lunedì 28 settembre 2009
Il Papa lascia la Repubblica Ceca dopo un nuovo appello ai credenti perché si aprano al dialogo con le altre culture e religioni (Osservatore Romano)
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Il Papa lascia la Repubblica Ceca dopo un nuovo appello ai credenti perché si aprano al dialogo con le altre culture e religioni
Il cristianesimo può offrire molto all'Europa
All'Europa il cristianesimo può offrire molto. A patto che la ragione non resti "sorda" al messaggio della fede. E che i cristiani non cedano alla tentazione di "ripiegarsi su di sé, timorosi del mondo", ma si aprano al dialogo con le altre culture e religioni.
Dalla Repubblica Ceca - dove nel pomeriggio di lunedì 28 settembre si conclude il viaggio iniziato sabato scorso - Benedetto XVI torna a chiedere che "le domande sollevate dalla religione, dalla fede e dall'etica" abbiano diritto di cittadinanza nella ragione pubblica. Non per pretese egemoniche o integraliste, ma perché il messaggio cristiano - assicura - fa parte della storia stessa del vecchio continente e continua a essere uno dei fondamenti su cui costruire il "bene dell'intera società europea".
Il Papa rilancia così il suo appello a quel "grande dialogo intellettuale, etico e umano" tra credenti e non credenti già invocato durante la conversazione con i giornalisti in volo verso Praga. Soprattutto l'incontro ecumenico di domenica pomeriggio - dopo la messa celebrata in mattinata a Brno - gli dà l'opportunità di ricordare che ai cristiani spetta il compito di "aprire nuove vie verso la comprensione reciproca, la collaborazione in vista della pace e il progresso del bene comune".
Il Vangelo - avverte - "non è un'ideologia" che "pretende di bloccare dentro schemi rigidi le realtà socio politiche che si evolvono". Al contrario, "ispira uomini e donne a porsi al servizio dei loro fratelli e sorelle". Da qui la necessità - riaffermata lunedì mattina nella celebrazione a Stará Boleslav - di essere persone "credenti" e "credibili", pronte a mettersi al servizio del bene comune, libere da interessi di parte e aliene dalla tentazione di "apparire" anziché "essere". È questo - spiega - il messaggio evangelico della santità, oggi "ancora attuale" perché invita a considerare il valore autentico di ogni esistenza umana senza misurare tutto col metro dei "beni terreni" e degli "interessi passeggeri".
Il Pontefice mette in guardia soprattutto i giovani da questa mentalità consumistica che - avverte nel messaggio al termine della messa celebrata a Stará Boleslav - "sfrutta in modo falso e alienante" la loro aspirazione alla felicità. A preoccupare Benedetto XVI è anche la pressione che interessi economici e utilitaristici possono esercitare nell'ambito della cultura. Lo confida ai rappresentanti del mondo accademico ceco - incontrati domenica sera nel castello di Praga - raccomandando nella ricerca l'uso non dogmatico o arrogante di una ragione aperta, invece, alla verità e libera dalle "nuove minacce" che, con l'illusione di emanciparla, le sottraggono autonomia e capacità di dialogo. Il pericolo - avverte - è che in questo modo "le nostre società non diventeranno più ragionevoli o tolleranti o duttili, ma saranno piuttosto più fragili e meno inclusive". Perché - incalza il Papa - "una comprensione della ragione sorda al divino, che relega le religioni nel regno delle subculture, è incapace di entrare in quel dialogo delle culture di cui il nostro mondo ha così urgente bisogno".
Il cristianesimo invece - aveva già ricordato sabato pomeriggio durante l'incontro con le autorità politiche, civili e diplomatiche - vuole porsi al "servizio di tutti i membri della società". Nel "pieno rispetto" della distinzione tra sfera politica e sfera religiosa, ma anche nella consapevolezza che "la ricerca della verità" non minaccia "la tolleranza delle differenze o il pluralismo culturale": anzi, "rende il consenso possibile e permette al dibattito pubblico di mantenersi logico, onesto e responsabile".
(©L'Osservatore Romano - 28-29 settembre 2009)
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