sabato 28 febbraio 2009

Il Papa e le banche Usa: «Idolatria del denaro» (Vecchi)


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Il Papa e le banche Usa: «Idolatria del denaro»

Le parole di Benedetto XVI. Gotti Tedeschi: la ricchezza va distribuita

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

Si rivolge ai parroci romani, a centinaia di sacerdoti della sua diocesi, «siamo in uno scambio familiare, non direi che qui parla un oracolo!», sorride, «vorrei imparare anch'io ad avvicinarmi alla realtà, nel Palazzo Apostolico si è un po' distanti...».
Ma Benedetto XVI sa bene cos'è la realtà, e al prete di periferia che gli racconta le difficoltà dei suoi parrocchiani, la fatica di arrivare a fine mese, dà una risposta diretta, argomentata, che in qualche modo anticipa i temi di quella «enciclica che come sapete, su questi punti, prepariamo da tempo» ed è annunciata entro l'estate. La Chiesa deve denunciare un «sistema economico e finanziario ingiusto»?
Il Papa annuisce al sacerdote e sillaba: «Bisogna denunciare questi errori fondamentali mostrati adesso dal crollo delle grandi banche americane». Errori che sono «l'avarizia come peccato, l'idolatria che sta contro il vero Dio», ovvero «la falsificazione dell'immagine di Dio come Mammona».
Benedetto XVI si riferisce al Discorso della Montagna, «non potete servire Dio e Mammona», dice Gesù nel Vangelo: e in aramaico ma' amun è la personificazione della ricchezza, dell'accumulo, la «roba» su cui si fonda la propria vita.
Al fondo c'è «il peccato originale che oscura la ragione», riflette, «solo la luce della fede aiuta a uscire dalle tenebre ». Così si tratta di considerare due livelli. Su un piano «microeconomico », dice il Papa, si tratta di guardare alle persone: «Se mancano i giusti, anche la giustizia non c'è». A livello «macroeconomico » bisogna denunciare e correggere «l'egoismo che si presenta sotto il pretesto di scienza o economia nazionale e internazionale». Cambiare il modello di sviluppo, ha ripetuto più volte il Pontefice. Attenzione, però: «Dobbiamo denunciare con coraggio ma anche con concretezza. Ci vuole la competenza che aiuta a fare le cose concretamente. Ed è necessaria una denuncia ragionevole e ragionata che non si fonda su grandi moralismi ma su ragioni concrete».
Un po' quanto va scrivendo da tempo, sulle colonne dell'Osservatore Romano, il banchiere cattolico Ettore Gotti Tedeschi, responsabile per l'Italia del Banco Santander, molto ascoltato e influente in Vaticano: «Non ho sentito di persona le parole del Santo Padre e non posso commentarle. Però ci sono considerazioni ricorrenti, e penso a ciò che ha scritto nel messaggio del primo gennaio per la Giornata mondiale della pace: praticare la povertà per vincere la povertà.
Il che significa sobrietà e solidarietà. Questione di buon senso ». E cioè? «Vede, c'è una correlazione direi perfetta tra la crescita della popolazione e lo sviluppo. Ma il mondo occidentale fa pochi figli ed è a crescita zero. Così da 25 anni gli americani si sono scervellati su quale modello utilizzare per far crescere il pil avendo altissimi e crescenti costi fissi — la gente invecchia — e un tasso di crescita della popolazione molto basso. E cosa hanno combinato? Il modello di crescita economica dell'Occidente, nell'ultimo quarto di secolo, si è fondato sull'accelerazione del consumismo a debito: uno sviluppo illusorio, una ricchezza finta, un grande bluff — comprate, comprate ogni cosa! — fino alla bolla delle case per tutti, anche se non hai soldi. Così l'economia ha tradito i suoi tre compiti: ha sprecato risorse, ha barato nella crescita del pil distruggendo valore, e non ha distribuito come doveva la ricchezza ai Paesi più poveri». L'errore fondamentale dell'Occidente, conclude Gotti Tedeschi: «Se sei ricco da solo non lo resti a lungo. Il problema non è la ricchezza, ma cosa ne faccio. Epulone è all'inferno non in quanto ricco, ma perché non prendeva in considerazione i poveri. Per questo l'economia ha bisogno di una guida morale, lo ha ammesso anche Gordon Brown: sennò l'uomo tira fuori lo spirito animale, egoistico, e crolla tutto».
Un altro banchiere cattolico come Roberto Mazzotta, presidente della Banca Popolare di Milano, vede piuttosto un problema di regole: «Non è il mercato ma la violazione delle sue regole, in particolare rispetto a due elementi: la manipolazione della moneta e l'inflazione del credito. Il vizio dell'avidità è diventato peccato sociale. Mammona è la sostituzione di Dio col denaro, da un punto di vista di etica personale. Ma rispetto all'organizzazione di un sistema, invece, è la sostituzione del mercato delle regole con un Far West di interessi che producono nel breve termine rapidi arricchimenti e generano poi distruzione di ricchezza e decomposizione dei rapporti sociali ».

© Copyright Corriere della sera, 27 febbraio 2009

5 commenti:

Anonimo ha detto...

qualcuno ha provato a paragonare il disastro economico mondiale provocato dalla banca ebraica della lehman& company che ha rovinato milioni di persone con lo scandalo dello ior e del banco ambrosiano.
ma qualcun altro ha chiarito le cose.
"paragonare il disastro della banca ebraica lehman a lo scandalo dello ior...è come negare o minimizzare la shoah...hahahah!!!

http://www.fainotizia.it

Anonimo ha detto...

L'ossessione è il primo passo verso la possessione.

Anonimo ha detto...

sasso, tu ce l'hai un po' su con gli ebrei?

gianni

Anonimo ha detto...

x gianni
cerchi di spiegarsi o taccia prima di pronunciare illazioni!

Anonimo ha detto...

x gianni
mi scusi cosa è di quello che ho detto che le fa pensare che io celabbia contro gli ebrei ?
cerchi di essere chiaro la cosa mi interessa,grazie.