mercoledì 26 novembre 2008

Il Papa: non c'è contraddizione tra San Paolo e San Giacomo: è la fede in Dio a salvarci, ma la vera fede diventa carità (Radio Vaticana)


Vedi anche:

Il Papa: disastrose le conseguenze di una fede che non si incarna nell’amore (Asianews)

Il Papa all'udienza: “Lasciamoci raggiungere dall’amore folle di Dio per noi” (Sir)

Scambio di saluti e abbraccio fraterno fra il Papa ed Aram I

Mons. Ravasi: Nel dialogo fra scienza e teologia. La verità non richiede salti di frontiera (Osservatore Romano)

Oggi, in occasione dell'udienza, entrerà in funzione l'impianto fotovoltaico sulla copertura dell'Aula Paolo VI (Osservatore Romano)

Sincretismo e relativismo, Messori: "Ad Assisi "sacrificavano" anche i polli". Le riserve di Ratzinger limitarono i danni (Stampa 2005)

Baget Bozzo: Il dialogo impossibile su Dio. Commento alla lettera del Papa al senatore Pera (La Stampa)

La Spagna e il Crocifisso, il ministro Cabrera: «Se ferisce deve essere tolto di mezzo» (Coricelli)

Lucetta Scaraffia ricorda a Giuseppe Di Leo (Radicali) che il Cattolicesimo non è solo "papismo"! (Corriere)

New York Times: «Il Papa e il dialogo, dalle nuvole della teoria alla pratica» (Calabrò)

Reazioni alla lettera del Papa sul dialogo e la multiculturalità (Burini)

Mons. Eterovic: "Un Sinodo riuscito che ora va realizzato nella Chiesa" (Osservatore Romano)

Domani "prima Udienza Generale ecologica in Vaticano"

Vaticano: ripubblicheremo gli atti del processo a Galileo

Il medioevo dimenticato dei Padri della Chiesa (Osservatore Romano)

Messaggio del Papa alle Pontificie Accademie: "Necessità ed urgenza di un rinnovato dialogo tra estetica ed etica, tra bellezza, verità e bontà"

Maria Giovanna Maglie: Togliere il crocifisso dalle aule? Gesto inutile e stupido (Il Giornale)

Vito ed il senso dell'esistenza: proviamo ad incrociare l'aula di Rivoli e le scuole di Spagna (Rondoni)

Card. Biffi: "I Cristiani devono annunciare la Verità, non adattarsi al mondo" (Crippa)

L'altra Spagna: malattia sociale il no al crocifisso (Bobbio)

Pietro Barcellona sul "caso" Englaro: "I giudici non possono creare le norme" (Il Sussidiario)

Juan Manuel de Prada: Considerare un crocifisso offensivo in Occidente è sintomo allarmante di amnesia o necrosi culturale (Osservatore Romano)

Il rabbino Di Segni dà ragione al Papa: «Fa chiarezza, impossibile il confronto sulla fede» (Calabrò)

In Spagna quando tira aria di ribellione si assalta subito il crocefisso (Il Foglio)

Dialogo tra fedi, George Weigel elogia Benedetto XVI sul New York Time: "Dalle nuvole della teoria alla pratica. Il Papa vuole venire al sodo"

L'abate Michael John Zielinski: "Il senso del Pontificato di Benedetto XVI" (Rasponi)

Lettera-prefazione del Papa al libro di Marcello Pera: La fede non si può mettere tra parentesi. Urge il dialogo interculturale

Il Papa all'udienza generale: non c'è contraddizione tra San Paolo e San Giacomo: è la fede in Dio a salvarci, ma la vera fede diventa carità

Tra la teologia di San Paolo e quella di San Giacomo, che pongono un diverso accento sul valore della fede e delle opere in merito alla salvezza, non c’è nessuna contraddizione. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI stamane durante l’udienza generale in Aula Paolo VI in Vaticano, cui ha partecipato anche il Catholicos armeno di Cilicia Aram I. Il servizio di Sergio Centofanti.

