lunedì 28 settembre 2009

Il Papa: «Il senso della responsabilità sia più forte della volontà di profitto» (Vecchi)


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«Il senso della responsabilità sia più forte della volontà di profitto»

Gian Guido Vecchi

DAL NOSTRO INVIATO

PRAGA — Benedetto XVI chiede al mondo economico «che il senso della responsabilità sia più forte della volontà di profitto, e la responsabilità verso gli altri prevalga sull’egoismo».
Parole forti che il Papa scandisce lentamente, la voce serena, «vogliamo dare il nostro contributo », mentre risponde ai giornalisti sul volo Az 4000 che lo porta nella Repubblica Ceca. Sono i temi della «Caritas in veritate», la necessità di riportare al centro della riflessione l’etica e la responsabilità come qualcosa di essenziale al sistema dei mercati, l’idea di un «nuovo modello di sviluppo » per evitare si ripetano, come non fosse successo niente, i guasti degli ultimi anni. E il pontefice sorride quando gli chiedono se sia soddisfatto per la eco che ha avuto nel mondo l’enciclica sulla crisi economica e la globalizzazione: «Sono proprio contento di questa discussione: era proprio questo lo scopo».
Del resto, si tratta di temi cui il pontefice tiene molto: «Un’alternativa all’economia del solo profitto», apre in prima pagina l’ Osservatore Romano di oggi, non a caso. Sull’aereo, Benedetto XVI fa capire che la riflessione e i moniti non si sono certo chiusi con la pubblicazione dell’enciclica: «Vogliamo continuare a rispondere alle sfide del momento». L’obiettivo dichiarato è «incentivare, motivare una discussione su questi problemi, non lasciare andare le cose come sono ma trovare nuovi modelli di una economia responsabile, sia nei singoli Paesi sia per la totalità della umanità unificata».
L’essenziale, ripete, sta in ciò che la crisi planetaria ha mostrato: «Mi sembra realmente visibile, oggi, come l’etica non sia qualcosa di esteriore a un’economia che, come una tecnica, potrebbe funzionare in se stessa ». No, insiste, «l’etica è un principio interiore dell’economia e l’economia non funziona se non tiene conto dei valori umani della solidarietà e responsabilità reciproca ». In fondo oikonomia significa “legge” o “amministrazione” del-- l’oikos, la casa. Nel mondo che è casa di tutti, ha spiegato più volte, tutto si tiene: «Lo sviluppo dei popoli dipende soprattutto dal riconoscimento di essere una sola famiglia».
Quella del Papa, del resto, non è una visione pessimistica. Da mesi, e nella stessa enciclica, Benedetto XVI insiste sul fatto che «bisogna reagire alla crisi con fiducia: poiché ci impone di cercare nuove regole, può diventare un’opportunità». La crisi, insomma, «ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative», ha spiegato nella «Caritas in veritate». «La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento presente».
Ora Benedetto XVI lo ripete ai giornalisti a bordo del volo papale: «Integrare l’etica nella costruzione dell’economia stessa è la grande sfida di questo momento, e spero di aver contribuito a questa sfida con la enciclica ». Quindi sorride ancora: «Il dibattito in corso mi sembra incoraggiante».

© Copyright Corriere della sera, 27 settembre 2009

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