mercoledì 27 maggio 2009

Il Papa: «Troppi battezzati ai margini della Chiesa» (Mazza)


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Il Papa: "Lo spirito del Concilio non ha voluto una rottura, un'altra Chiesa, ma un vero e profondo rinnovamento, nella continuità dell'unico soggetto Chiesa, che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre identico, unico soggetto del Popolo di Dio in pellegrinaggio" (Monumentale discorso alla diocesi di Roma)

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Il Papa: Il Concilio non ha voluto una rottura, un’altra Chiesa, ma un vero e profondo rinnovamento nella continuità (Sir)

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MONUMENTALE DISCORSO DEL PAPA ALLA DIOCESI DI ROMA

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Entusiasmo ancora alle stelle per la visita del Papa a Cassino e Montecassino (Di Brango)

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Israele e Palestina: due popoli, forse due Stati, più un terzo incomodo. I cristiani (Respinti e Tirabassi)

Giovanni Maria Vian sulla visita del Papa a Montecassino: Il primato di Cristo (Osservatore Romano)

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Comunicato stampa di Telepace: dal 16 giugno l'emittente trasmetterà in digitale. Ne approfitto per i doverosi ringraziamenti a Telepace...

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«Troppi battezzati ai margini della Chiesa»

Aprendo il Convegno diocesano di Roma, ieri il Papa si è soffermato sul ruolo dei laici nella comunità ecclesiale: non collaboratori del clero ma corresponsabili

DA ROMA SALVATORE MAZZA

Una formazione «più attenta e puntuale», che accompagni lo sforzo per «migliorare l’im­postazione pastorale», in modo che «nel rispetto delle vocazioni e dei ruo­li si promuova una vera correspon­sabilità ecclesiale». È questo il primo impegno che Benedetto XVI ha indi­cato alla diocesi di Roma, aprendo ie­ri sera nella Basilica di san Giovanni in Laterano l’annuale Convegno ec­clesiale, centrato sul tema Apparte­nenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale.
In un discorso densissimo di spunti papa Ratzinger ha affrontato il nodo centrale della Chiesa, «popolo di Dio e Corpo di Cristo», della sua conce­zione dopo il Concilio Vaticano II e, in particolare, il ruolo dei laici, «non collaboratori del clero ma corre­sponsabili » nel cammino della Chie­sa stessa. Una corresponsabilità, ap­punto, che va però correttamente in­terpretata, ha affermato il Pontefice, ricordando come dopo il Concilio ci sia stata «una corrente interpretativa che appellandosi a un presunto 'spi­rito del Concilio' ha inteso stabilire u­na discontinuità con la tradizione della Chiesa, travalicando ad esem­pio i confini oggettivamente esisten­ti tra la gerarchia e il laicato, guar­dando alla Chiesa con un taglio oriz­zontale che escludeva il riferimento a Dio, in aperto contrasto con la dot­trina cattolica». Tutto ciò, ha spiegato Benedetto XVI, in contrasto con il Concilio stesso, che «non è stato una rottura che ha dato vita a un’altra Chiesa ma un vero e profondo rinnovamento e crescita di un unico soggetto che si sviluppa».
Ed è stato per quella tendenza che «non sempre si è avuto l’incremento e sviluppo desiderati, ma un affievo­limento dell’impegno, talvolta stan­chezza, quasi stallo», arrivando a leg­gere «le comuni responsabilità e di­mensioni del popolo di Dio secondo un’idea sociologica e politica».
Apprezzando la decisione di dedica­re il convegno diocesano «alla verifi­ca del cammino percorso» negli ulti­mi anni, il Papa ha sottolineato co­me «troppi battezzati vivono ancora ai margini della vita della Chiesa», e di come dunque sia necessario un impegno corale perché «non possia­mo consolarci della conservazione dell’esistente». Sacerdoti e laici, mo­vimenti e associazioni, adulti e gio­vani, tutti devono sentirsi coinvolti in questa nuova dimensione della cor­responsabilità ecclesiale, perché «il futuro del cristianesimo e della Chie­sa a Roma dipende anche dall’impe­gno e della testimonianza di ciascu­no di noi». «In Cristo – ha detto – di­ventiamo popolo di Dio, dal Papa fi­no all’ultimo bambino battezzato». In particolare, ha invitato a operare sulla strada della carità attraverso «comportamenti di solidarietà e con­divisione », con «gesti che mostrino in modo concreto il volto di Cristo a­mico dell’uomo. Siate buoni samari­tani, pronti a curare le ferite dei vo­stri fratelli». A dare il benvenuto al Papa era stato il cardinale vicario Agostino Vallini, che ha ricordato come «la diocesi ha sofferto, nei mesi passati, nel vedere interpretati maliziosamente e in mo­do distorto alcuni suoi pronuncia­menti e decisioni pastorali, e deside­ra confermarle piena comunione, af­fetto sincero e crescente alla sua ca­ra persona ed esprimerle viva rico­noscenza per il suo luminoso magi­stero, che tanto nutrimento spiritua­le porta alle nostre persone».

© Copyright Avvenire, 27 maggio 2009

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