venerdì 24 luglio 2009
Il presidente e il governo del Vietnam andranno in visita in Vaticano (AsiaNews)
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VIETNAM-VATICANO
Il presidente e il governo del Vietnam andranno in visita in Vaticano
di Thanh Thuuny
La notizia data dal cardinale Pham Minh Man e confermata dal governo. La speranza dei cattolici è di poter incontrare Benedetto XVI in occasione dello speciale giubileo che comincia a novembre di quest’anno e termina all’Epifania del 2011. Nuovo slancio pastorale dalla visita ad limina dei vescovi.
Ho Chi Minh City (AsiaNews)
Relazioni diplomatiche e, magari, un invito a Benedetto XVI a recarsi l’anno prossimo in Vietnam, dove non è riuscito ad andare neppure Giovanni Paolo II. Sono le speranze dei cattolici vietnamiti che accompagnano la notizia, data dal cardinale JB. Pham Minh Man e confermata dalle autorità, che a novembre una delegazione del governo si recherà in visita in Vaticano e che il mese successivo il presidente incontrerà il Papa.
La visita della delegazione vietnamita ha un importante precedente in quella compiuta il 25 gennaio 2007 dal primo ministro Nguyen Tan Dung (nella foto). In quell’occasione sembrò che avrebbero potuto essere risolte le numerose questioni che dividono le due parti e che all’orizzonte ci fosse la possibilità di istituire normali relazioni diplomatiche. Così non è stato e i cattolici vietnamiti hanno continuato a vivere momenti difficili.
I rapporti tra Vietnam e Vaticano, però non si sono interrotti e sono proseguite anche le periodiche visite di una delegazione della Santa Sede nel Paese. Ora dal governo si dice che “una delegazione del governo del Vietnam visiterà il Vaticano a novembre 2009, per discutere alcune questioni relative ai rapporti tra le due parti e nel dicembre 2009, il presidente del Vietnam si incontrerà per uno scambio di vedute con il Santo Padre Benedetto XVI per i rapporti in un prossimo futuro”.
Per i cattolici vietnamiti, un momento particolarmente importante è stata la visita ad limina che i vescovi hanno potuto compiere a giugno di quest’anno. In tale occasione, il presidente della Conferenza episcopale, mons. Pierre Nguyen Van Nhon, aveva espresso l’auspicio che il Papa possa un giorno visitare il Paese ed aveva ricordato che la Chiesa vietnamita celebrerà uno speciale anno giubilare dal 24 novembre 2009, solennità dei martiri del Paese, fino all’Epifania del 2011. Evidente la speranza dei cattolici di vedere il Papa in quel periodo, mentre in Vaticano si dice che l’anno prossimo Benedetto XVI ha la volontà di compiere un viaggio in Asia.
La visita ad limina dei vescovi vietnamiti, peraltro, nelle parole del card. Pham Minh Man , ha portato importanti frutti alla Chiesa che “ha una nuova visione per portare la Buona Novella a tutti in un Paese socialista”. Il Papa ha parlato della Chiesa di Gesù che “vive con e tra il nostro popolo”. Questo ha un significato speciale, è anche un piano pastorale per i vescovi nel Vietnam di oggi.
Il sito della Chiesa vietnamita ha annunciato che il messaggio del Papa sarà tradotto in vietnamita, per poter essere letto da tutti. Alcuni cattolici hanno avuto piacere nell’ascoltare che la Chiesa di Gesù “non intende sostituirsi al governo, ma ricerca unicamente - in spirito di dialogo e di cooperazione rispettosa - di prendere giusta parte alla vita della nazione, a servizio di tutto il popolo”. Essa annuncia la Buona Novella, in primo luogo attraverso lo stile di vita e i fondamentali valori della moralità nella vita. In ogni ambiente, in ogni ambito della società, economico e politico. Noi esprimiamo fede in Dio e la Chiesa segue l’amore di Gesù e serve per la vita nostra e dei fratelli.
Attraverso questa lezione, i cattolici vietnamiti hanno avuto l’esperienza che si può comunicare e rispettarsi l’un l’altro. Il cardinale ha affermato che “dopo 30 anni abbiamo comunicazione col governo, dopo decenni di ‘via comune’, cattolici e comunisti si capiscono di più. Numerosi cattolici hanno riconosciuto che i comunisti sono uomini-cittadini e fratelli in una casa. Molti comunisti hanno capito che il vero cattolico non è ostile, ma è membro della comunità. Possiamo cooperare per uno sviluppo stabile”.
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