mercoledì 27 maggio 2009
Il Papa: «Troppi battezzati ai margini della Chiesa» (Mazza)
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Il Papa: "Lo spirito del Concilio non ha voluto una rottura, un'altra Chiesa, ma un vero e profondo rinnovamento, nella continuità dell'unico soggetto Chiesa, che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre identico, unico soggetto del Popolo di Dio in pellegrinaggio" (Monumentale discorso alla diocesi di Roma)
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Il Papa: Il Concilio non ha voluto una rottura, un’altra Chiesa, ma un vero e profondo rinnovamento nella continuità (Sir)
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MONUMENTALE DISCORSO DEL PAPA ALLA DIOCESI DI ROMA
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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CASSINO E MONTECASSINO (24 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG
«Troppi battezzati ai margini della Chiesa»
Aprendo il Convegno diocesano di Roma, ieri il Papa si è soffermato sul ruolo dei laici nella comunità ecclesiale: non collaboratori del clero ma corresponsabili
DA ROMA SALVATORE MAZZA
Una formazione «più attenta e puntuale», che accompagni lo sforzo per «migliorare l’impostazione pastorale», in modo che «nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli si promuova una vera corresponsabilità ecclesiale». È questo il primo impegno che Benedetto XVI ha indicato alla diocesi di Roma, aprendo ieri sera nella Basilica di san Giovanni in Laterano l’annuale Convegno ecclesiale, centrato sul tema Appartenenza ecclesiale e corresponsabilità pastorale.
In un discorso densissimo di spunti papa Ratzinger ha affrontato il nodo centrale della Chiesa, «popolo di Dio e Corpo di Cristo», della sua concezione dopo il Concilio Vaticano II e, in particolare, il ruolo dei laici, «non collaboratori del clero ma corresponsabili » nel cammino della Chiesa stessa. Una corresponsabilità, appunto, che va però correttamente interpretata, ha affermato il Pontefice, ricordando come dopo il Concilio ci sia stata «una corrente interpretativa che appellandosi a un presunto 'spirito del Concilio' ha inteso stabilire una discontinuità con la tradizione della Chiesa, travalicando ad esempio i confini oggettivamente esistenti tra la gerarchia e il laicato, guardando alla Chiesa con un taglio orizzontale che escludeva il riferimento a Dio, in aperto contrasto con la dottrina cattolica». Tutto ciò, ha spiegato Benedetto XVI, in contrasto con il Concilio stesso, che «non è stato una rottura che ha dato vita a un’altra Chiesa ma un vero e profondo rinnovamento e crescita di un unico soggetto che si sviluppa».
Ed è stato per quella tendenza che «non sempre si è avuto l’incremento e sviluppo desiderati, ma un affievolimento dell’impegno, talvolta stanchezza, quasi stallo», arrivando a leggere «le comuni responsabilità e dimensioni del popolo di Dio secondo un’idea sociologica e politica».
Apprezzando la decisione di dedicare il convegno diocesano «alla verifica del cammino percorso» negli ultimi anni, il Papa ha sottolineato come «troppi battezzati vivono ancora ai margini della vita della Chiesa», e di come dunque sia necessario un impegno corale perché «non possiamo consolarci della conservazione dell’esistente». Sacerdoti e laici, movimenti e associazioni, adulti e giovani, tutti devono sentirsi coinvolti in questa nuova dimensione della corresponsabilità ecclesiale, perché «il futuro del cristianesimo e della Chiesa a Roma dipende anche dall’impegno e della testimonianza di ciascuno di noi». «In Cristo – ha detto – diventiamo popolo di Dio, dal Papa fino all’ultimo bambino battezzato». In particolare, ha invitato a operare sulla strada della carità attraverso «comportamenti di solidarietà e condivisione », con «gesti che mostrino in modo concreto il volto di Cristo amico dell’uomo. Siate buoni samaritani, pronti a curare le ferite dei vostri fratelli». A dare il benvenuto al Papa era stato il cardinale vicario Agostino Vallini, che ha ricordato come «la diocesi ha sofferto, nei mesi passati, nel vedere interpretati maliziosamente e in modo distorto alcuni suoi pronunciamenti e decisioni pastorali, e desidera confermarle piena comunione, affetto sincero e crescente alla sua cara persona ed esprimerle viva riconoscenza per il suo luminoso magistero, che tanto nutrimento spirituale porta alle nostre persone».
© Copyright Avvenire, 27 maggio 2009
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