lunedì 24 novembre 2008

La Chiesa in Spagna chiama alla riconciliazione e alla solidarietà (Osservatore Romano e Sir)


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La Chiesa in Spagna chiama alla riconciliazione e alla solidarietà

Madrid, 24.

"La Chiesa in Spagna, unita in Cristo e in comunione con la Chiesa di Roma, è stata e sarà sempre intensamente missionaria. L'attuale intensificazione della comunicazione tra i popoli e tra le culture non può certo cedere il passo a una minore valorizzazione della novità della fede cristiana, al relativismo religioso e culturale. Anzi è uno stimolo a rinnovare l'impegno missionario che porta a tutta la famiglia umana la notizia e la presenza della salvezza". Lo ha sottolineato, oggi, l'arcivescovo di Madrid, il cardinale Antonio María Rouco Varela, presidente della Conferenza episcopale spagnola (Cee) nel discorso inaugurale della novantaduesima assemblea plenaria dei presuli, che si tiene presso la Casa della Chiesa di Madrid fino a venerdì 28 novembre. "Il documento che stiamo elaborando - ha detto il porporato - deve poter offrire quel discernimento necessario per leggere i segni dei tempi e per animare le nostre comunità all'impegno missionario, segno visibile e decisivo del vigore della fede e della profondità di testimonianza che l'evangelizzazione suscita in noi. La Parola, come ha ricordato il Sinodo dei vescovi, deve essere incarnata, senza riduzioni e compromessi, e portata in tutte le strade del mondo". "Le Sacre Scritture - ha spiegato il cardinale - sono il testimone, in forma scritta, della Parola divina, sono il memoriale canonico, storico e letterario che attesta l'evento della rivelazione creatrice e salvifica. Pertanto la Parola di Dio precede e supera la Bibbia. Non possiamo dire che il cristianesimo sia una "religione del libro". Al centro della nostra fede c'è la storia della salvezza e in particolare una persona: Gesù Cristo, Parola di Dio fatta carne, uomo, storia".
Riferendosi alla situazione sociale del Paese, il cardinale Rouco Varela ha rilevato che non sono pochi coloro i quali manifestano giustificata inquietudine per il pericolo di "un deterioramento d'una convivenza serena e riconciliata che siamo riusciti a logorare nella nostra società". La storia della Spagna degli ultimi due secoli - ha ricordato - è stata, per disgrazia, segnata da tensioni che più di una volta sono degenerate in contrasti fratricidi. L'ultimo e il più terribile di tutti negli anni Trenta, nel contesto di una situazione internazionale caratterizzata da ideologie totalitarie di diverso segno. "Grazie a Dio l'attuale situazione nazionale e internazionale non è la stessa. Però occorre sempre vigilare per evitare alla radice comportamenti, parole e strategie e tutto ciò che può dare adito a un confronto che può sfociare anche nella violenza". È necessario coltivare uno spirito di riconciliazione, di generoso sacrificio che caratterizza la vita sociale e politica del Paese. Si tratta di perseguire, senza rimozioni e codardie, "un'autentica e sana purificazione della memoria", fondata sugli alti ideali della giustizia, della libertà fino a quello evangelico del perdono e dell'amore fraterno. A tale cammino di riconciliazione tra le persone sono chiamate specialmente le giovani generazioni, che devono superare il pesante passato dimenticando rancori e contrasti.

(©L'Osservatore Romano - 24-25 novembre 2008)

SPAGNA: CARD. ROUCO VARELA (CONFERENZA EPISCOPALE), “UNA GIUSTIFICATA INQUIETUDINE”

“Non sono pochi quelli che manifestano una giustificata inquietudine di fronte al pericolo di un deterioramento della convivenza serena e riconciliata che abbiamo raggiunto nella nostra società”. Lo ha detto il card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza episcopale spagnola, aprendo oggi i lavori dell’Assemblea plenaria autunnale. Ricordando come la storia della Spagna degli due ultimi secoli sia stata caratterizzata da tensioni che più di una volta si sono tramutate in scontri fratricidi, il cardinale ha evidenziato come “grazie a Dio, l’attuale situazione internazionale e nazionale non sia più la stessa. Ma è sempre necessario vigilare per evitare alla radice atteggiamenti, parole, strategie e tutto quello che possa alimentare confronti che possano finire per essere violenti”. Per il porporato, “è necessario coltivare lo spirito di riconciliazione, di sacrificio e generoso” che caratterizzò “la vita sociale e politica negli anni chiamati della transizione alla democrazia”. A volte, ha aggiunto il card. Rouco Varela, “è necessario sapere dimenticare. Non per ignoranza o vigliaccheria, bensì in virtù di una volontà di riconciliazione e di perdono davvero responsabile e forte; una volontà basata negli alti ideali della pace che si alimenta della giustizia, della libertà e, perché no, del perdono e dell'amore fraterno”.
“È quello che può chiamarsi un'autentica e sana purificazione della memoria”, ha aggiunto il porporato, per il quale “è necessario liberare i giovani, per quanto possibile, delle zavorre del passato, non caricandoli con vecchie questioni e rancori, bensì aiutandoli a fortificare la volontà di piena concordia e di amicizia, capace di unire pacificamente le persone, le famiglie e le comunità” che formano la Spagna attuale. Un altro motivo di preoccupazione è la crisi economica attuale che ha, per il card. Rouco Varela, senza dubbio, cause di ordine tecnico “ma siccome l'economia è intessuta anche di relazioni umane”, nessuna situazione economica può essere considerata “come frutto di leggi inesorabili completamente estranee al comportamento umano”. Perciò, “è necessario prestare attenzione alle responsabilità morali degli attori sociali che, in un modo nell’altro, siamo tutti”. “È forse il momento di riflettere sulle origini morali della crisi – ha proseguito il cardinale - esaminando se il relativismo morale non abbia fomentato condotte non orientate a criteri obiettivi di servizio al bene comune e all’interesse generale” o ancora se la vita economica non sia dominata dalla smania del guadagno rapido e sproporzionato ai beni prodotti; se lo spreco e l’ostentazione non siano presentati con troppa frequenza “come supposta prova di efficienza economica e sociale”.

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