L’udienza si è aperta con il saluto e l’abbraccio fraterno tra Benedetto XVI e Aram I, accolto dal caloroso applauso dei pellegrini presenti:

“This fraternal visit”…

“Questa visita fraterna – ha detto il Papa – è una significativa occasione per rafforzare i vincoli di unità già esistenti tra di noi” e “un passo ulteriore lungo il cammino verso la piena unità”. Benedetto XVI ha espresso la sua gratitudine” per il “costante e personale impegno” ecumenico di Aram I e ha ricordato le sofferenze del popolo armeno nel testimoniare Cristo “con fedeltà e coraggio in comunione con l’Agnello Immolato”.

“We need reevangelization of our christian communites…”

Da parte sua il Catholicos armeno, esprimendo il suo grande apprezzamento per l’impegno di Benedetto XVI nell’annunciare le verità di fede in un mondo che vede il decadimento dei valori morali e religiosi, ha affermato la necessità di una comune testimonianza per rievangelizzare le comunità cristiane a partire dalle famiglie.

Il Papa ha poi svolto la sua catechesi sulla dottrina della giustificazione in San Paolo e San Giacomo ricordando come il rapporto tra fede e opere abbia provocato spesso “confusione” e “fraintendimenti” nella cristianità nel corso dei secoli.

“Spesso si è vista un’infondata contrapposizione tra la teologia di San Paolo e quella di San Giacomo, che nella sua Lettera scrive: ‘Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta’. In realtà, mentre Paolo è preoccupato anzitutto di dimostrare che la fede in Cristo è necessaria e sufficiente, Giacomo pone l’accento sulle relazioni consequenziali tra la fede e le opere. Pertanto sia per Paolo sia per Giacomo la fede operante nell’amore attesta il dono gratuito della giustificazione in Cristo”.

Solo Dio ci rende giusti – ha detto il Papa - ma la fede è vera se diventa amore:

“Disastrose sono le conseguenze di una fede che non s’incarna nell’amore, perché si riduce all’arbitrio e al soggettivismo più nocivo per noi e per i fratelli…A che cosa si ridurrebbe una liturgia rivolta soltanto al Signore, senza diventare, nello stesso tempo, servizio per i fratelli, una fede che non si esprimesse nella carità?”

Quindi, “giustificati per il dono della fede in Cristo – ha aggiunto - siamo chiamati a vivere nell’amore di Cristo per il prossimo, perché è su questo criterio che saremo alla fine della nostra esistenza giudicati”. Come lo stesso San Paolo afferma nel suo celebre inno alla carità: “Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore, sarei come bronzo che rimbomba…”:

“L’amore cristiano è quanto mai esigente poiché sgorga dall’amore totale di Cristo per noi: quell’amore che ci reclama, ci accoglie, ci abbraccia, sino a tormentarci, poiché costringe ciascuno a non vivere più per se stesso, chiuso nel proprio egoismo, ma per ‘Colui che è morto e risorto per noi’”.

“Se l’etica che Paolo propone ai credenti non scade in forme di moralismo e si dimostra attuale per noi – ha concluso il Papa – è perché ogni volta riparte sempre dalla relazione personale e comunitaria con la giustificazione in Cristo, per inverarsi nella vita secondo lo Spirito”:

“Questo è l’essenziale: l’etica cristiana non nasce da un sistema di comandamenti, ma è conseguenza della nostra amicizia con Cristo. Questa amicizia ci mostra che la vita di fede è vera se si incarna e si realizza nell’amore per il prossimo. Lasciamoci raggiungere dalla riconciliazione, compiuta una volta per sempre da Dio in Cristo, dall’amore ‘folle’ di Dio per noi: nulla e nessuno potranno mai separarci dal suo amore che ci pone nella condizione di produrre i veri frutti dello Spirito”.

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: