lunedì 6 luglio 2009

Il Papa: Quando impareremo a rispettare la vita sempre e ovunque? (Zavattaro)


Vedi anche:

Intervista al card. Castrillòn Hoyos (Messainlatino.it)

La libera diplomazia dei Papi (Bobbio)

Il Papa: "Mai più un'altra Viareggio. Va garantita a tutti la sicurezza sul lavoro e nello svolgimento della vita quotidiana (Galeazzi)

Vaticano in rosso, ma il deficit cala. Tiene l'obolo di San Pietro

Benedetto XVI al G8: nota Sir

Il cattolico adulto che il Papa non vuole: editoriale di Mancuso che conferma punto per punto le affermazioni di Benedetto XVI

Il valore del monito del Papa ai Grandi su etica e lavoro (Casavola)

Benvenuto Obama. Il Vaticano gli suona un preludio di festa (Magister)

L’ ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede parla della visita del Papa in Terra Santa (30Giorni)

Immagini, ricordi e bilanci del pellegrinaggio del Papa in Terra Santa. Mons. Twal: «Una benedizione per tutti» (Valente)

L'enciclica sociale di Benedetto XVI attesa soprattutto dai Paesi più poveri (Conte)

Oggi è il Papa, non Galileo, che è richiesto di abiura (Giuliano Ferrara)

Galilei, staminali ed eugenetica, le precisazioni di Mons. Pagano (Tiliacos)

L'enciclica espropriata (Tosatti)

L’enciclica e «il diritto a fare figli» (Vecchi)

Andrea Riccardi: «Il Papa fa una chiamata alla responsabilità dei grandi Paesi del mondo» (Torno)

Il Papa scrive ai Grandi della Terra: «Creare posti di lavoro per tutti» (Vecchi)

In attesa della "Caritas in veritate": cenni sul rapporto tra Chiesa, economia ed etica nel pensiero di Benedetto XVI (Radio Vaticana)

Benedetto XVI ringrazia la Polonia per le celebrazioni della "Festa del Papa" e saluta il Mondiale under 18 di Atletica Leggera di Bolzano (Izzo)

Benedetto XVI scrive al premier: “Misure anti crisi che abbiano una valenza etica” (Galeazzi)

Card. Kasper: l'attitudine dei lefebvriani non è cattolica! (Messainlatino)

Arriva l’enciclica sociale: le energie morali siano il motore di sviluppo dell’economia (Giansoldati)

Il Papa: salvate i paesi poveri (Marroni)

L'enciclica e i semi del post-capitalismo (Zizola)

Il Papa condanna la violenza a Cotabato. Alla violenza Dio risponde con il sangue di suo Figlio (AsiaNews)

Il Papa: ognuno può dire: Dio non mi ha abbandonato, mi ama, ha dato la vita per me (Izzo)

Il Papa: la vita è sacra. Il sangue di Abele grida anche oggi a Dio dalla terra (Izzo)

Il Papa: "Quando impareranno gli uomini che la vita è sacra e appartiene a Dio solo? Quando comprenderanno che siamo tutti fratelli? Il sangue di Cristo è il pegno dell’amore fedele di Dio per l’umanità" (Angelus)

L'appello del Papa: "Mai più incidenti sul lavoro" (Repubblica)

Benedetto XVI e la vera missione del prete (Bordero)

Non tutto è mercato, la parola al Papa. Il testo integrale di due paragrafi dell'enciclica "Caritas in veritate" nell'anticipazione de "Il Foglio"

Il Papa ed il G8: la bellissima vignetta di Giannelli per "Il Corriere"

L’irripetibile esperienza di un’alba liturgica all’abbazia di Fontgombault: de Mattei recensisce il testo di Mosebach "Eresia dell’informe"

ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

BENEDETTO XVI - Quando impareremo?

A rispettare la vita sempre e ovunque

Fabio Zavattaro

È la settimana del G8, della visita del presidente americano Barack Obama; la settimana della terza enciclica di papa Benedetto.
Un insieme di appuntamenti che hanno come fil rouge il bene comune, il rispetto della vita, la dignità del lavoratore. Così la domenica del Papa è innanzitutto appello perché tragedie come quella che si è verificata a Viareggio, con il suo dramma di persone scomparse, morte, ferite, con le difficoltà di chi si è trovato a vivere lontano dalla propria abitazione, lesionata dall’esplosione, non debbano più ripetersi: “Mentre elevo la mia accorata preghiera a Dio per tutte le persone coinvolte nella tragedia, auspico che simili incidenti non abbiano a ripetersi e sia garantita a tutti la sicurezza sul lavoro e nello svolgimento della vita quotidiana”.
I morti e i feriti della tragedia di Viareggio devono essere un richiamo alla responsabilità di quanti vigilano sulla sicurezza dei lavoratori. Ed è qui nella verità sull’uomo, nei suoi diritti, nella sua dignità, che troviamo il primo legame con l’enciclica sociale del Papa, “Caritas in veritate”, che porta la data del 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo. Enciclica che – con alcune parole contenute nella lettera scritta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dirette ai leader che prenderanno parte al G8 dell’Aquila – ricorda che il lavoro è luogo e occasione per una crescita effettiva dell’uomo.
“Occorre tener presenti le concrete esigenze umane e familiari”, scrive il Papa, riferendosi “all’effettiva creazione di posti di lavoro per tutti, che consentano ai lavoratori e alle lavoratrici di provvedere in maniera degna ai bisogni della famiglia” e di “essere protagonisti nelle comunità di cui sono parte”.
Lavoro che deve essere per l’uomo e, dunque, in continuità con la “Rerum novarum” di Leone XIII, ma anche con la “Populorum progressio” di Paolo VI e la “Centesimus annus” di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI chiede che ci sia maggiore attenzione a criteri di giustizia e di solidarietà. E maggiore attenzione anche al sud del mondo, a quei Paesi poveri spesso luoghi dove il lavoro anche dei bambini viene sfruttato per incrementare i guadagni. Paolo VI nella “Populorum progressio” sottolineava che “lo stesso sistema economico avrebbe tratto vantaggio da pratiche generalizzate di giustizia, in quanto i primi a trarre beneficio dallo sviluppo dei Paesi poveri sarebbero stati quelli ricchi. Non si trattava solo di correggere delle disfunzioni mediante l’assistenza. I poveri non sono da considerare un fardello, bensì una risorsa anche dal punto di vista strettamente economico. È tuttavia da ritenersi errata la visione di quanti pensano che l’economia di mercato abbia strutturalmente bisogno di una quota di povertà e di sottosviluppo per poter funzionare al meglio”.
I temi della globalizzazione, dell’aiuto allo sviluppo, della solidarietà verso i Paesi poveri, saranno probabilmente anche questioni al centro del colloquio con il presidente americano Obama, che arriva in Vaticano proprio a conclusione del vertice del G8. Nell’intervista rilasciata al quotidiano “Avvenire” (3 luglio), è quel “dialogo di fedi”, quel riconoscere alla Chiesa, quella americana in primo luogo – “difenderò sempre con forza il diritto dei vescovi statunitensi di criticarmi, anche usando toni appassionati” – ma anche quella di Roma – “ogni posizione che liquidi in modo automatico le convinzioni religiose… non capisce il potere della fede e il bene che compie” – un ruolo di primo piano nella vita delle società, che costituisce una nuova prospettiva con cui guardare l’amministrazione americana. E non è un caso che ci sia anche chi sottolinei come le parole pronunciate da Obama alla Notre Dame University e al Cairo contengano elementi importanti in un dialogo con la Chiesa cattolica, proprio perché contengono elementi fondamentali della dottrina sociale, come il bene comune e il riferimento a criteri e norme morali. L’uomo in primo piano, dunque; così nell’enciclica dove l’idea di sviluppo contempla anche la possibilità di una visione in cui il dono, la gratuità, la speranza cristiana hanno cittadinanza.
Uomo che oggi in molte parti della terra è ferito, oppresso, perseguitato. Così nella domenica del Papa ci sono parole di condanna per l’“ignobile gesto” dell’attentato alla cattedrale di Cotabato, nel sud delle Filippine, nel Mindanao: una bomba fatta esplodere davanti la chiesa che ha causato la morte di cinque persone e il ferimento di 35, tra cui donne e bambini. “Elevo la mia voce – afferma il Papa – per condannare ancora una volta il ricorso alla violenza, che non costituisce mai una via degna alla soluzione dei problemi esistenti”.
Il sangue di Abele, ucciso da Caino, grida a Dio dalla terra, dice il Papa ricordando che la prima domenica di luglio si caratterizzava per la devozione al preziosissimo sangue di Cristo. Gesù che versa il suo sangue per la redenzione del mondo. Il grido dell’uccisione di Abele ancora oggi non cessa di essere lanciato, “perché – afferma il Papa – continua a scorrere sangue umano a causa della violenza, dell’ingiustizia, dell’odio. Quando impareranno gli uomini che la vita è sacra e appartiene a Dio solo? Quando comprenderanno che siamo tutti fratelli? Al grido del sangue versato, che si eleva da tante parti della terra, Dio risponde con il sangue del suo figlio, che ha donato la vita per noi. Cristo non ha risposto al male con il male, ma con il bene, con il suo amore infinito”.
Il messaggio che viene dalla Chiesa, nei suoi testi come le encicliche, nei suoi incontri con i leader politici, nei messaggi ai grandi della terra, è sempre un messaggio di speranza e di amore per l’uomo: “Ogni uomo, anche in condizione di estrema miseria morale, può dire: Dio non mi ha abbandonato, mi ama, ha dato la vita per me, e così ritrovare speranza”.

© Copyright Sir

Nessun commento: