandro Gisotti:

“Benvenuto Santo Padre”: è la scritta che campeggia sulle bandiere bianco-gialle che adornano i balconi affacciati sulla piazza Miranda di Cassino.
Proprio qui, domenica prossima alle ore 10.15, il Papa celebrerà la Messa nella Solennità dell’Ascensione. A suggellare l’importanza della visita, il comune cassinate ha deciso di intitolare la Piazza a Benedetto XVI. Dopo la recita del Regina Coeli, il Papa si trasferirà in auto all’Abbazia di Montecassino, ma prima di arrivare al Monastero benedettino sosterà alla Casa della Carità di Cassino, che verrà inaugurata proprio dal Santo Padre. Il Papa pranzerà dunque nell’Abbazia e alle 16.30 saluterà la Comunità monastica ed alcuni organizzatori della visita. Quindi, alle 17, il momento tanto atteso della celebrazione dei Vespri, nella Basilica abbaziale, a cui prenderanno parte abati benedettini, monaci e monache di tutto il mondo. La giornata di Benedetto XVI a Montecassino si concluderà con una visita in privato al cimitero polacco. Momento particolarmente significativo, giacché cade nel 65.mo anniversario della battaglia di Montecassino e della distruzione dell’Abbazia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il Papa partirà in elicottero alle 18.30 per arrivare in Vaticano attorno alle 19.

Fin da quando era cardinale, Joseph Ratzinger ha sempre messo l’accento sull’attualità dell’opera di San Benedetto. In particolare, il Papa ha indicato nel Santo di Norcia un riferimento sicuro per l’Europa alla ricerca della propria identità. Per una riflessione sull’importanza di Montecassino e sul contributo che ancora oggi l’Ordine di San Benedetto può dare al Vecchio Continente, il nostro inviato a Montecassino, Alessandro Gisotti, ha intervistato dom Guido Innocenzo Gargano, priore del monastero di San Gregorio al Celio:

R. – C’è un Montecassino ideale e uno reale. Il Montecassino ideale si rifà alla Regola di San Benedetto, alla proposta del modello “Benedetto” e, soprattutto, a Gregorio Magno che ha spiegato questo modello alla gente semplice, sottolineando l’importanza della Regola di San Benedetto con tutta la sua attenzione alla persona, con la discrezione a non esagerare mai, col suo “romano equilibrio” che è proprio della Regola di San Benedetto. Non a caso, la Regola di Benedetto è stata sintetizzata nella tradizione con le due parole: “Ora et labora”. Cosa c’è all’origine di questo? C’è un’attenzione alla totalità dell’uomo. Il punto di riferimento è il famoso Concilio di Calcedonia in cui, a proposito della persona di Gesù, si sottolinea che è perfettamente Dio e perfettamente uomo. In analogia a questo, l’uomo ha una dimensione totalmente divina e totalmente umana. Questo è ciò che ha proposto Montecassino, questo è ciò che ha proposto San Benedetto nella sua Regola e questo è ciò che ha posto Gregorio Magno descrivendoci teologicamente la figura di Benedetto.

D. – E’ questa straordinaria sintesi, “Ora et labora”, il contributo più duraturo che San Benedetto e il monachesimo hanno dato all’Europa guardando anche all’Europa di oggi un po’ smarrita?

R. – Direi che i monaci hanno costruito l’Europa con due strumenti: lo strumento dell’aratro e lo strumento dello stilo. Lo stilo, inteso come penna, per trasportare da un codice all’altro parole significative che avrebbero nutrito la storia. Significa che le due cose vanno sempre insieme. Assieme con lo stilo e con l’aratro c’è il primato dell’Opus Dei, inteso come riferimento all’opera salvifica compiuta unicamente dal Signore. Queste cose mi sembrano fondamentali e su queste cose è stata costruita l’Europa. In questo senso possiamo anche dire che laddove è arrivato il monachesimo di Benedetto è arrivata la tecnica ed è arrivata anche la sapienza che viene dalla meditazione quotidiana della parola, sintetizzata nella cosiddetta “lectio divina”.

D. - Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto che in un tempo di decadenza riuscì a formare un mondo nuovo. Come raccogliere la celebre esortazione che l’allora cardinale Ratzinger pronunciò a Subiaco pochi giorni prima della sua elezione alla Cattedra di Pietro?

R. – Proprio in questa identificazione col messaggio ultimo della proposta pasquale di Cristo. Non è una Chiesa di trionfi che stiamo perseguendo ma è una proposta portata in profondità, che l’uomo si renda conto di essere questa invocazione verso il Signore con la certezza che se invoca il Signore, Lui risponderà!

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