martedì 29 settembre 2009

Oggi l'ultimo saluto a don Ruggero Ruvoletto, martire in Brasile


Cari amici, questa mattina, alle 10, si sono celebrati i funerali di don Ruggero Ruvoletto, il missionario ucciso giorni fa in Brasile.
Ci uniamo nella preghiera per l'anima di questo Servitore del Vangelo. Qui, sul sito della diocesi di Padova, trovate qualche informazione e l'omelia del vescovo
.
R.

A Padova i funerali di don Ruggero Ruvoletto, il missionario italiano ucciso a Manaus dieci giorni fa. Il ricordo di mons. Marchiò

Commozione questa mattina nella cattedrale di Padova, dove sono state celebrate le esequie di don Ruggero Ruvoletto, il missionario assassinato il 19 settembre scorso nella città brasiliana di Manaus, dove si trovava in missione. I funerali sono stati presieduti dal vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, attorniato da mons. Francesco Biasin, vescovo di Pesqueira, e DA altri cinque vescovi provenienti dalle diocesi del Nordest del Brasile. La cronaca da Padova di Silvio Scacco:

Don Ruggero Ruvoletto, 52 anni, studi di ecclesiologia a Roma, dal 95 al 2003 direttore del Centro missionario diocesano, arriva in Brasile proprio sei anni e dallo scorso anno, a Manaus, ha iniziato a collaborare ad un progetto della diocesi locale in un area con fortissime tensioni sociali e una violenta malavita. E proprio qui, il 19 settembre scorso ha donato la propria vita, in ginocchio, freddato da due colpi alla testa. Attorno alla sua bara, in cattedrale oggi, le quattro sorelle, i molti parenti, un numero esorbitante di confratelli, amici e collaboratori delle tante iniziative missionarie della diocesi, tutti coloro che hanno avuto modo di apprezzare l’entusiasmo e la solidità umana e cristiana di don Ruggero.

Nella sua omelia, il vescovo Antonio Mattiazzo ha sottolineato come don Ruggero abbia dato il meglio di sé nella missione e, nella missione, il meglio di sé l’ha dato con il dono della vita. Ha messo al servizio della missione la sua fede e la sua umanità. Un’umanità - ha continuato monsignor Mattiazzo - ricca di cuore e di umanità, che lo portava a relazioni cordiali e calorose. Il vescovo poi ha ricordato come don Ruggero abbia affrontato la fatica, i rischi, le tribolazioni della missione, con la fiducia e il coraggio che vengono dalla fede e dalla preghiera. Il missionario - ha ricordato infine mons. Mattiazzo - non è un colonizzatore o un manager di azienda; va a lavorare in missione non per il guadagno materiale, ma per offrire gratuitamente il bene più prezioso: Gesù Cristo e il suo Vangelo, Vangelo di giustizia, di solidarietà, di amore, di pace e di speranza. E per tutto questo, don Ruggero ha saputo dare la vita.
Al termine delle esequie, il vescovo della diocesi brasiliana di Caruaru, mons. Bernardino Marchiò, uno dei presuli presenti in cattedrale, ha tratteggiato al microfono di Christiane Murray un ritratto di don Ruggero, del quale era molto amico:

"Era un sacerdote semplice ma molto profondo. Un sacerdote che sapeva amare e sapeva servire tutti. Quando si è aperta la missione di Manaus - perché tutta la Chiesa del Brasile è aperta alla missione, alla grande problematica dell’Amazzonia - lui si è messo a disposizione e poi ho anche mandato un sacerdote di Caruaru per lavorare con lui. Si trovava nella periferia di Manaus, una periferia che è cresciuta immensamente in questi ultimi anni. Ormai tutti cercano la città: la città ha molte cose buone ma raccoglie anche tanti problemi, tanti frutti dell’ingiustizia e della corruzione, legati ad una mancanza di sicurezza e di politiche pubbliche. Don Ruggero ha cercato di lavorare in questo senso: per la pace, per servire, per annunciare il Vangelo. Delle volte il Vangelo ci chiede anche la vita e sappiamo che don Ruggero ha dato la sua vita per far capire a tanta gente che non si può vivere nel proprio guscio, nel proprio egoismo personale, ma si deve vivere a servizio di tutti. Don Ruggero ha lasciato quest’esempio per tutti noi e noi ringraziamo il Signore per la sua vita".

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