mercoledì 30 settembre 2009
Il Papa ai giovani: «Non fatevi ammaliare dai paradisi artificiali» (Pinna)
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Incredibile che negli articoli compaia ancora la parola "governanti", ma c'e' un indizio che ne spiega la ragione :-)
R.
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Ultimo richiamo all'Europa che nega Dio
Il Papa rilancia la matrice cristiana e si rivolge ai governanti: «Siate credenti e credibili»
Elisa Pinna
Benedetto XVI è rientrato in Italia dal viaggio della Repubblica ceca dove ha compiuto un viaggio apostolico di tre giorni.
L'aereo papale con a bordo il pontefice, il seguito e i giornalisti è atterrato a Ciampino intorno alle 20.00.
Poi ha raggiunto il palazzo apostolico di Castelgandolfo dove sta ultimando il suo periodo di riposo estivo. Verso la fine della settimana è previsto, infatti, il rientro in Vaticano. Il viaggio nella Repubblica Ceca era, ed è stata, una missione difficile.
Il Papa - come ha spiegato il suo portavoce, padre Federico Lombardi - era ben consapevole di andare nel Paese con la più alta percentuale di agnostici in Europa (il 66% della popolazione) e non aveva con sè «soluzioni magiche», se non la volontà di rilanciare un messaggio di fede e di speranza nel cuore del continente a 20 anni dalla caduta del comunismo.
Ciò Benedetto XVI ha fatto, con intensità e passione, nei tre giorni della sua visita nella Repubblica Ceca. Ancora prima di atterrare a Praga, in una conferenza stampa sabato scorso in alta quota, ha invitato la Chiesa cattolica locale a farsi «minoranza creativa».
Le «minoranze creative hanno avuto sempre un ruolo determinante nel costruire il futuro», ha osservato citando Vaclav Havel, eroe di «Charta77» e leader della Rivoluzione di velluto ceca. La riscoperta delle radici cristiane e la capacità di dialogo con il mondo dei non credenti sono stati il filo conduttore dei discorsi tenuti da Benedetto XVI tra Praga, Brno (capitale della Moravia) e Stara Boleslav, la cittadina a trenta chilometri dalla capitale dove nel 935 fu ucciso per invidie politiche il generoso e retto sovrano di Boemia Venceslao, divenuto santo e oggi patrono della nazione. Anche nei discorsi di ieri, Ratzinger è tornato sul tema della centralità della fede.
«Chi ha negato e continua a negare Dio, e di conseguenza non rispetta l'uomo, sembra avere vita facile e raggiungere un successo materiale. Ma basta scrostare la superficie per constatare che, in queste persone, c'è tristezza e insoddisfazione», ha detto durante la messa a Stara Boleslav, davanti a 40 mila fedeli, per lo più giovani.
Proprio alle nuove generazioni si è rivolto, chiedendo di non farsi ammaliare dai «paradisi artificiali» dalle «false e alienanti» prospettive del consumismo.
«C'è oggi bisogno di persone - ha detto a coloro che guidano le sorti delle comunità e dei popoli - che siano credenti e credibili, pronte a diffondere quei principi e ideali cristiani ai quali si ispira la loro azione. Questa è la santità, che spinge a compiere il proprio dovere con fedeltà e coraggio, guardando non al proprio interesse egoistico, bensì al bene comune».
Ieri mattina, nella grande spianata di Stara Boleslav, a concelebrare con il Papa c'era anche il cardinale di Cracovia, Stanislao Dziwisz, per 40 anni segretario di Wojtyla, il Papa polacco, protagonista con Solidarnosc dei grandi eventi che portarono nel 1989, in una sorta di effetto domino, al crollo del sistema sovietico e di tutti i suoi paesi satellite. «Il comunismo è caduto ma adesso il momento è più difficile e il nemico più pericoloso», ha spiegato il porporato in un'intervista a Sky-Tg24. Si tratta, ha aggiunto, di «un momento cruciale» per il futuro dell'Europa che, senza recuperare le sue radici cristiane, rischia di avere lo stesso destino di un albero sradicato.
«Qui a Praga» ha commentato Dziwisz, Benedetto XVI ha parlato come «un profeta».
Nel congedarsi, prima di ripartire per Roma, la citazione di una frase attribuita a Franz Kafka, lo scrittore praghese di origine ebraica, che condensa il senso della sua visita: «Chi mantiene la capacità di vedere la bellezza non invecchia mai».
Ovvero, ha spiegato Ratzinger nel saluto all'aeroporto al presidente ceco Vaclav Klaus, «se i nostri occhi rimangono aperti alla bellezza della creazione di Dio e le nostre menti alla bellezza della sua verità, allora possiamo veramente sperare di rimanere giovani e di costruire un mondo che rifletta qualcosa della bellezza divina».
© Copyright Il Tempo, 29 settembre 2009 consultabile online anche qui.
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